Trekking in Calabria

Sabato 1 giugno 2024
Sabato 8 giugno 2024  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Cuneo
Responsabile: Greborio/Serra



Programma



Un viaggio tra storia, religione, foreste selvagge e panorami mozzafiato
Presentazione:
La Catena Costiera calabrese o Appennino Paolano è una catena montuosa che rappresenta la prima fascia montana dell'Appennino calabro. Si estende per circa 73 km in maniera parallela alla linea di costa tirrenica tra il Passo dello Scalone, a nord, e la foce del fiume Savuto, a sud, che la separa dal settore sud-occidentale della Sila Piccola, all'interno della provincia di Cosenza.I dolci rilievi della Catena Costiera sono macchiati da nord e fino a un certo punto a sud, da grandi e belle faggete tra le più selvagge della Calabria. Boschi solenni inondati, per l'estrema vicinanza del mar Tirreno, da nebbie persistenti, favoriscono un microclima fresco che garantisce una vegetazione di montagna a quote decisamente basse. Per l'estrema umidità, sul versante che si affaccia direttamente sul mare, già dai 500 metri si hanno le prime faggete.Nell'entroterra di Fiumefreddo Bruzio, Belmonte Calabro ed Amantea il paesaggio cambia completamente, le cime dei monti non si presentano più arrotondate, bensì ricche di frastagli rocciosi, le pendici non sono più ricoperte da boschi fitti e ininterrotti, ma da formazioni rade costellate di praterie e disseminate di massi. I rilievi, grandiosamente imponenti, ricordano sotto molti aspetti i Monti di Orsomarso, ma sono solo un'isola all'interno di un regno immacolato di foreste.Questo è il trono di monte Cocuzzo (1.541 m s.l.m.), la cui cima, ricadente nel territorio di Mendicino, è la maggiore della Catena Costiera ed è un belvedere tra i più incantevoli della Calabria. Questa cima domina la maggior parte della costa tirrenica, dal Cilento fino a Capo Vaticano, le Isole Eolie, l'Etna, i monti di Orsomarso, il massiccio del Pollino, la Valle del Crati con Cosenza, le vette della Sila, la catena delle Serre calabresi, l'entroterra di Vibo Valentia e l'Aspromonte. Un vero ed autentico spettacolo mozzafiato.Su gran parte dei rilievi montuosi della Catena Costiera, si sviluppa il Cammino di San Francesco da Paola, un percorso di interesse religioso e naturalistico, che ripercorre i luoghi che hanno caratterizzato la vita del santo calabrese.

Il Bagaglio:a carico dell’organizzazione il trasferimento delle valigie da una struttura all’altra, consentendo di camminare tutti i giorni senza zaino pesante in spalla.

Durata: 8 giorni / 7 notti
Alloggio: 3 notti ad Amantea, 1 notte a Paola e 3 notti a Diamante.
Vitto: in ristoranti e alberghi con cene a base di prodotti tipici.

PROGRAMMA CATENA COSTIERA CALABRESE 2024

1° giorno: arrivo - Amantea
Arrivo e incontro con la guida Naturaliter presso l’aeroporto o la stazione ferroviaria di Lamezia Terme. Transfer di 35’ da Lamezia Terme al borgo di Amantea, situato a ridosso del mare. Sistemazione in Hotel. In base all’orario di arrivo sarà possibile effettuare la visita del suggestivo centro storico di Amantea con partenza a piedi dall’hotel e fare il bagno nelle limpide acque del mar Tirreno. Cena e pernottamento ad Amantea.
2° giorno: Itinerario trekking “il sentiero dei tre Castelli” (Cleto)
Colazione. Abbigliamento da trekking. Transfer di 30’ da Amantea a SP51 Cleto. Trekking dei “tre Castelli”, un sentiero che permette di osservare il posizionamento strategico degli antichi castelli di Savuto di Cleto, Aiello Calabro e Cleto; testimonianza di anni e anni di storia, di tre territori e tre comunità connesse tra loro. Un’esperienza che inizia risalendo il monte Sant’Angelo fino alla parte più alta dove è impossibile non puntare lo sguardo verso la vallata che raggiunge il mare. Ammireremo i paesaggi caratteristici del territorio collinare e della macchia mediterranea contemplando il silenzio di questi luoghi dell’entroterra. La camminata si concluderà attraversando i vicoli del piccolo centro storico di Cleto. Transfer di 30’ da Cleto ad Amantea. Nel pomeriggio visita di un'azienda a conduzione familiare produttrice di Olio, vino e prodotti tipici della zona. Cena e pernottamento ad Amantea.
Lunghezza del percorso 11 Km
Ascesa totale360 m
Discesa totale550 m
Tempi soste escluse 4h e 30’
3° giorno: Itinerario trekking “Monte Cocuzzo, la cima della Catena Costiera” (CO)
Colazione. Abbigliamento da trekking. Transfer di 1h da Amantea al rifugio forestale di Monte Cocuzzo. Trekking ad anello fino alla cima di Monte Cocuzzo che con i suoi 1.541 metri è la vetta più alta della Catena Costiera Paolana; dalla sua cima godremo di un panorama incomparabile a 360 gradi: l'Aspromonte e l'Etna a Sud, le Isole Eolie ad Ovest, i monti dell'Orsomarso e del Pollino a Nord e la Valle del Crati con i monti della Sila a Est, è sicuramente uno dei paesaggi naturalistici più caratteristici della Calabria. A fine camminata, transfer di rientro 1h dal rifugio forestale di Monte Cocuzzo ad Amantea. Cena e pernottamento ad Amantea.
Lunghezza del percorso 12 Km
Ascesa totale 650 m
Discesa totale 550 m
Tempi soste escluse 5h e 30’
4° giorno: Itinerario trekking e turistico “Cammino dei Borghi e Santuario di San Francesco da Paola” (Belmonte, Fiumefreddo Bruzio, Paola) 
Preparazione dei bagagli. Colazione. Abbigliamento da trekking. Il basso tirreno Cosentino è caratterizzato dalla presenza di molti borghi particolarmente interessanti sia dal punto di vista storico che da quello puramente architettonico e paesaggistico. Transfer di 10’ da Amantea a Belmonte. Trekking da Belmonte Marina a Belmonte Calabro. Salendo lungo il sentiero che ci porterà al piccolo borgo storico, ammireremo le vallate ornate dalla serpentine, roccia dal colore verde scuro, per poi giungere, dopo una serie di stradine e salite, fino alla piazza del municipio. Da Belmonte il bus ci porterà alla marina di Fiumefreddo Bruzio (transfer 20’). Trekking dalla marina di Fiumefreddo a Fiumefreddo Bruzio centro storico. Il paese prende il nome dalle fredde acque del torrente che scorre nella stretta valle adiacente. Il borgo è arroccato e domina tutta la costa dall’alto della sporgenza montuosa dalla quale si può scorgere uno splendido panorama. A fine escursione transfer 15’ con bus da Fiumefreddo Bruzio a Paola per visita del suggestivo Santuario di San Francesco, fulcro religioso della Catena Costiera e meta ogni anno di innumerevoli pellegrini. Sistemazione in Hotel. Cena e pernottamento a Paola.
Lunghezza complessiva del percorso delle due escursioni 4 Km
Ascesa totale delle due escursioni 300 m
Discesa totale delle due escursioni 100 m
Tempi soste escluse di entrambe le escursioni 2h
5° giorno: Itinerario trekking “Sentiero dei Valdesi di Calabria” (Guardia Piemontese)
Preparazione dei bagagli. Colazione. Abbigliamento da trekking. Transfer di 45’ da Paola al Rifugio Bosco di Cinquemiglia. Trekking dal bellissimo Bosco di Cinquemiglia al caratteristico centro storico di Guardia Piemontese, centro valdese di Calabria. Questo sentiero panoramico ci permetterà di ripercorrere le antiche vie di collegamento tra i principali luoghi storici in cui si insediarono i Valdesi quando arrivarono in Calabria. I panorami, la natura e gli ambienti che si possono incontrare lungo questo sentiero sono molto diversi e offrono un ventaglio di esperienze uniche. A fine camminata, transfer di 40’ da Guardia Piemontese al borgo costiero di Diamante, soprannominata anche la perla del Tirreno. Sistemazione in Hotel. Cena e pernottamento a Diamante.
Lunghezza del percorso 16 Km
Ascesa totale 290 m
Discesa totale 800 m
Tempi soste escluse 6h
6° giorno: Itinerario trekking “la Valle del fiume Argentino e Santa Maria del Cedro” (Orsomarso, Santa Maria del Cedro)
Colazione. Abbigliamento da trekking. Transfer di 30’ da Diamante a Orsomarso. Partendo dal grazioso borgo di Orsomarso posto a 200 metri s.l.m. il sentiero si snoda lungo le fredde acque dello splendido fiume Argentino che dà il nome alla valle e che caratterizza il versante più occidentale del massiccio del Pollino dando vita ad uno degli ambienti naturali più belli di tutto il sud Italia, sia dal punto di vista panoramico che naturalistico. A fine camminata transfer 20’ da Orsomarso a Santa Maria del Cedro, per conoscere l’affascinante storia del Cedro D.o.p. di Santa Maria, difatti la varietà “liscio Diamante”, non si trova da nessun’altra parte del globo terrestre. Viene prodotta e coltivata solo qui, dove gli inverni sono miti e le estati caldissime. Transfer di rientro (15’) da Santa Maria del Cedro a Diamante. Cena e pernottamento a Diamante.
Lunghezza del percorso 15 Km
Ascesa totale 450 m
Discesa totale 450 m
Tempi soste escluse 5h e 30’
7° giorno: Itinerario trekking – “il sentiero dei Sogni” (Sangineto)
Colazione. Abbigliamento da trekking. Transfer di 30’ da Diamante a Sangineto. Il trekking ad anello parte dal piccolo e caratteristico borgo di Sangineto fino a raggiungere il lago La penna a quota 852 metri s.l.m. alle falde dell’omonimo monte. Lungo il percorso si possono ammirare i panorami sulla valle del Vuglio, sul mar Tirreno, i monti della Catena Costiera e del Pollino per poi concludere il cammino al cospetto della suggestiva e poco conosciuta Cascata di Vuglio, che per la sua bellezza è stata ribattezzata “Cascata dei Sogni”. A fine camminata, transfer di 30’ da Sangineto a Diamante. Tempo libero per il centro storico di Diamante e per un ultimo bagno nel mar Tirreno. Cena e pernottamento a Diamante.
Lunghezza del percorso 11 Km
Ascesa totale 600 m
Discesa totale 600 m
Tempi soste escluse 5h
8° giorno: Partenze
Dopo la prima colazione transfer di 1h e 30’ da Diamante a Lamezia Terme per le partenze (a partire dalle ore 8,30 in poi).
Osservazioni importanti: il programma e i dati tecnici possono essere soggetti a cambi dovuti alle condizioni meteorologiche o altri fattori esterni. Alcune camminate richiedono un buon allenamento fisico, pertanto è richiesto ad ogni singolo partecipante uno stato di forma psicofisica atto a poter svolgere il programma del trekking. In caso contrario, per tutelare l’incolumità del gruppo e del partecipante stesso, la guida Naturaliter si riserva il diritto di escludere dalla/e camminata/e uno o più partecipanti per le escursioni che riterrà più impegnative.Con quest’ultimo/a sarà valutata la possibilità di poter svolgere eventualmente un programma quotidiano alternativo.

Cosa Portare (indispensabile): scarponcini da trekking; zaino anche di tipo scolastico poiché il bagaglio sarà trasportato dall’organizzazione durante tutti i transfert da una struttura ricettiva all’altra; pronto soccorso personale; borraccia da minimo 1 litro; mantellina e/o ombrello tascabile per eventuale pioggia; costume e tutto il necessario per eventuali bagni al mare.

Le iscrizioni sono aperte ed entro il 15 febbraio p.v. è richiesto il versamento dell'acconto di € 200 mediante bonifico bancario intestato alla Giovane Montagna sezione Cuneo:
Codice IBAN: IT49K0306910217100000001542 della Banca IntesaSanpaolo
Casuale: acconto trekking costiera calabrese.
Chi non effettuerà il versamento dell'acconto entro la data suddetta sarà depennato dalla lista partecipanti.
I Soci che disdiranno l'iscrizione al trekking, dopo aver pagato l'acconto, dovranno presentare un Socio in sostituzione, pena la perdita dell'acconto stesso.

Per informazioni ed adesione telefonare ai responsabili:
Andrea Greborio 346 642 2737 - Stella Serra 333 174 8366



Relazione



Sono 16 i partecipanti che si ritrovano alla buon'ora in piazza Costituzione per raggiungere Torino P.N. e salire sul Frecciarossa con destinazione Paola (CS). Tra un cicaleccio e l'altro, pisolini abbozzati, condivisione di esperienze e di biscotti manufatti, dopo 9 ore arriviamo alla meta. Qui, già assaporando la mite temperatura, incontriamo gli accompagnatori Naturaliter Mario Petrulli e Mara nonché l'autista Maurizio e procediamo alla volta della nostra prima tappa, Amantea, dove rimarremo 3 giorni. Iniziamo con il giro nella parte storica, parzialmente abbandonata, addentrandoci in vicoli e palazzi antichi dove “Amanteiamo”, come ci invitano i cartelli apposti alle pareti; contempliamo variopinte fioriture apposte lateralmente nei vasi accanto ai portoni ricchi di decorazioni; notiamo un rilievo raffigurante la galea utilizzata nel corso della battaglia di Lepanto. Percorsa la salita tra le rigogliose piante ci appare in cima la Chiesa di San Francesco d’Assisi, la torre di avvistamento - comunicante con analoga sul lato opposto della catena costiera - ed i ruderi del castello. I più esperti riconoscono il trifoglio bituminoso, in lontananza distese di uliveti e vigneti che sembrano sospesi sul cucuzzolo della medesima catena. La lunga giornata si conclude all'hotel Santa Maria dove ci allieta un' abbondante e gustosa cena.
2° giorno: Cleto e il sentiero dei tre Castelli. Lo raggiungiamo in pullman transitando attraverso distese di uliveti, che piegano le verdi chiome alla spazzola del vento. Con una temperatura ideale, saliamo su un comodo sentiero, osservando sulle, erba tagliamani, finocchietto selvatico, trifoglino irsuto, robinie simil acacie, rosa canina, cisto e altre specie autoctone. Tra felci e rovi - e relative ferite di “guerra da percorso” - procediamo sino alla base del monte Sant’Angelo, da cui si vede la sagoma del monte Mancuso, il castello di Savuto, rivolto a valle a scopo di difesa dalle incursioni. Entriamo in una fitta pineta, cullati dall'aura di pace, mentre assaporiamo fragoline di bosco. Sulla via della discesa, ma sul versante opposto alla catena costiera, ci orientiamo in lontananza verso la provincia di Catanzaro e a sinistra, a delimitare le due province (CS e CZ), il fiume Savuto. Lì, grazie ai numerosi rivoli d’acqua, l'ambiente si presenta particolarmente umido. Sempre sulla sinistra, si scorgono il monte Cocuzzo ed i ruderi del castello di Aiello Calabro, nonché la piccola “timpa della zita”, sulla cui leggenda Mario ci erudisce; successivamente, alla vista di un bell'esemplare di quercia, ci descrive il ciclo dell'estrazione del sughero da quercia. Il pasto condiviso rappresenta il momento conviviale dove - udite udite - soltanto i signori 21 maschi si cimentano nell’approntare la tovaglia: uno presta il coltello, l'altro taglia “a soppressata", il terzo riduce a fettine caciotta ed altro formaggio calabro, un altro ancora si cimenta nel taglio di carote e pane. A stomaco sazio e colto da vena filosofica, un componente del gruppo declina una citazione in merito alla follia: “il ramo della pazzia serve ad abbellire l'albero della saggezza” e nel merito si apre un dibattito esistenziale!! Tornati a Cleto, si fa visita al castello - costruito nella
roccia in verticale  risalente al periodo ellenistico; oltre alle varie invasioni succedutesi negli anni, anche i terremoti hanno contribuito al suo graduale sgretolamento: non a caso ora è denominato castello di “Petramala”.
3° giorno: almeno due partecipanti, ospiti dell'hotel, riferiscono di combattimenti notturni - ingaggiati qua e là, più o meno intensi - nel tentativo di sterminare zanzare di varie dimensioni: qualcuno trascorse preziosi minuti notturni a scrutare le pareti…nella fattispecie di colore blu (i soliti privilegiati!). L'ignaro vicino di letto, alla vista del compagno che scrutava nel blu.. narra di essersi inizialmente stupito, indi seriamente preoccupato, giungendo a pensare ad una crisi simil mistica ovvero ad un attacco di fissazione da sonnambulismo. In direzione del monte Cocuzzo, la guida ci segnala la statua del Cristo in prossimità del rio Fiumefreddo, mentre il pullman prosegue tra la foschia e piantagioni di patate silane. Ci troviamo nel comune di Mendicino, dove a piedi percorriamo un sentiero ad anello, verso il monte Cocuzzo. Transitando tra elicrisi, violette, profumi di menta ed origano, scorgiamo il comune di Belmonte (ne abbiamo assaporato i pomodori) e, proseguendo ancora in salita, costeggiamo la località Scaglioni, per arrivare prima ad una dolina
e finalmente sulla cima del monte Cocuzzo (1541 m). Durante il percorso un partecipante - quasi avesse corna di cervo - resta impigliato tra i rami di un biancospino ed effettua mosse, inizialmente contrariate e di seguito stizzite, per finalmente liberarsi dall'impiccio.. suscitando l'ilarità di chi, precedendolo, si è goduto la scena. Arrivati sulla cima, non ci resta che vestirci con giacca a vento ed immaginare il sereno ed il blu del mare all'orizzonte, visto il permanente incombere delle nebbie. Si allestisce però un  lauto banchetto prima di riprendere la discesa attraverso un facile sentiero che, chiudendo l'anello, ci riporta al bosco di partenza. A finire la giornata, assaggio di olio presso un negozio a conduzione familiare “Pino”.
4° giorno: iniziamo la passeggiata nella zona di Belmonte Marina, costeggiando stratificazioni di arenaria entro le quali – scavando - si potrebbero trovare fossili; attraverso una scalinata si accede al mausoleo di Michele Bianchi (1° segretario del PNF), per poi raggiungere, ancora in salita, Belmonte Calabro, paese dei vichi (vicoli), le cui case 22 del centro storico risalgono sino all'11° secolo. Segue visita ed assaggio di fichi secchi e canditi, manufatti presso l'azienda Colavolpe, dove non possiamo esimerci dal fare acquisti. Giunti a Fiumefreddo Bruzio, ci incamminiamo sull'irta scalinata - in mezzo ad oleandri variopinti, aloe e agavi - quando un ispirato componente.. decanta “calda salita a Fiumefreddo”. Segue l’incontro con la guida Alessandra, che ci accompagna tra i vicoli del borgo e ce ne descrive le particolarità. Nel 15° secolo la cittadina era la sede estiva delle famiglie patrizie napoletane. Visitiamo il castello saccheggiato da Napoleone nel 18° secolo, di
cui una sala interna conserva le opere (murales e statue) realizzate da un eclettico artista siciliano, Salvatore Fiume; la porta residuata dall'antica cinta muraria; il piazzale dove venivano esposti gli insolventi che, dopo essere stati denigrati ed insultati, erano infine riscattati; la Chiesa risalente al 1100; la piazza - detta Torretta - con la statua della surfista (opera di S. Fiume) con la visuale su Stromboli e sulle montagne del Pollino e oltre.. sino al parco del Cilento. Nel pomeriggio riprendiamo il bus per dirigerci verso Nord, in direzione Paola, dove visitiamo il santuario di San Francesco da Paola, la cui figura è stata significativa non solo sotto l'aspetto mistico, ma anche in quanto capace di prodigarsi per esercitare il ruolo di mediazione/pacificazione/restituzione di dignità tra le genti. Uscendo dalla Basilica, osserviamo la bomba non esplosa, la fonte della cucchiarella, l’antro in cui Francesco si ritirò in preghiera per 5 anni, la grotta della penitenza. A questo punto anche noi ci riserviamo un momento di raccoglimento ed uno spazio di spiritualita’, percorrendo il cammino tra il chiostro e la basilica vecchia. A conclusione della giornata ci aspetta il transfer verso Diamante, dove staremo 4 notti. Nel corso della cena.. si assiste al lamento (alti lai!) di un rappresentante del gruppo che manifesta il timore di dover rinunciare alla gita del giorno successivo.. a causa di un rigonfiamento al ginocchio sinistro. Porello! Lo stesso interpella la
guida con pietoso sguardo onde ottenere consigli circa l'opportunità di partecipare ovvero rinunciare. La presidente allora entra in campo, proponendo di cedere l'uso della propria ginocchiera di riserva: inizia un acceso dibattito sulle misure delle rispettive ginocchia (quelle del malcapitato non sono proprio.. prosperose) finché lo stesso accoglie la proposta e indossa la ginocchiera. Ma, per adattarla, viene utilizzato un cordino… infine una stringa di velcro. E qui si dà avvio alle danze: l'omo spazia su e giù sulla pedana a mostrare la ginocchiera.. gongolandosi nel raccogliere le impressioni degli astanti. 
5 giorno: ci dirigiamo verso la località Sangineto (CS) per intraprendere il “sentiero dei sogni”, diretti al lago La Penna, ai confini con il parco nazionale del Pollino. Incontriamo la 23 guida Maria Teresa che ci spiega l’origine greca del ese e le derivazioni del nome. Inerpicandoci sul sentiero, ci indica la cima Montea e ci erudisce su alcune caratteristiche geologiche e botaniche della zona (ginestre spinose, verbasco, felci preistoriche, pini loricati). Il sentiero risulta facilmente percorribile, spiana frequentemente, rendendo così piacevole l'ascesa, finché oltrepassiamo l'ombrosa faggeta e raggiungiamo il lago. E qui, su tavoli veri e propri, imbandiamo la mensa e, anche oggi, ci cibiamo abbondantemente. La guida ci narra la storia di passione/sacrificio/amore e possibile morte finale relativa ai rospi; indi ripartiamo sulla via del ritorno. Qui ci aspetta la ciliegina finale a chiudere la fatica della giornata: risalendo su una deviazione del sentiero e scalando gradoni, veniamo attratti dall'atmosfera suggestiva. Il bosco si fa sempre più ombroso, circoscritto, tortuoso. Veniamo invasi da una sensazione di mistero, dalla tensione verso la scoperta… un'armonia, un rumore, sempre più assordante e infine una meravigliosa cascata da cui filtra superiormente un raggio di luce. A conclusione, iI bar ci accoglie a rifocillarci e ricompensarci delle fatiche. 
6 giorno: ci rechiamo a Buonvicino, dove il custode del museo cittadino ci mostra le impronte dell’enorme masso caduto sulla piazza - nel 2006 - episodio che non ha causato danni, grazie alla protezione di San Ciriaco Abate, patrono del borgo. Ci troviamo nel parco del Pollino, precisamente nella valle del Corvino, dove percorriamo il sentiero in direzione Serapodolo. Procediamo, osservando le calcaree, dove veniva prodotta la calce; oltrepassiamo “u strittu”, orrida gola, da cui si vede il monte Tripidone. Tra lecci e faggi, giungiamo al guado dove una delle due Lucie dice alla guida “tienimi ancora, Mario!”, accoratamente chiedendo di non essere “abbandonata” al passaggio nel torrente. Giunti al villaggio abbandonato di Serapodolo, ci rifocilliamo e riposiamo per poi riprendere il cammino verso la Madonna della Neve. Nella
sosta Mario  ci informa sulla storia delle attività aggressive di taglio del pregiato legname del Pollino: agli inizi del ’900 questa borgata ne costituiva un importante svincolo. Nel silenzio del bosco (tranne eccezioni canterine e di cicaleccio), saliamo sino al punto panoramico, da cui si scorge la valle Corvino, il monte Tripidone (3 cime), il sasso Li Greci (ora detto Salvato): si trattava di luoghi abitati sino al 10° secolo. Immersi in magnifiche ed ombrose leccete, proseguiamo tra saliscendi sul viottolo, contemplando orchidee, felci finché arriviamo al santuario Santa Maria della Neve dove pranziamo; indi salutiamo la statua dell’asceta San Ciriaco per fare ritorno a Diamante. Ed alcuni, dopo tanto averlo agognato, finalmente possono gustare il gelato artigianale da “Cuore Matto” a Diamante.
7° giorno: raggiungiamo Orsomarso, dove iniziamo il nostro percorso (17 km) lungo la Valle del fiume Argentino, nel parco nazionale del Pollino. Siamo letteralmente circondati dal bosco e immersi nell'echeggiare costante del corso d'acqua. Un armonico silenzio rumoroso mi carpisce. Costeggiamo numerose aree pic-nic, incontriamo un serpente (cerbone o biacco), finché arriviamo al rifugio “Povera Mosca”. Appena superata una strettoia, improvvisamente Mario intima l'alt…. per il passaggio di una vipera che transita ai piedi di una fanciulla del gruppo (da qui lo proclamiamo “salvatore”): il rettile la oltrepassa e prosegue a strisciare verso la roccia. Al valico Castel San Noceto ci concediamo una pausa ristoratrice: lo sguardo va al monte Palamuda e alle estensioni di pino loricato lì presenti, all'interno della valle Argentino. Attraversando un’ombrosa lecceta, ammiriamo la felce capelvenere, la salvia argentata e procediamo fino al passo Pantagnoli, dove consumiamo il pasto, questa volta farcito con dolce finale “pitta’mpigliata”. Successivamente ci incamminiamo sulla via del rientro, ricongiungendoci con una compagna di gruppo - fermatasi al rifugio - e chiudiamo l'anello del percorso, sempre accompagnati dal melodioso canto del fiume: è l'ultima appagante e abbastanza
faticosa tratta del nostro trekking. Chiusura giornata con la visita al Museo del cedro e degustazione presso il laboratorio del gusto. E, su richiesta di un membro del gruppo: “con le scarpe piene di passi, il cuore pieno di battiti, gli occhi pieni di…siamo giunti a fine trekking”. Grazie a tutti voi, agli organizzatori Stella e Andrea (aggiustatore di bastoncini, raccoglitore di..anime lente o perdutesi), alla presidente GM (sempre attenta e pronta a motivare gli scoraggiati), alla guida Naturaliter Mario (abile traghettatore di... corpi in bilico sul guado e paziente condottiero) e alle altre guide. Infine un grazie riconoscente a tutti quelli che hanno reso gioiosa, vitale e sempre accesa questa settimana trascorsa insieme.
(Giulia Mellano)

 
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