Trekking Maratea - Matera

Sabato 3 giugno 2023
Sabato 10 giugno 2023  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Cuneo
Responsabile: Greborio/Serra



Programma



In cammino nella Terra dei Basilischi, traversata dal Tirreno (Maratea) allo Jonio (Matera)
Presentazione: La Basilicata è una delle più piccole regioni d’Italia. Inserita tra la Calabria a meridione, la Campania ad occidente e la Puglia ad oriente, è sempre stata un crogiuolo di storie, di popoli e di vicende che l’hanno toccata solo marginalmente, così ha potuto mantenere al suo interno una certa genuinità fatta di tradizioni, paesaggi, ambienti, storia e centri abitati che ne fanno un vero scrigno ricco di “gioielli” che in pochi conoscono. È la regione dei lucani. È la regione dei Basilischi. Ed è la regione fatta di numerose valli parallele fra di loro che circoscrivono montagne di tutto rispetto che meritano di essere camminate.
Soggiorno itinerante: 2 notti in hotel a Maratea; 2 notti in hotel a Viggiano; 1 notte in B&B o hotel a Pietrapertosa, 2 notti strutture ricettive extra alberghiere a Matera
PROGRAMMA: (8 giorni/ 7 notti)
1°G.: ARRIVO A MARATEA Arrivo all’aeroporto di Napoli o alla Stazione FS di Sapri e trasferimento in Hotel sito in contrada Castrocucco di Maratea (PZ). Sistemazione in hotel. Cena e pernottamento.
2°G.: MARATEA/TRECCHINA (traversata) Prima colazione. Transfer di 20’ dall’Hotel al porto di Maratea. Trek: partenza a piedi dal porto/ Maratea città (sosta visita) / San Biagio m 644 (Statua del Redentore) / Madonna del Soccorso Santuario 1099 m (Serra Pollino) / Trecchina m 500. Lunghezza percorso: 19 km; tempi: 6h di cammino (soste escluse). Rientro in 30’ in hotel a Maratea. Cena e pernottamento in Hotel.
3°G.: MONTE SIRINO (traversata) Prima colazione. Transfer di persone e bagagli a Lagonegro - loc. Madonna del Brusco. Escursione: Madonna del Brusco (m 1077)) / Monte Sirino – Santuario della Madonna della Neve (m 1907) / Monte del Papa (m 2005) /discesa a Lago Laudemio (m 1575). Tempi: 4h in ascesa - 2,30h in discesa (escluse soste). A seguire trasferimento (45’) a Viggiano (la città dell’Arpa) per sistemazione in hotel. Cena e pernottamento. Difficoltà: E Breve descrizione: dalla Cappella del Brusco (1077 m) dove si lascia il pullman inizia la salita percorrendo l’antico sentiero di pellegrinaggio che almeno due volte l’anno vede impegnati i cittadini di Lagonegro, i quali a giugno portano la statua della Madonna sul Monte e a settembre la riportano nella chiesa principale in paese per i solenni festeggiamenti. Un primo tratto si sviluppa su facile strada sterrata, in seguito una bellissima mulattiera dagli ampi panorami porta fin in vetta. Si scende di pochi metri e poi si affronta la cima più alta del sistema montuoso: il Monte Papa (2005 m). Infine, si scende nelle vicinanze del Lago Laudemio.
4°G.: SANTUARIO DELLA MADONNA NERA DI VIGGIANO. Prima colazione. Transfer (30’) nei pressi di Civita di Marsicovetere. Escursione: Civita di Marsicovetere (m 920) / La Laura / Il monte (m 1700) /Santuario Madonna di Viggiano della Madonna Nera (m 1723) / Fonte del Pastore (m 1410). Tempi: 3h in ascesa - 1,40h in discesa; soste escluse. Difficoltà: E A seguire rientro (20’) a Viggiano e visita alla città dell’Arpa (centro storico, cattedralecastello). Breve descrizione: questa escursione ricalca un antico percorso di coloro che dalla Valle avevano la necessità di recarsi al Santuario della Madonna di Viggiano provenienti dai paesi campani. Si attraversa La Laura, segno evidente della presenza dei monaci basiliani, e poi si giunge in cima al Monte dove è ubicata la Chiesa della Madonna Nera di Viggiano (1723 m), venerata da tutto il Sud Italia. Splendidi panorami e nelle giornate terse non è difficile vedere i due mari (Jonio e Tirreno) e in casi eccezionali anche il Mare Adriatico. Si scende lungo la stradina dei Pellegrini fino alla Fontana dei Pastori e poi a Viggiano. Viggiano per la sua posizione geografica è un ottimo balcone su tutta la Val d’Agri, i monti circostanti e la catena costiera dei Monti della Maddalena nel versante occidentale della Valle. Una splendida cattedrale, vicoli e scalinate portano ancora più in alto, verso i ruderi del castello dove l’orizzonte si apre verso l’interno della Basilicata.
5°G.: Traversata del MONTE VOLTURINO Prima colazione. Transfert (45’) a loc. tre confini. Escursione: loc. Tre Confini (m 1300) piano Imperatore (m 1555) / Monte Volturino (m 1836) / Monte Calveluzzo (m 1699) / Serra di Calvello (m 1567) / Piana del Lago (m 1290). Tempi: circa 7h. Dislivelli: circa 700 metri in salita e discesa. A seguire trasferimento (60’) a Pietrapertosa. A Pietrapertosa, situato in prossimità delle suggestive vette delle Dolomiti Lucane ed inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, sistemazione in hotel o B&B. Cena e pernottamento. Breve descrizione: la tappa odierna porta sulla cima del Monte Volturino, il cui nome deriva dal latino vultur (avvoltoio), che situata al centro dell'Appennino lucano s'innalza sino a toccare i 1836 m d'altitudine s.l.m. al centro di un vasto ed articolato gruppo montuoso, di cui costituisce la vetta più elevata. Molto belli sono i panorami lungo il percorso. La traversata si conclude a Piana del Lago da dove poi ci sposteremo a Pietrapertosa nel parco delle Dolomiti Lucane.
6°G.: LE DOLOMITI LUCANE. MATERA Prima colazione. Escursione: Pietrapertosa (m 1088) / fortezza saracena di Pietrapertosa (quasi interamente scavata nella roccia; con panoramica sulla Valle del Busento) / fiume Capperrino / Castelmezzano (m 750). Tempi: 4h totali. Difficoltà: E. A seguire transfert di 70’ a Matera e sistemazione in strutture ricettive extraalberghiere. Cena e pernottamento a Matera. Note: in caso di buone condizioni meteo e di impianti aperti i più “coraggiosi” possono provare le emozioni del Volo dell’Angelo (https://www.volodellangelo.com/) Breve descrizione: Pietrapertosa e Castelmezzano sono due splendidi borghi, con le abitazioni incastonate tra le rocce e dove sarà possibile godere di straordinari panorami. La giornata si conclude a Matera.
7°G.: SASSI DI MATERA E PARCO CHIESE RUPESTRI Prima colazione. Visita ai Sassi (Patrimonio UNESCO), e al centro storico di Matera: città barocca; chiese romaniche e della civiltà rupestre. Successivamente si prosegue per escursione sulla Murgia (i tesori archeologici del Parco delle Chiese Rupestri). Percorso intorno alla Gravina di Matera; tempi: 5h soste escluse. Difficoltà TE. Cena e pernottamento a Matera.
8°G.: FINE DEL SOGGIORNO - partenza da Bari. Prima colazione. Preparazione dei bagagli e partenza per Bari.
Cosa Portare (indispensabile): scarponi da trekking; zaino anche di tipo scolastico poiché il bagaglio sarà trasportato dall’organizzazione durante tutti i transfert da una struttura ricettiva all’altra; pronto soccorso personale; pile e giacca a vento; ombrello e quanto necessario per eventuale pioggia; borraccia da minimo 1 litro.
I soci che hanno effettuato la pre-iscrizione devono confermare l’adesione versando un acconto di 200 € entro il 20 gennaio 2023 durante le gite in calendario antecedenti tale data o mediante bonifico bancario della Giovane Montagna codice IBAN
IT49K0306910217100000001542  della Banca Intesa Sanpaolo
Casuale: acconto trekking Maratea-Matera.

Responsabili:
Andrea Greborio 346 641 2737 - Stella Serra 333 174 8366



Relazione



… cronistoria e facezie. Il gruppo composto da 22 persone assonnate si trova all'alba di sabato 3 giugno. Una fitta pioggerellina bagna la stazione di Torino PN, dove alle 7,40 ci accomodiamo sul Frecciarossa…in realtà la "comodità" non prevede spazi utili a collocare le valigie. Arrivati a Napoli siamo immersi in una nuova atmosfera: caldo afoso, tante persone, moltissimi stranieri, dalle finestre e dai balconi sventolano le bandiere bianco-blu. E qui ci consegniamo nelle mani accoglienti di Peppe Tripodi, la nostra fida e pacata guida Naturaliter. Inizia così il carosello dei nostri spostamenti, il primo in direzione di Maratea, dove ci sgranchiamo le ossa con una passeggiata rilassante sino al mare, cui segue una lauta e gustosa cena alla "Tana", bagnata con vino aglianico. Al tavolo si dà corso all'interrogatorio da parte di alcuni particolarmente curiosi al ns Peppe… su età, figli e battute varie. 2° giorno domenica: dopo l'incontro con Emanuele Pisarra, si prosegue in pullman verso Trecchina, località da cui risaliamo attraverso un bosco di castagni, per imboccare il sentiero del pellegrinaggio. Contempliamo la fioritura di crepis (alias scabbiosa), ranuncoli, orchidee ed odoriamo varie profumazioni, tra cui timo, borragine, menta. Si arriva a Serra Pollino (1090 m) e al Santuario Mariano di Santa Maria del Soccorso, dove consumiamo il pranzo in condivisione. Da lassù si staglia di fronte ai nostri occhi la panoramica su Maratea, terra dei finocchi, l'isola di Dino, il vicinissimo confine con la Calabria, fino all' isola di Cirella. Scendiamo poi dall'altro versante, verso alcune frazioni di Maratea: ci colpiscono il netto cambiamento di vegetazione e la pietraia, sinché raggiungiamo il pullman per poi nuovamente risalire a piedi un'irta scalinata fino alla statua del Redentore. La costruzione - di cemento bianco e scaglie di marmo di Carrara - iniziata nel 1964 da parte di Innocenti, misura 24 m di altezza e si annovera tra le 12 principali statue di Cristi nel mondo. La discesa si presenta abbastanza lunga nel viottolo scavato nel bosco fino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie. Tornati al nostro pullman ci percepiamo stanchi ma appagati. Ma…non possiamo farci scappare l'unica occasione, sin dalla mattina decantata, di assaggiare il gelato alla castagna di Trecchina…per non parlare degli altri gusti: buonissimo! 3° giorno lunedì: transfer in direzione Lagonegro (il paese di Monna Lisa) con visuale al paesino di Rivello, arroccato sulla collina. Proseguiamo verso Madonna del Brusco (sinonimo di Bosco): partendo dalla chiesa i devoti, ben 2 volte all'anno in salita e discesa (giugno e settembre), percorrono il viottolo per trasportare a braccia la statua della Madonna sin al monte Sirino. Un gruppetto di temerari (9), sfidando le previsioni meteo incerte e anche scrosci di pioggia "che bagna", decide di prendere comunque la strada diretta al monte: tra goccine e sprazzi di sole si arriva alla Madonna della Neve o del Sirino: qui consumiamo il pasto per ripartire velocemente, timorosi delle incombenti nubi minacciose e delle risalenti nebbie. Nel percorso abbiamo la fortuna di incappare in un cervo volante e nella ricca fioritura di orchidee e ranuncoli; nel bosco notiamo il caparbio e resistente radicamento dei faggi. Ahinoi, inizia a piovere seriamente e dunque si opta per una deviazione che, invece dell'ascesa al monte Papa, ci consente di imboccare la via del ritorno attraverso una larga mulattiera dove ci fermiamo a contemplare meravigliose orchidee e altre variopinte fioriture, oltre a particolari striature -verticali e orizzontali- nelle rocce, denominate galestri. Sulla via del rientro in pullman transitiamo in val d'Agri (uno dei centri principali è Moliterno) e raggiungiamo il centro di Viggiano (il paese delle arpe) dove pernottiamo e, dopo cena, ci concediamo un breve giretto al centro del paese, sino alla piazzetta del municipio, adornata di statue dedicate ai suonatori d'arpa. 4° giorno martedì: il sole ci abbraccia di buon mattino mentre transitiamo a Civita Marsicovetere. La guida ci erudisce sul fenomeno del graduale spopolamento di queste terre con le migrazioni, prima in Francia e a partire dagli anni '60 verso il Nord Italia. Siamo immersi nell'Appennino Lucano: monte Volturino, santuario della Madonna di Viggiano, zone di trivellazione del petrolio...con rischi sismici conseguenti ai lavori di escavazione. Fiorellini di lino, cisto, timo, orchidee, agrifoglio fiorito e altre specie fanno da tappeto sotto ed a fianco dei nostri piedi...oltre al fango ed alle "buse" abbondantemente pestate!!; foto di gruppo con un faggio, su cui poggia un grosso tronco nodoso, dimora di cerambicidi e picchi muratori. La nostra guida ci dettaglia sulle differenti modalità di utilizzo dei tronchi di faggio, a seconda della scuola toscana di Firenze o quella veneta di Padova, nonché sugli indici di calcolo per la misurazione dell'età dei faggi. Transitando attraverso bellissime faggete odorose di aglio ursino, giungiamo alla chiesa di Santa Maria Assunta, immersa nella nebbia, per poi proseguire ancora sino ad una sella fiorita di narcisi e fritillaria tenella. E infine la cima del monte Volturino (detta anche degli avvoltoi, 1835 m) attorniata da violette e non-ti-scordar-di-me- dove i valorosi, raggiunta l'ambita vetta, riposano le stanche membra sulla panchina di ferro e si concedono alla preghiera della G.M. Iniziamo poi la discesa che costeggia la pista da sci dismessa da anni: individuato come spazio idoneo un bel praticello erboso, soddisfatti e riconoscenti per la clemenza del clima, vediamo il nostro attento "condottiero" - fidato Peppe - stendere la tovaglia per apprestare il desco, tagliare con destrezza i pomodorini, insaporendo il piatto con un pizzico di sale…corredato da un augurio per il futuro. Come disciplinati soldatini si assiste alla tacita distribuzione dei compiti: chi taglia altri pomodori, chi estrae melanzane dalle albarelle, chi procede a spezzettare formaggi e ancora chi distribuisce pane, piatti e tovagliette…insomma il pasto è approntato con solerzia e, con altrettanta velocità, in un batter d'occhio, interamente spazzolato!! Quasi a pareggiare la sfida con le cavallette. Proprio nel momento in cui un componente del gruppo si dichiara soddisfatto di aver finalmente conquistato "una posizione" comoda sull'erba…ecco che si leva l'invito di Peppe alla ripartenza. Un po' controvoglia, riprendiamo dunque il cammino per incrociare la strada asfaltata e giù in discesa fino ad incontrare una bella mandria di cavalli allo stato semibrado. Ed ecco che il saggio Emanuele compie tout-court il "ratto"…della prataiola (bel fungo visto con la coda dell'occhio). In serata giro in Viggiano (PZ): Emanuele stesso ci fa visitare la terrazza a fronte Municipio con vista diurna sulla piana antistante Moliterno, condendo la visita con narrazioni risalenti alla storia passata della valle d'Agri (Grumento e altri). Ci invita ad osservare: i supporti archi tra un edificio ed il successivo -con funzione di evitare peggiori danni in caso di terremoti, chiesa di San Benedetto (su basamento bizantino), castello aragonese, piazzetta del lavatoio e, da ultimo la via dei mestieri. Le due tradizioni esclusive di Viggiano sono: la scuola d'arpa ed il petrolio. A coronare la serata è la spiegazione delle origini dei maestri liutai, con riferimento alla ditta Salvi avente sede a Piasco (CN), in quanto a Viggiano si è costituita l'associazione delle scuole d'arpa. Ad allietarci fa seguito la delicata suonata d'arpa celtica da parte di Francesca, fanciulla di Viggiano: trattasi di valzer lucano e altri brani, tramandati nel corso degli anni dai capigruppo musicanti fin dal '700. Dopo cena, diamo l'arrivederci ad Emanuele. 5° giorno mercoledì: dopo varie esitazioni circa la partenza dalla località Tre Confini, per via delle condizioni atmosferiche non troppo promettenti, anche oggi ci tocca transitare nell'alcova/giaciglio delle vacche… densamente popolata, a vedere dalle loro abbondanti deiezioni!! E continuiamo a camminare nei pianori, detti laure, dove i monaci anni orsono coltivavano fagioli e patate. Nelle numerose distese e praterie assistiamo con stupore alla convivenza tra cavalli, mucche e maiali. Una fitta pioggerellina ci accompagna, ma lo fa con delicatezza, senza troppo infastidire: al suo cessare però subentra la nebbia, che ci avvolge sino alla cima del Monte (1725 m). Da lassù sguardo su Villa d'Agri e sulla pianura assolata e -non è un miraggio - visuale sul santuario della Madonna Nera. Non può mancare la foto di gruppo (speravamo di essere immortalati giovani e belli!). Al Santuario ci accoglie il guardiano che ci accompagna all'interno: la statua della Madonna Nera è in via di restauro, sotto le mani esperte di due restauratrici. Dopo pranzo ripartiamo per la strada lastricata della via Crucis, delimitata da muraglie laterali e, in meno di mezz'ora, siamo di ritorno al pullman per ricongiungerci con i compagni rimasti a valle. Durante lo spostamento si fa sosta alla grande diga del Pertusillo (95 m di profondità e 13 km di lunghezza, portata 150 milioni di metri cubi) e, a seguire, trasferimento verso Pietrapertosa (1088 m) passando per Brienza ed il suo castello. Attraversiamo poi il fiume Basento e finalmente arriviamo a Pietrapertosa, insignito come uno dei borghi più belli d'Italia, nel territorio delle piccole Dolomiti Lucane: qui pernottiamo. 6° giorno giovedì: l'abbraccio del sole ci rende speranzosi e positivi. Il gruppo al suo completo parte dalla graziosa piazzetta di Pietrapertosa: sguardo alle rocce antropomorfe di pietra arenaria e alle pitture rupestri, percorso tra le scalelle (struttura urbana di vicoli e gradinate), chiesa di San Cataldo. Alle nostre spalle si trova il mar Ionio - con i pericoli delle invasioni - rispetto alle quali il castello, con le sue vedette, costituiva un baluardo sicuro a protezione del borgo. Ed ecco la carrucola…da cui non possiamo farci trasportare!! Percorriamo il sentiero lastricato in discesa che conduce alla postazione di partenza del volo dell'angelo e proseguiamo fino a Castelmezzano: in direzione via ferrata e per il sentiero delle 7 pietre. Trattasi di percorso parlante delle 7 streghe: la 1' pietra destino, 2' incanto, 3' sortilegio, 4' cerchio delle streghe, 5' volo, 6' ballo, 7' delirio. A Castelmezzano si consuma il pranzo e…suspense…youngdoctor e Antonella ci omaggiano con una performance da uurlooo: il soul di James Brown, nel brano "the sex machine"!!! E per essersi spinto così in là lo young si giustificò...proferendo di doversi cimentare in qualche gesto oblativo verso il gruppo, visto che "la spazzatura non l'aveva portata, le relazioni non le voleva stilare, a qualcosa doveva pur contribuire"!! Saliamo sino ai resti del Castello, denominato "La Civetta", antica postazione militare. Riprendiamo la strada di ritorno, incontrando fiori di cisto rosa, ginestre, calendule, rosai ecc.. Finalmente siamo a Matera. 7° giorno venerdì: incontro con la guida Raffaele Lamacchia per iniziare il giro conoscitivo e turistico per la città, dove insegnò Giovanni Pascoli che la definì "città che sorride, attraverso un velo di poesia e di malinconia". È la terza più antica al mondo, con le sue grotte preistoriche, forgiate dall'acqua nella roccia di pietra arenaria, la calcarenite. Nel '93 Matera venne nominata patrimonio UNESCO e nel 2019 capitale della Cultura per la ricchezza del paesaggio e degli edifici del tardo barocco, anche se fu definita negli anni '50 "vergogna nazionale" in quanto scavata nel ventre della roccia. Entriamo nel centro caveoso formatosi dallo sfruttamento del calcare di Gravina. I graviglioni derivano dal continuo lavoro di scavazione di torrenti d'acqua che alimentano le cisterne e corrispondono ai punti più bassi della zona. L'area archeologica naturale delle chiese rupestri è luogo dove i visitatori "devono perdersi"... come suggerisce la guida materana. La parte più antica è quella fortificata, a fianco delle torri longobarde e normanne. Nel 1952 - per legge - i sassi di Matera vengono  dichiarati dimore insane e divengono patrimonio del demanio, che lo trasferisce al Comune, che a propria volta lo cederà a privati a prezzo di mercato (assai esoso). Raggiungiamo il paesaggio simil/lunare di tipo calcareo, con resti di riccio marino: trattasi di cimitero dell'epoca longobardo/medievale risalente all'8° - 9° secolo. Scendiamo poi all'interno del piano cisterna, vero sistema ingegneristico di raccolta dell'acqua: un artista calabrese vi ha progettato l'IRA, luogo di ispirazione degli artisti e di ricerca dell'anima, proprio dove in passato si trovava l'ultimo livello di raccolta d'acqua. Il luogo in cui transitiamo successivamente ci ricorda le immagini fotografiche di Bresson. Proseguiamo fino alla piazza del Sedile che fa da innesto tra le due ali della farfalla che simboleggia morfologicamente Matera, dal cui corpo centrale si diramano il barisano (in direzione BA) e il caveoso. Entriamo da ultimo nella Civita materana, con la porta inferiore (l'unica da cui era consentita l'entrata) e quella superiore. Pomeriggio a Matera: giro nella Murgia materana/sasso caveoso, scavata nell'antro del fiume Gravina. Le grotte aperte costituivano le abitazioni degli antichi materani, mentre nelle numerose chiese rupestri si intravvedono ancora affreschi dell'epoca: visitiamo la "Madonna delle tre porte" e, scendendo, la chiesa di Sant’Agnese e San Vito. I primi insediamenti della zona risalgono al 4' sec a.C. e sono stati abitati sino al XVI sec. d.C. Costeggiamo piantagioni di timo arbustivo, lino delle fate, tasso barbasso, violaciocca minore, fiori d'acanto e di petrolio bituminoso. Da ultimo, eccoci fotografati nella grotta da noi stessi denominata "delle albicocche": è il 2° "ratto" che si verifica, nel corso del trekking, da parte del capo e di altri componenti del gruppo. Gli stessi si sono spinti furtivamente a sottrarre i frutti – ancora un po' acerbi - da un albero di albicocche!!! Riusciranno a farsi perdonare…grazie alla generosa distribuzione delle albicocche. A chiudere la nostra piacevolissima settimana, consumiamo l'ultima cena condivisa, a base di capriata (minestra di legumi tipica lucana) e dolce sporcamuss (letteralmente: ti deve sporcare la bocca). Infine salutiamo la nostra attenta, sensibile e competente guida, Peppe, che ci omaggia di tre meravigliose rose rosse. Grazie a tutti voi, in attesa di trascorrere ancora insieme altre avventurose ed allegre settimane.
(Giulia Mellano)

 
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