Quattro giorni nelle Langhe e Bassa Piemontese - Turismo ed escursionismo

Giovedì 5 ottobre 2023
Domenica 8 ottobre 2023  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Vicenza
Responsabile: Beppe Stella - Patrizia Toniolo



Programma



QUATTRO GIORNI NELLE LANGHE  - 5 6 7 8 OTTOBRE 2023   -  

Giovedì 5 ottobre – Partenza alle ore 7,00 dal parcheggio del casello autostradale di Vicenza Ovest con destinazione Piacenza. E’ prevista una visita non guidata in centro città fino alle ore 12,00.
Segue trasferimento ad Asti con consueta colazione volante presso il pullman. Nel pomeriggio per tutti visita all’arazzeria ad Asti e in base al tempo disponibile visita libera non guidata della città di Asti. 
Proseguimento per Vicoforte e arrivo in hotel dove alloggeremo per le tre notti (Casa Regina Montis Regalis)

Venerdi 6 ottobre – Alba e Le Langhe –  con guida per i turisti
Al mattino presto visita del Santuario a  Vicoforte (questa visita potrà essere spostata al sabato mattina presto - senza guida) poi trasferimento ad Alba (bisogna prevedere un’ora di trasferimento) e visita di Alba con guida. Pranzo libero.
Pomeriggio: giro in bus della Langa Classica con guida (quindi i paesi della zona del Barolo). Interessante potrebbe essere la visita di Cherasco o Monforte d’Alba includendo la visita al Castello, di Grinzane, con degustazione veloce di vino, non impegnativa.
ESCURSIONISTI – Faranno una escursione con trasporto in pulmino autonomo (max 20 posti).
Escursione nelle Alpi Liguri. Il pulmino risalirà la Valle Pesio, passando accanto alla Certosa, e raggiungendo il Rifugio Pian di Gorre (1046), dove ci aspetterà per il ritorno. Risaliremo il Vallone del Salto passando accanto a una cascata, fino al Rifugio Garelli (m1970), in uno splendido ambiente, tipicamente carsico. Dal Rifugio si può ritornare per lo stesso itinerario, oppure facendo un parziale anello passando per il Laghetto di Marguareis e i Gias (“gias” nel dialetto locale indica una malga o ricovero per pastori) di Marguareis per ricongiungersi poi con l’itinerario di andata. Dislivello: 1000 m. Ore 6

Sabato 7 ottobre – Saluzzo e il Marchesato e Savigliano e Castello della Manta – con guida per i turisti
In mattinata visita al Castello della Manta gestito dal FAI. Trasferimento a Saluzzo e pranzo libero.
Nel pomeriggio visita della città, a cui seguirà visita di un caseificio della zona (azienda ‘rustica’ e informale) e/o visita della città di Savigliano, sconosciuta ma molto bella.
ESCURSIONISTI – Faranno una escursione con trasporto in pulmino autonomo (max da 20 posti) E’  in programma una traversata nelle Alpi Marittime, dalla Val Vermenagna al Vallone di Palanfrè. Partiremo da Limonetto, poco oltre Limone Piemonte, dove arriveremo col nostro pulmino. Siamo circa , a 1300 m di altezza. In 3 ore si arriva al Passo di Ciotto Mieu, superando 1000 metri di dislivello. Dal passo si comincia a scendere, affrontando un breve tratto attrezzato, per arrivare al Lago degli Alberghi, a poco più di 2000 metri di quota, dove presumibilmente pranzeremo. L’ambiente è molto diverso da quello di ieri, molto più ricco d’acqua. Continuiamo a scendere, sfiorando altri laghetti e, attraversando la Riserva dei Laghi di Palanfrè in un bel bosco di faggi, arriveremo all’omonima località dove troveremo il pulmino che ci riporterà in albergo. Dislivello: 1000 m. Ore 6

Domenica 8 ottobre – visita della città di Cuneo con guida
Cuneo è particolarmente  interessante, in alternativa potrebbe essere la visita di Mondovì poco lontano da Vicoforte. Nel primissimo pomeriggio ci sarà l’incontro con gli escursionisti.
ESCURSIONISTI – Escursione in zona colline attorno a Vicoforte. Da Vicoforte è previsto un percorso ad anello, attraverso sterrati, sentieri, e qualche tratto d’asfalto, che ci porterà a visitare le colline Monregalesi. Passeremo per Poggio, saliremo al Bric della Guardia, arriveremo a Briaglia, per poi con percorso più o meno diretto a secondo del tempo a disposizione, ritornare al punto di partenza. Dislivello: 400-500 m.
Ore 4-5
Dopo la colazione volante nei pressi del pullman seguirà verso le ore 15,00 il rientro a Vicenza.
 



Relazione



5 6 7 8 OTTOBRE 2023 - QUATTRO GIORNI NELLE LANGHE
DALLA PARTE DEI TURISTI   da Giovanna Piva
È un giovedì mattina presto d’inizio ottobre, il cielo è pulito, promette bene. A ritrovarci al pullman siamo una quarantina di soci della GM Vicenza, la meta di questo viaggio/trekking è la zona delle Langhe, in Piemonte. Il programma proposto è vario, e interessante. Alcuni di noi questi giorni faranno i turisti, altri sceglieranno le escursioni, comunque ci sarà tempo e modo anche per stare tutti insieme, di parlarci della giornata appena trascorsa sui sentieri dei monti o nelle strade di paese.
La prima tappa per tutti è Piacenza, una visita veloce che ci svela comunque la bellezza della città.  Vediamo Piazza Cavalli, il bel Duomo in marmo e arenaria, al suo interno scopriamo su una colonna un affresco del 1200 di una Madonna con il manto aperto, che ci ricorda molto la nostra Madonna di Monte Berico.  Visitiamo il Palazzo Farnese oggi Museo. Piacenza dà l’impressione di una città semplice pulita ordinata. Ma è già tempo della colazione volante, una ricorrente simpatica iniziativa degli organizzatori GM, che stupisce e piace a tutti i partecipanti.
Il pomeriggio visita nei dintorni di Asti in Arazzeria, una delle pochissime ancora in funzione in Italia. Arte e pazienza che producono capolavori che, a detta del proprietario, sono tutt’oggi molto apprezzati e richiesti. Un lavoro d’altri tempi che però ancora affascina. Poi lungo il percorso, nella campagna intorno nessuna vite, solo noccioleti. 
È tardo pomeriggio quando arriviamo a   Vicoforte Mondovì, località in collina. Tra le poche case del posto si erge maestoso il Santuario Regina Montis Regalis con intorno annesse grandi ali massicce che formavano il convento dei cistercensi, oggi in gran parte ristrutturate e adibite ad un confortevole albergo. E lì appunto alloggeremo. Il complesso ha conservato la linea sobria e severa degli antichi edifici monastici, emozionante è il refettorio affrescato dove ceniamo la prima sera. Il Santuario fu fatto costruire nel quindicesimo secolo dai Savoia, la cupola ha una forma ellittica e nel suo genere è la più grande al mondo. In una cappella all’interno dal 2017 riposano l’ultimo re d’Italia Vittorio Emanuele III e la regina Elena.
Venerdì mattina incontriamo Elena, la nostra preparatissima guida, andiamo ad Alba, città di origine romana, di cui conserva molte tracce. Come quasi sempre accade, anche qui le chiese medievali sono state più volte rimaneggiate nel tempo e, pur restando testimonianza di storia e di fede, hanno perso la loro peculiarità. Alba è conosciuta in tutto il mondo per il tartufo bianco, che è diventato in pochi anni il motore economico della città, assieme all’industria del cioccolato e alla produzione intensiva di nocciole. È anche la città natale di un grande scrittore moderno, Beppe Fenoglio. Purtroppo, anche oggi la foschia continua ad impedirci la vista delle montagne che sappiamo coronare la zona.
Ci dirigiamo verso Grinzane Cavour, visitiamo il castello del nostro Camillo, è un bel maniero in una posizione incantevole, il conte non si trattava male. Riprendiamo il viaggio, ora siamo nelle Langhe, dolci colline coperte di vigneti, filari ordinati con molti grappoli ancora da cogliere, una distesa ancora tutta verde nonostante l’ottobre. Questa estate che sembra non finire mai ha ritardato anche qui i colori dell’autunno che in questi luoghi devono essere bellissimi. Le Langhe sono lingue di terra di origine alluvionale, è terreno grasso argilloso, colline alte al massimo 450 metri. Comprendono un territorio non molto esteso, è circa ¼ del Chianti, e vi vige la monocoltura assoluta del vitigno Nebbiolo, da cui si ottengono tra gli altri il vino Barbaresco e il Barolo.
È sabato, il pullman ci porta a Manta dove c’è il magnifico castello rinascimentale del marchesato Saluzzo, complesso di recente recuperato dal FAI. A Saluzzo borgo, un piccolo gioiello, c’è un secondo castello di tali signori, la Castiglia, divenuto nel tempo una prigione.  Saluzzo è una eccezione per quello che riguarda il rinascimento in Piemonte, ciò fu perché era indipendente dai Savoia, i quali risiedevano a Chambery in Francia e trascuravano l’arte nelle terre del loro ducato. 
È già domenica, Cuneo è l’ultima tappa del viaggio.  La giornata si presenta senza foschia e finalmente possiamo scorgere la bella corona delle Alpi Marittime intorno, che sveglia in ognuno di noi, amanti della montagna, l’escursionista che è o vorrebbe essere.
Cuneo, “capoluogo della provincia granda” quarta in Italia per estensione, è città agricola, di suini, di Langhe. In centro ci accoglie la grandissima bella piazza Galimberti, martire partigiano, e poi lungo le larghe vie una continuità di portici a mezzaluna, costruiti certo per proteggere la città dal vento e dal freddo che nella brutta stagione scendono dalle Alpi, così vicine.
È arrivato il momento di tornare, prima però ecco ancora un regalo dagli organizzatori di questo bel giro. È la colazione volante, fantastica invenzione tutta GM. Grazie di cuore a tutti voi, cari amici GM, soprattutto a chi ci ha lavorato, e speriamo alla prossima.  (Giovanna Piva)

I FANTASMI DEL CASTELLO DELLA MANTA     da Lale Mosca
Splendidamente adagiato sulle colline saluzzesi, il castello di Manta porta con sé affascinanti misteri e leggende. Si narra infatti che vi siano tre fantasmi che infestano le stanze di questo castello... scopriamo le loro storie.
Uno degli spiriti inquieti è quello di una nobildonna, la quale venne uccisa dal marito in seguito alla scoperta della sua infedeltà. Egli ideò un ingegnoso stratagemma: per giorni non fece abbeverare i cavalli che conducevano la carrozza della moglie. Al primo viaggio le povere bestie, sentendo l'odore dell'acqua, si gettarono verso il fiume e la donna annegò. Da allora lo spirito della donna vaga senza riposo nelle stanze del terzo piano, dove potrete sentire ancora oggi il suo profumo di Gelsomino e dove potrebbe riservarvi qualche dispetto!
Il secondo spirito che si aggira per queste mura è quello di un giovane venuto da lontano, profondo conoscitore di erbe medicinale e di riti magici; si narra che la figlia del castellano fosse rimasta incantata dal giovane straniero dal bell'aspetto e dai modi gentili. Presto, infatti, si innamorò di lui. Il padre della ragazza si infuriò per questo amore e costrinse la figlia a ritirarsi in un convento lontano, per separarli. Il cuore del giovane uomo si spezzò, ed egli salì sul torrione del castello, per poi gettarsi nel vuoto. Ancora oggi, nelle notti di luna piena, lo spirito non riesce a darsi pace e lo si può vedere, straziato dal dolore, alla ricerca del suo amore perduto.
Il terzo mistero invece ha come protagonista una bellissima contadina, esonerata per il suo aspetto dal lavoro dei campi e addetta al compito di mantenere colme le botti di vino bianco. Un giorno, durante una battuta di caccia, il suo innamorato, un abile e coraggioso scudiero, morì tragicamente e lei, a causa di questo grande dolore, si rinchiuse nella "crota d'l vin bianc". Molti contadini raccontano di averla incontrata e di aver udito il suo pianto nelle notti di fine inverno, mentre si culla nel ricordo del suo amore perduto.   (Lale Mosca)









 










DALLA PARTE DEGLI ESCURSIONISTI
PRIMA ESCURSIONE – VENERDI’ 6 OTTOBRE – da Pian delle Gorre al Rifugio Garelli
La testata della Valle Pesio che termina al Pian delle Gorre 1032 m., dove è situato l'omonimo rifugio, è stata la zona di partenza della prima escursione programmata in terra cuneese. Per raggiungerla abbiamo noleggiato appositamente un pulmino da venti. Non sono mancate le discussioni circa l’ora di partenza più consona alle varie esigenze del gruppo; alla fine ci ha pensato l’autista a mettere tutti d’accordo arrivando con un buon quarto d’ora di ritardo rispetto all’ora stabilita. Già… l’autista, detto “lo smilzo”, con la sua quintalata e mezzo di prorompente vitalità e simpatia ci ha, stavolta puntuale, depositato regolarmente al Pian delle Gorre. Da qui abbiamo imboccato la carrozzabile situata sulla destra orografica del Pesio e, al suo termine, un sentiero nel bosco, fino ad arrivare in una radura presso alcune costruzioni chiamate Gias Sottano di Sestrera. Con Gias, diminutivo di giasset, si indica, in quei luoghi, sia un fabbricato che lo spazio racchiuso da una rete mobile in cui si raccoglie di notte il bestiame. A questo punto abbiamo incrociato la strana coppia composta da un tal Simone Colombo, gestore del rifugio Garelli, nostra meta di giornata, che chiuso bottega scendeva a valle con il suo mulo a far faccende. Straordinario il rapporto tra i due: l’uno intento a ragguagliarci sull’andamento stagionale, l’altro a strofinare affettuosamente il suo pesante testone sul petto del padrone. “E’ un cagnone da 4 quintali e mezzo” teneva a precisare orgogliosamente Simone. (Vi immaginate aver per casa uno che gira con indosso il maglione di Simone? Si, risulta forte il contrasto tra questo e l’elegante figura del “ginecologo francese” del giorno dopo). Risalendo inizialmente nel bosco in direzione siamo arrivati all'alpe Giaset. Da questo punto il percorso si fa per noi più ripido e meno boscoso e con vari tornanti ci porta al Gias Soprano di Sestrera, da dove la vista si apre meravigliosa verso il massiccio del Marguareis e il Rifugio Garelli. Risaliamo gli ultimi 200 metri e arriviamo al Pian del Lupo dove sorge il rifugio Garelli 1966 m. Il primo rifugio “Piero Garelli” fu costruito nel 1949, e poteva ospitare solo una ventina di persone. Il primo ampliamento del rifugio avvenne nel 1968, quando fu aggiunto un piano, aumentando la capienza a 76 posti letto. Ma nel 1987 il rifugio venne completamente distrutto da un incendio, venne ricostruito con lavori che durarono 4 anni e quindi inaugurato il 13 ottobre 1991, con una cresciuta capienza, 90 i posti attuali. La sua forma architettonica è singolare e merita sicuramente una visita per ammirare i suoi tetti aguzzi e dentellati e la struttura realizzata in pietra, vetro e lamiera.  La visita all’interno non l’abbiamo potuta fare visto che il rifugio era chiuso ma, in beata solitudine, interrotta, ad onor del vero, dal gatto impiccione di Simone, ci siamo piacevolmente spaparanzati al sole per un’oretta. A malincuore lasciamo la terrazza sud del Garelli e iniziamo la discesa raggiungendo in breve, un poco più in basso il bel Laghetto del Marguareis. Dopo la doverosa sosta contemplativa proseguiamo la discesa nel vallone del Marguareis. Raggiungiamo prima il Gias Soprano del Marguareis (1742 mt.)  e poi il Gias Sottano del Marguareis (1518 mt.). Arriviamo fino alla confluenza con il sentiero di salita presso il Gias Sottano di Sestrera, chiudendo il percorso ad anello. Da qui il sentiero nel bosco di abeti ci ha portato sino al Salto e quindi al Pian delle Gorre in perfetto orario. Mancava solo “lo smilzo” che arrivava a prelevarci per il ritorno con una buona oretta di ritardo. Alla fine, lo abbiamo perdonato perché, su nostra richiesta, non ha esitato a mettere la ciliegina sulla torta di giornata, facendo sosta nei pressi dell’imponente Certosa di Santa Maria in Valle Pesio che abbiamo visitata con grande soddisfazione. (La Certosa è stata fondata nel 1173, nel periodo di massimo splendore del monachesimo medievale, quando la parte alta della valle venne ceduta dai signori di Morozzo al priore Uldrico dell'Ordine Certosino. La sua posizione geografica la collocava sulla strada tra la Grande Chartreuse di Grenoble e la prima certosa italiana, fondata direttamente da S.Brunone nel 1090, a Serra San Bruno in Calabria: dopo quella di Casotto fondata nel 1170, nella vicina valle omonima, Pesio fu così la terza certosa costruita in Italia che accolse i tanti monaci provenienti proprio da Casotto).

SECONDA ESCURSIONE – SABATO 7 OTTOBRE Traversata da Palanfrè a Limonetto   da Federico Cusinato
Oggi, sabato, è in programma la seconda escursione, una traversata in Val Vermenagna, fra due frazioni di Limone Piemonte, Palanfrè e Limonetto. Alla partenza saliamo in 9 sul nostro pulmino in una giornata un po’ nuvolosa in pianura, ma che migliora progressivamente man mano che si sale. A Palanfrè un piccolo borgo a oltre 1300 metri di quota che sta riprendendo vivacità grazie al turismo, il tempo è stupendo, il sole è splendente, l’aria è limpida e secca, quanto di meglio ottobre può dare. Cominciamo a camminare seguendo una mulattiera che sale con regolarità. Tratti nel bosco che si alternano a tratti più aperti permettono di avvertire la forte differenza di temperatura che si ha passando dal sole all’ombra. Attraversiamo una fitta faggeta, la foresta bandita di Palanfrè, che ha questo curioso nome perché ne è sempre stato vietato (bandito) il taglio degli alberi, a protezione del paese dalle valanghe. Dopo aver superato alcune costruzioni di pastori che qui chiamano “gias”, usciamo definitivamente dal bosco e cominciamo a camminare in mezzo ai mughi. Sfioriamo un piccolo laghetto quasi in secca e ci dirigiamo verso un secondo lago, più grande, il Lago degli Alberghi, dove apprezziamo lo spettacolo delle montagne che si rispecchiano nelle sue acque limpide. Ci aspetta ora il tratto più impegnativo del percorso, indicato dalle guide come attrezzato con una corda fissa. In realtà il pendio si fa sì più ripido, il sentiero è più faticoso fra le rocce friabili, ma, aiutandosi un po’ con le mani e un po’con la corda arriviamo tutti senza problemi nei tempi stabiliti al Passo di Ciotto Mieu, a quasi 2300 m di quota. Molto ampio il panorama: ci lasciamo alle spalle le Alpi Marittime mentre, sul versante opposto, vediamo le Alpi Liguri, con il Marguareis, sotto cui eravamo ieri, il Col di Tenda con le sue fortificazioni e i monti che circondano la Val Roja, già in territorio francese. Ci fermiamo per il pranzo e, nel frattempo, arrivano gli unici due escursionisti che abbiamo incontrato in tutta la giornata, due francesi, che gentilmente si prestano a immortalare il gruppo con una foto. La discesa è su terreno più semplice, prevalentemente erboso, sotto una splendida luce autunnale. Si superano altri gias, il sentiero diventa mulattiera ed arriviamo a Limonetto, la nostra meta, dove ci aspetta il pulmino. L’autista ci porta a Borgo San Dalmazzo, allo sbocco della valle, dove su sua indicazione cerchiamo una lapide in ricordo dei caduti in guerra dove potrebbe trovarsi il nome del nostro socio Riccardo Boschiero, medaglia d’oro al valor militare, qui ucciso durante la guerra partigiana. Ma con un po’ di delusione scopriamo che il suo nome non c’è in quanto sono riportati solo i nomi dei caduti originari del paese. Siamo in anticipo sul programma e c’è quindi tempo anche per una breve sosta a Cuneo dove passeggiamo per Piazza Galimberti e Corso Roma, la via principale della città. Qui di gente ce n’è in abbondanza, la solitudine dei monti è un ricordo, d’altronde ci ricordiamo che è sabato pomeriggio. La città è piacevole, anche se non ci sono grandi monumenti o edifici storici. Sostiamo qualche minuto all’interno del duomo dove assistiamo brevemente a un concerto d’organo. Corso Roma finisce bruscamente su una scarpata dove ai suoi piedi scorre il Gesso, uno dei due fiumi che delimitano la città. Ritorniamo quindi sui nostri passi, c’è ancora tempo per qualche acquisto e poi il nostro pulmino ci riporta velocemente a Vicoforte. (Federico Cusinato)


TERZA ESCURSIONE - DOMENICA 8 OTTOBRE      Anello attorno a Vicoforte     da Federico Cusinato
Oggi partiamo in 12 direttamente dal Santuario per un percorso ad anello sulle colline attorno a Vicoforte. Abbiamo 5 ore a disposizione prima di ritrovarci con i turisti che nel frattempo visiteranno Cuneo. Cominciamo a salire subito per una stradina asfaltata che in 20 minuti ci porta al centro di Vicoforte. Da lì scendiamo per un po’ per poi prendere un primo sentiero nel bosco. Ne usciamo, attraversiamo una strada e continuiamo fra prati, boschi, vigneti, in continuo saliscendi, alternando sentieri a brevi tratti su asfalto. Arriviamo alla piccola chiesa di San Grato, da dove saliamo il Bric della Guardia, il punto più alto del percorso a 623 m di quota. La storia narra che il 21 aprile 1796 Napoleone si posizionò qui per dirigere le sue truppe durante la battaglia di Mondovì contro le truppe austro-sabaude. E stranamente non c’è nessun cippo, o segno, che ricordi quell’evento. In ogni caso è molto bello il panorama sulle colline e sulla pianura piemontese, si vede la parte alta di Mondovì arroccata su un colle e dietro si disegna, appena riconoscibile fra la foschia, la forma del Monviso. Il tempo passa, dobbiamo affrettarci, e man mano che passano le ore cominciamo a sentire il caldo. Scendiamo per un lungo tratto in un castagneto per poi risalire fino a Briaglia. C’è ancora tempo e proseguiamo scendendo ancora in una valle più profonda dove in mezzo al bosco scorre un torrente. Risaliamo definitivamente sudando sotto il sole di mezzogiorno, superando qualche casa colonica e una trattoria e affrontiamo l’ultima dorsale che ci porta a Vicoforte e poi giù di nuovo al Santuario, puntuali per l’incontro con i turisti appena arrivati. Solo 5 ore, ma condotte a buon ritmo, accumulando 18 km di percorso e, sommando le ripetute brevi salite, 600 metri di dislivello. Il tempo di cambiarci e fare le valigie, e poi tutti assieme per la tradizionale e tanto attesa “colazione volante” a base di pane, formaggio e soppressa che conclude festosamente la giornata. Ci resta solo di salire stanchi ma soddisfatti sul pullman per il lungo viaggio fino a Vicenza. Un grazie a tutti i partecipanti, in particolare a Beppe per l’ottima organizzazione, e arrivederci alla prossima gita. (Federico Cusinato)

VICENZA E LA MONTAGNA 2023
La programmazione degli eventi previsti per l’edizione di Vicenza e la Montagna 2023 è proseguito con successo di consensi e di pubblico che è stato presente numeroso nella sala cinematografica del Patronato Leone XIII, per tutto il mese di ottobre. Per quanto riguarda l’apporto di Giovane Montagna alla rassegna, di cui se ne sono presi carico negli ultimi sei mesi Giorgio Presidente e Patrizia Toniolo, non possiamo che esserne orgogliosi. Oltre alla normale collaborazione dedicata alla realizzazione della Rassegna, spiccano due particolari eventi organizzati espressamente da Giovane Montagna: la proiezione del film “La traccia di Toni” del regista Antonio Bocola per la “Grivel Attrezzatura da Montagna” il 10 ottobre, e il pomeriggio di workshop di acquarello naturalistico “Disegna la natura”, dedicato agli adulti e diretto da Annalisa e Marina Durante, effettuato sabato 14 ottobre presso la nostra sede sociale. Per quanto riguarda la presentazione del film, essa rappresenta un omaggio a Toni Gobbi, leggendaria figura di uomo e di guida alpina, presidente della nostra sezione dal 1935 al 1938. Lo ricordammo tre anni fa nel nostro notiziario in occasione del cinquantesimo della morte. È stato motivo di grande soddisfazione essere stati gratificati dalla prima visione assoluta del film, fermamente voluto dalla famiglia Gobbi e realizzato con vasto repertorio di testimonianze e documenti. Grazie agli organizzatori di CAI, GM, SAV, Montagna Viva per l’ottimo allestimento della Rassegna ottobrina giunta alla XIV° edizione.
 

 
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