Non il solito Soratte (Mte SORATTE, 693 mt)
Sabato 8 maggio 2021 (evento passato)
Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Roma
Responsabile: Massimo Pecci e Guido Motteran
Programma
«Vides ut alta stet nive candidum Soracte...»
«Vedi, che il gelido Soratte è candido di neve rigida.....»
(Orazio, Odi I, 9, 1.)
Con la neve, sicuramente, il Soratte sarebbe in una veste (oggi) insolita, come anche quando, talvolta, si fa cogliere emergendo da un mare di nubi, che ci fa ricordare il mare primodiale (Giurassico) in cui si è formato e da cui è stato plasmato in montagna pre-appenninica, ora a metà strada tra la catena principale e il mar Tirreno…
Non possiamo garantire queste particolarità atmosferiche, però abbiamo fiducia e speranza che il “nostro” Soratte ci farà scoprire, come sempre, scorci diversi e ambienti insoliti, anche se a due passi da Roma.
Ritrovo: ore 07:45 a Largo Cardinal Consalvi, con partenza alle 08:00.
Viaggio: con auto private lungo la A1 fino all’uscita Ponzano Romano-Soratte e, da lì, velocemente al paese di Sant’Oreste (1 ora circa e 65 km), dove si parcheggia in prossimità del punto informativo e del parcheggio “panoramico”. Il numero passeggeri presenti in autovettura sarà a discrezione del proprietario della vettura e comunque in numero massimo nel rispetto delle regole vigenti anti-Covid (mascherina per i passeggeri, distanziamento: parte anteriore dell’auto può stare soltanto il guidatore mentre per ogni fila posteriore sono ammesse al massimo due persone (alle estremità di fianco ai finestrini), per i componenti di uno stesso nucleo familiare non vige obbligo di distanziamento e di indossare la mascherina). I DDG non provvederanno alla formazione degli equipaggi.
Sviluppo dell’escursione: Il sentiero che proponiamo è una “classica” traversata di cresta, che, con direzione SE-NW e con partenza dal paese di Sant’Oreste ci porterà alla cima (con il solito, ma sempre bel percorso), per poi proseguire da qui, con percorso insolito e talvolta aereo, con alcuni passaggi disagevoli su roccette, ma mai pericoloso, sempre lungo la cresta, fino al termine della sua parte più pronunciata e rocciosa, nella zona della “Casaccia dei Ladri”. Da qui, chiuderemo l’anello rientrando, per il facile e piano sentiero anulare basale, a Sant’Oreste, oppure, se le condizioni ambientali e del gruppo lo permetteranno, percorrendo il sentiero didattico “Le carbonare” costellato di piazzole utilizzate, fino a pochi decenni fa per le carbonaie.
Dislivello: circa 300 metri in salita e altrettanti in discesa.
Difficoltà: E (con tratti aerei e passaggi su roccette)
Tempo previsto di percorrenza: in totale 3/4 ore (escluso il pranzo): 1 ora circa, in salita, alla vetta e 1 ora in discesa lungo la cresta; per il rientro lungo il sentiero anulare, circa 1 ora; per il sentiero “Le carbonare” circa ore 1,30. Rientro a Roma previsto nel pomeriggio, traffico permettendo.
Spesa viaggio: 20 euro circa a macchina, da suddividere tra i membri dell’equipaggio. Gli eventuali non soci verseranno, come sempre, una quota di euro 5,00, comprensiva di assicurazione giornaliera.
Equipaggiamento: scarponi con suola ben scolpita, acqua, abbigliamento a strati, cappello e bastoncini tetescopici se utilizzati normalmente, pranzo al sacco; eventuale ricambio da lasciare in auto.
I direttori di gita si riservano di modificare il percorso, limitare il numero di iscrizioni o annullare l’escursione a seconda della normativa prevista per l’emergenza Covid.
Iscrizioni: entro Martedì 4 maggio 2021 ai DdG (Massimo Pecci: maxpecci@yahoo.it, cell. 3387170911; Guido Motteran: g.motteran48@gmail.com, cell. 3335858517);
NOTE: Come indicato nella descrizione dell’escursione, alcuni tratti della cresta, pur non essendo pericolosi né attrezzati, sono aerei e su roccette: la partecipazione è quindi fortemente sconsigliata a chi soffre di vertigini.
Sarebbe stato bello poter utilizzare i mezzi pubblici, ma, viste le incertezze e la imponderabile evoluzione della pandemia, faremo la nostra gita, se le condizioni normative e di sicurezza lo permetteranno, con auto private.
Relazione
Scrivere questi articoletti o resoconti, sembra cosa banale, ma non lo è affatto. Soprattutto se si fa muovere la curiosità. E così è stato per me.
Qualcuno durante la gita, forse il buon Guido, ha detto che è venuto a far visita a questo imponente monte di calcare, alto quasi 700 metri, un indiano d’America, il quale ha affermato: questo è un luogo che emana forte energia.
È da lì mi è scattata la domanda. Perché si chiama Soratte? Sono andato a curiosare.
Il nome Soratte deriva da Soranus, monte di Soranus, antico Dio Etrusco-Falisco, Dio del sole nero, degli inferi. Hanno anche recentemente trovato un antico cimitero, risalente a circa 8000 anni fa, a circa 20 metri di profondità. In effetti sul pendio nord-est, ci sono svariate grotte a pozzo, abbastanza profonde.
Arrivati i Romani è passato alla devozione del dio Apollo ed in seguito, sono stati costruiti alcuni eremi, di cui il più importante è quello di San Silvestro, che sorge sulla sommità, molto probabilmente la dove sorgeva il tempio di Apollo e in precedenza quello di Soranus.
Spero di aver stimolato la vostra curiosità, per cui chi vuole può approfondire.
Per quanto riguarda l’escursione, posso dire che è stata molto gradevole. Ottima giornata di primavera.
Lungo i sentieri ricche fioriture, soprattutto di splendidi ciclamini.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, guardando il Soratte da lontano mentre si sta arrivando, la vegetazione è ricca e rigogliosa, con alberatura veramente interessante e tanta ombra, tant’è che in passato il bosco veniva coltivato dai carbonari per farne carbone.
Lo spettacolo si gusta piano piano salendo lungo la mulattiera cementata, ma sulla sommità è indubbiamente stupendo.
Lo sguardo spazia a 360 gradi, da nord a sud, da est a ovest, su tutta la valle del Tevere, su Roma, fino al mare.
Proprio una bella passeggiata a due passi da Roma, da ripetere e approfondire sicuramente.
Un ringraziamento a tutti i partecipanti ( nove in tutto) visti i tempi, è un grazie ai Ddg Massimo e Guido.
Antonio Giovacchini