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Parco Delta del PO
Martedì 28 settembre 2021
Sabato 2 ottobre 2021 (evento passato)
Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Cuneo
Responsabile: Cesare Zenzocchi
Programma
Il "dolce gigante" così è detto il fiume Po, il più lungo d'Italia. Quando sfocia nel mare Adriatico a creato, nel corso dei secoli, una vasta zona umida che è una delle più seggestive d'Italia. Nel 2016 ha ottenuto il riconoscimento dall'UNESCO come riserva dove esistono le condizioni indispensabili alla vita vegetale e animale. Del programma di questi giorni, abbozzato e in corso di conferma vi presento alcune visite: SALINE di COMACCHIO impianto di epoca napoleonica. ABBAZIA di POMPOSA del IX secolo. IDROVORA di CA' VENDRAMIN imponente impianto di sollevamento delle acque del Delta. PUNTA MAISTRA e FARO di PILA lungo canali tra isolette e canneti dove si rriuniscolo uccelli di diverse spewcie. GIARDINO BOTANICO LITORALE di notevole interesse scientifico. E altro ancora....
Escursioni a piedi o per chi lo desidera in bicicletta e in battello.
Escursioni a piedi o per chi lo desidera in bicicletta e in battello.
Informazioni ed iscrizioni presso il responsabile
Cesare Zenzocchi 3427440616
Relazione
Su iniziativa, ed organizzazione, di Cesare Zenzocchi da martedì 28 settembre a sabato 2 ottobre un gruppo di 40 soci della Giovane Montagna di Cuneo, a cui si sono aggiunte 2 socie da Torino, è andato in gita al Delta del Po, una delle zone più interessanti create dal fiume nella grande pianura padana. Per noi, gente di montagna, il trovarsi in un ambiente acqueo ci disorienta sempre un po’, perchè l’orizzonte è piatto, ma, al contempo, ci intriga: allora allertiamo tutti i nostri sensi e cerchiamo di captare ogni informazione possibile, per formarci un’altra immagine del mondo, diversa da quella a cui siamo abituati. E qui, al Delta, di cose inconsuete e curiose ne abbiamo viste, e godute, molte. Arrivati a Comacchio abbiamo visitato il Museo Delta Antico, che mostra la storia dell’antica foce del Po, snodo commerciale fra Mediterraneo ed Europa. E’ sempre di grande interesse scoprire come sia cambiato l’ambiente del delta nel corso dei millenni, con cicli alterni di glaciazioni ed invasioni marine, fino all’insediamento dell’uomo. Dai reperti della città etrusca di Spina, che commerciava con Atene, siamo passati ad ammirare il prezioso carico della nave romana che ci ha illustrato come l’impero romano avesse globalizzato il mondo allora conosciuto. All’uscita dal museo abbiamo fatto la foto di prammatica con l’intero gruppo seduto sui gradini di Trepponti: monumento architettonico del ‘600 all’incrocio di 5 canali, che dividono la città in diverse isole. A sera, dall’Emilia Romagna ci siamo spostati in Veneto, a Rosolina Mare, dove abbiamo alloggiato per tutto il periodo. Sono 7 i bracci in cui si ramifica il Delta del Po, dando vita alla terra più recente d’Italia, un laboratorio continuo in cui la protagonista è l’acqua: dolce, salmastra e poi quella salata del mare. Ed è qui che esistono le “valli da pesca”, aree lagunari delimitate da argini, dove si allevano branzini, orate e le famose anguille, che raggiunta la maturità sessuale cercano il passaggio al mare per andare a riprodursi nel Mar dei Sargassi, dopo una migrazione straordinaria, nonché avventurosa; molte di queste, però vengono pescate e marinate, proprio qui, fin dall’antichità. Le valli sono anche l’habitat ideale per diverse specie di uccelli palustri, ed ospitano le migrazioni di moltitudini di altri volatili. Nel nostro itinerario di visita abbiamo anche avuto la fortuna di avere come guida Sandro: non solo informato, ma soprattutto, appassionato della sua terra, che ci ha illustrato in ogni aspetto: geologico, storico, botanico, geografico, economico e quant’altro! Un vero piacere stare ad ascoltarlo!! L’indomani siamo andati a Pomposa, antica abbazia benedettina, sorta su un’isola formata da due rami del fiume. Qui la bellezza da ammirare è soprattutto artistica: dagli affreschi parietali di stile giottesco, ai mosaici di marmi preziosi del pavimento, all’antico campanile che svetta poderoso fin dal 1063!! Siamo poi stati ospitati al Centro Turistico Culturale di San Basilio dove abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco, ma comodamente seduti a tavola, imbandita con salumi, formaggi, dolci e vino in abbondanza. Qui sono esposti i reperti di una villa romana trovata durante scavi archeologici fatti nella zona. A lato del Centro abbiamo visitato la chiesetta romanica di San Basilio, costruita su una duna. Nel pomeriggio abbiamo potuto apprezzare un’opera avanguardistica di bonifica quale è la Cà Vendramin con l’enorme idrovora che da inizio ‘900 sollevava le acque per immetterle successivamente in mare, e rendere coltivabile, e salubre, il territorio dintorno. Giovedì 30 settembre siamo andati a visitare il Giardino Botanico Litoraneo di Porto Caleri che offre uno spaccato dei diversi ambienti del Delta e della sua biodiversità. Siamo passati in breve tempo dalla pineta, alla spiaggia, alla laguna, ambienti frequentati da numerosi animali, come uccelli, anfibi, rettili. Qui abbiamo visto il progressivo avanzamento verso il mare delle terre emerse, ed il suo consolidamento, aiutate dalla vegetazione locale che le radica al suolo, come la gramigna delle spiagge, l’erba medica marina, l’euforbia, l’elicriso, ecc., ma pure, sulle dune litoranee, muschi e licheni di origine glaciale qui ben ambientatisi. Fra le varietà floreali si segnalano orchidee rare, ninfee bianche e gialle, e le distese rosse della salicornia. Le varietà arbustive sono quelle tipiche della macchia, e vanno dal ginepro, all’olivella, alla lecceta, alla pineta di pino marittimo e domestico. Per pranzo abbiamo avuto una gradevolissima sorpresa: col traghetto ci hanno portato in un ristorante tipico, “Il Ghebo”, che ci ha offerto un menù di pesce, abbondantissimo e squisito, della più tipica tradizione marinara delle valli del Delta del Po, il tutto annaffiato da un delizioso prosecco. Dopo pranzo abbiamo fatto l’escursione in bicicletta o a piedi, sulla Via delle Valli che costeggiano il Po di Maistra, e ci fa immergere ancora di più in questo ambiente magico del Delta, che è terra di riproduzione di centinaia di specie di uccelli. Nel 2015 il Delta del Po è stato inserito nella Rete Mondiale delle Riserve di Biosfera del Programma dell’UNESCO, per proteggere l’ambiente, in una relazione di sviluppo sostenibile con l’uomo, ed il suo lavoro, per conservare la sua biodiversità e preservarne gli ecosistemi. Venerdì 1 ottobre con la motonave, presa a Ca’ Tiepolo, siamo andati fino al faro di Punta Maistra, alla fine del Po di Pila, il ramo più antico e, un tempo, quello principale del Po, quando il fiume abbraccia il mare, l’Adriatico, ed in parte, lo conquista. Infatti nel tragitto la guida ci ha spiegato come il delta sia una terra giovane in continua evoluzione per le modifiche apportate dal fiume, ma anche dall’uomo, che piega la natura al suo volere. L’esempio più macroscopico è qui quello del Taglio di Porto Viro, imponente opera idraulica della Repubblica di Venezia dell’inizio del 1.600, che deviò a sud il ramo principale del Po per sottrarlo a Ferrara, sua nemica, e per evitare l’interramento della sua laguna. Sono molti i cordoni litoranei che dalla preistoria ad oggi si sono succeduti nel Delta, che, ricordo, è terra al di sotto del mare di circa 2 metri, protetta da argini e scanni: così si chiamano le isole sabbiose formatesi con i sedimenti fluviali, non solo del Po, ma anche dell’Adige e del Reno, e modellate dalle onde e dai venti, che danno vita alla linea di costa che divide il mare dalla laguna. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto una grande laguna: la Sacca di Scardovari, dove nel ‘700 un gruppo di pescatori decise di stabilirsi, vivendo su palafitte e dedicandosi all’allevamento di cozze, vongole, ed oggi anche di ostriche. Ma qui non ci sono solo prodotti del mare, infatti, tornando, abbiamo fatto una sosta alla Riseria Moretto, dove abbiamo scoperto la lavorazione di un’altra eccellenza del territorio, e cioè il riso. Al termine della visita ci hanno anche offerto una simpatica degustazione. Ultimo giorno, sabato 2 ottobre: con tre piccole imbarcazioni di pescatori, siamo andati alla scoperta degli orti di mare nel Bonello Bacucco, l’angolo più autentico del Delta del Po, dove ci siamo avventurati in un dedalo di canali punteggiati da isolette ed inframmezzati dai folti canneti, luoghi ideali per nascondersi, (ed anche perdersi quando arriva la nebbia ed è impossibile orientarsi), molto suggestivi da attraversare in una giornata di pieno sole, come abbiamo fatto noi, per arrivare sulla spiaggia, all’isola dei Gabbiani, attrezzata per ospitare famiglie in vacanza, e dove ci è stato offerto un sontuoso aperitivo con stuzzichini. Abbiamo poi raggiunto il Rifugio “La Donzella” nella sede della cooperativa che ci ha accompagnato nel nostro itinerario nel Delta, per un pranzo con menù degustazione, al termine del quale siamo ripartiti per tornare a casa. E’ stata una bellissima, ed interessante, gita; abbiamo goduto di un bel tempo, con temperature quasi- estive, apprezzate perché venivamo da giorni già freddi, (infatti qualcuno ha sbagliato a fare la valigia!!!). Come succede quando stiamo insieme per qualche giorno, noi della Giovane Montagna, ritroviamo uno spirito di famiglia, perché lo siamo davvero una grande, e bella, famiglia! Andare in giro insieme, mangiare insieme, cantare insieme, ci fa star bene, ci riconcilia con la vita e ci ringiovanisce! Molti di questi meriti sono da attribuirsi a Cesare, che non solo ha pensato a questo bell’itinerario, ma ha saputo contenere i prezzi di un servizio eccellente: di organizzazione, alloggio, vitto ecc. E come se non bastasse, con l’ultima cena a Rosolina, ci ha offerto una bellissima, e deliziosa, torta, a cui ha fatto seguito un bel coro di canti nostri, di montagna!! Non voglio dimenticare che alcune sere prima, i figli di Michelina hanno voluto festeggiare, a sorpresa, il compleanno della mamma, ordinando dal pasticcere locale una torta favolosa, che ha commosso incredibilmente la festeggiata, e con lei, tutti noi!