Colle Bondormir da Sant'Anna di Bellino

Domenica 18 luglio 2021  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Cuneo
Responsabile: Greborio / Serra M.



Programma



L'escursione al Lago della Camosciera, prevista in  data 25/07/2021, è stata annullata e sostituita con la presente escursione.
 
Siamo sulla dorsale di fronte alla nostra gita precedentemente programmata. Dal parcheggio sopra il Ponte Pelvo (1755 m) imbocchiamo la strada sterrata per le borgate Culet (1812 m), Carcassuna (1923 m), Combe inf. e sup. ed infine grange Saut (2186 m). Il sentiero, tra rigogliosi prati fioriti ed abbondanza di mandrie al pascolo, prosegue piuttosto ripido e meno segnato, fino al Colle del Bondormir (2651 m). 
Località di partenza parcheggio vicino Ponte Pelvo.
Dislivello sino all’ultima grangia 431 m - sino al Colle del Bondormir 896 m
Tempo complessivo 4 ore Grangia - 7 ore Colle
Mezzo di trasporto auto private.

Per adesioni telefonare entro giovedì 15 luglio ai responsabili
Andrea Greborio 3466412737 - Stella Serra 3331748366



Relazione



Da diverso tempo assente dalle Gite Sociali a causa vari impegni, oggi ritorno con gli amici dell’Associazione per fare una gita nella Valle Varaita di Bellino: una vallata in cui non si va sovente. Siamo una ventina e parcheggiamo le auto in uno striminzito parcheggio a circa 1 km a monte di Chianale. Nei pressi delle auto, dall’altra parte del Torrente Varaita di Bellino, (scavalcato da un bel ponticello in pietra) situato allo sbocco del vallone laterale di Camosciera, vi è un singolare ammasso di pietre chiamato “Casso de Preifiol”; ma noi andiamo dalla parte opposta e lo vedremo solo dall’alto. Al momento di iniziare la gita vedo gli altri parlare confidenzialmente con due persone in Mountain Bike: mi avvicino e… sorpresa sono i nostri Soci Renzo e Mirella che hanno pensato bene di aggregarsi alla gita: in bici però! Più o meno tribolando ci accompagneranno fino al termine della strada. Ma veniamo alla gita: come spiegato già nella presentazione sul Notiziario essa percorre una strada agrosilvopastorale a servizio dei margari (ma si dice malgari o margari? mah forse meglio usare il piemontese classico che li definisce “marghè”) che abbastanza ripidamente sale ai pascoli superiori. Complice il bel cielo azzurro si sale senza fretta tra una miriade di fiori: Epilobi, Giglio Rosso (o di San Giovanni), Giglio Martagone e tra le rocce il bel rosso vivo del Semprevivo dei monti ecc…… Si passano alcune borgate abitate solo dai “marghè” con le loro mucche e la stradina a tratti sale decisamente ed è un po’ smossa e i nostri due baldi ciclisti che anche se dispongono delle biciclette a “pedalata assistita” (come si usano adesso) ogni tanto devono mettere un “pied-à- terre” onde evitare di trovarsi spiacevolmente con i sassi vicino al naso o.……. Così in un paio di ore si arriva all’ultima grangia (vuota tranne qualche mucca nei dintorni) detta Grangia Combe Superiore 2085 m e il bel cielo azzurro si è già velato! Qui in teoria potrebbe forse? terminare la gita però i coordinatori suggeriscono di salire ancora un poco verso il Colle del Bondormir 2657 m visto che è presto. Così ci si inerpica ancora un poco sull’erto e smosso sentiero (più che un sentiero sono varie tracce di mucche) con ogni tanto qualche ometto eretto da qualche anima pia per segnalare il percorso. Facendo attenzione a non beccarci la “scossa” si scavalcano o si sottopassano i fili con la corrente che servono a non lasciar sparpagliare troppo le mucche. Allietano la fatica del salire solo alcuni fiori e dopo un poco si decide di tornare indietro anche perché la salita al Colle sarà ancora lunga e alcuni nuvoloni scuri già girano per il cielo. Di fronte al nostro versante verso Sud si erge maestoso il gruppo del Pelvo d’Elva 3065 m, il bel triangolo del Pic de Sagneres, e poi la Rocca la Marchisa (ben conosciuta dagli sci-alpinisti) ecc. Tornati alla grangia si pranza tranquilli e poi si ritorna giù seguendo la strada percorsa al mattino, ma….. ad un bivio i coordinatori ci fanno svoltare su un sentiero in ripida salita (nel fresco bosco però), poi per fortuna scende e tra i molti merenderos che affollano i prati attorno si approda al Rifugio Melezè ben affollato dentro e fuori (manco a dirlo) ove termina la nostra gita, mentre i nuvoloni continuano a rincorrersi nel cielo.

 
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