Escursione - Due Giorni in Val di Fleres
Sabato 30 luglio 2022
Domenica 31 luglio 2022 (evento passato)
Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Vicenza
Responsabile: Paolo Zaccaria - Beppe Stella
Programma
DUE GIORNI IN VAL DI FLERES
La natura incontaminata rende la Val di Fleres un ambiente unico e ge- nuino. È una valle delle Alpi Breonie, dove i masi isolati e le piccole con- trade aggiungono armonia a paesaggi tranquilli e sereni.
Sabato: dal punto di partenza (1.400 m) tutti raggiungeranno senza diffi- coltà attraverso guadi e zigzag il rifugio Cremona (2.423 m).
Domenica: la comitiva A seguendo il sentiero panoramico n. 7 salirà sot- to le pendici della Parete Bianca (altitudine max 3.014 m) per scendere prima al rifugio Calciati al Tribulaun (2.369 m) e poi al punto di partenza del sabato seguendo il sentiero n. 8.
La comitiva B, seguendo un percorso agevole nella zona del rifugio Cre- mona contornato da laghetti, continua il sentiero numero 6 fino ad in- contrare la cresta rocciosa del Monte della Neve. Il ritorno si farà per il percorso dell’andata al sabato.
DISLIVELLI: 1°g 1.000 m; 2°g comitiva A 600 m, comitiva B 400 m TEMPI: 1°g ore 4; 2°g comitiva A ore 6/7, comitiva B ore 4/5 ORARIO PARTENZA: sabato 7.00
CAPOGITA: Paolo Zaccaria, cell. 335 482657;
Beppe Stella, cell. 336 641424
Relazione
SABATO 30 e DOMENICA 31 LUGLIO - DUE GIORNI IN VAL DI FLERES
La gita in Val di Fleres di fine luglio, ininterrottamente inserita nel programma sociale dal 2019, è finalmente giunta a conclusione. Negli anni era stata sostituita con altre mete alternative, ma mai era stata dimenticata. Purtroppo per me, dopo la ricognizione effettuata nel 2018, ben poco di quello che avevo visto, era rimasto in memoria. La gita inizia dall’ultimo paesino, S. Antonio, dove finisce la valle di Fleres. Da lì, seguendo un bel sentiero lastricato lungo un torrente saliamo fino al rifugio Cremona, la nostra prima meta. Il rifugio Cremona, alla Stua, è appena sotto l’inizio dell’ormai inesistente ghiacciaio Vedretta alla Stua, alla quota di 2.423 metri. Cominciamo il percorso senza fretta, con pendenze che via via diventano più impegnative, ma senza mai trovare difficoltà. Attraversiamo più volte ricchi corsi d’acqua; qui, rispetto a noi, bruciati dal sole di questa calda estate, non si conosce la siccità. Si sale decisamente nell’ultimo tratto e solo all’ultima curva si scorge, scuro come la roccia circostante, il tetto dell’antico rifugio. Dopo l’ottima cena, si va tutti a riposare ma una sveglia, caricata tra le tre e le quattro, crea lo scompiglio nella camerata. Si salvano solo i pochi che, provvisti di tappi per le orecchie, sono previdenti anche in branda. Il giorno successivo ci dividiamo in due gruppi: uno per salire con un dislivello di circa 400 m. fino ai laghetti sopra il rifugio, con lo stesso percorso di ritorno dell’andata, e l’altro per compiere l’attraversata in quota verso il rifugio Calciati al Tribulau, per poi scendere e ricongiungersi con gli altri verso le auto. Iniziamo a camminare nella fresca mattina con un cielo grigio e nuvoloso mentre in lontananza si scorge la cima della Parete Bianca: quello è il punto di riferimento più alto per il nostro passaggio. Il percorso è un po’ franoso, ma salendo sicuri e prudenti, raggiungiamo le quote più alte. Intanto veniamo avvolti nella nebbia ed ogni speranza di ammirare il panorama da lassù, rimane delusa. Senza alternative, decidiamo di procedere oltre per sostare al riparo nel sottostante rifugio Calciati. Rinfrancati anche da qualche timido raggio di sole, ci immortaliamo nella foto di gruppo ai piedi della maestosa parete del Tribulaun che, a brevi tratti, appare tra le nuvole. È impressionante osservare la base di questa cima che con la sua mole incombe, anzi sovrasta, il rifugio Calciati. Siamo ormai nella via di ritorno, un lungo sentiero ben tracciato a serpentine che, alla fine, ci fa incrociare l’altro gruppo. Ora siamo di nuovo in quattordici, mi ero scordato di scriverlo da subito, che ringrazio per le belle giornate trascorse assieme. Alla fine, il momento conviviale non manca mai, per i saluti ed un arrivederci all’anno prossimo. (Paolo Zaccaria)