Competizione e lucidità sul Nanga Parbat (Ilio Grassilli Francesca Attoni)

Giovedì 18 maggio 2023  (evento passato)

Tipo attività: Incontro culturale
Sezione di Roma
Responsabile: Commissione Cultura



Programma



Degli 8000 non ancora vinti in inverno erano rimasti solo il Nanga Parbat e il K2. Nel 2016 una cordata italo-basca-pakistana conquista il Nanga, dopo meschini litigi e l’esclusione di uno dei componenti.  A 70 metri dalla vetta un’italiana della spedizione è in difficoltà e decide di fermarsi per non compromettere la discesa di tutto il gruppo. Due storie singolari.
Nel 2019 l’alpinista escluso tenterà ancora con un giovane compagno. Tragica rivincita (entrambi sono ancora lassù).
Raccontano Ilio Grassilli, Francesca Attoni e Federico Grassilli.




 



Relazione



Rivalità e lucidità per gli 8000 del Nanga Parbat
di Serena Peri

Due libri e due storie al centro della serata in sede del 18 maggio. Ma quando c’è la regia di Ilio, non è mai la presentazione un po’ formale di un libro, anche se bello: sono invece le storie delle persone che affrontano le montagne e la vita che entrano tra di noi, con la voglia di raccontarle, per ascoltare le loro voci vive e cogliere le particolarità, le grandezze e le fragilità, il coraggio e le paure, le grandi e piccole imprese della loro vita comunque piena. E così è stato anche stavolta: con l’aiuto di Federico e Francesca, che hanno prestato la loro voce ai protagonisti, Daniele Nardi e Tamara Lunger, e le immagini proiettate dal team tecnico impreziosito dal giovanissimo Anthony, Ilio ci racconta di due storie, una - dice lui - di competizione un po’ meschina tra due uomini; e un’altra invece, con protagonista una donna, di nobile e generosa assunzione di responsabilità, anche quando la rinuncia è grande. Il primo protagonista è Daniele Nardi, giovane e valido alpinista di Sezze, con la passione e forse un po’ l’ossessione dell’impresa impossibile e rischiosa, costantemente in tensione per quella che sentiva una non considerazione da parte del mondo alpinistico “ufficiale”. La storia raccontata riguarda la via invernale al Nanga Parbat, uno degli Ottomila più rischiosi; e lo sperone Mummery, della via al Nanga, una delle vie più complesse e piene di rischi. Pane per i denti di Daniele, che cercava di misurarsi con le proprie forze, rigorosamente rifiutando, oltre che i portatori e l’ossigeno, persino la via segnata da un altro alpinista. Il racconto della spedizione italo-basco-pakistana del 2016 sulla prima invernale al Nanga mette in luce la difficoltà di relazioni in situazioni estreme, quando forse le motivazioni di ciascuno si diversificano, e magari la visibilità e la smania del primato personale diventano prioritarie rispetto alla capacità di condivisione. “Tornate sani, tornate amici, arrivate in cima: in questo preciso ordine”: l’invito di Roger Baxter Jones, che ci ricorda anche stasera l’alpinista e fisico Gianni Battimelli amico presente tra il pubblico, quell’invito in quella vicenda del Nanga Parbat proprio non fu rispettato. E comunque la figura di Daniele Nardi, interessante e controversa, aiuta a riflettere sul lato “ombroso” delle più grandi passioni, quando non sono in grado di creare in noi soltanto armonia, ma invece, oltre che spingere ad andare incontro alle meraviglie e al rischio di conquistarle, ci rimangono dentro come perenne desiderio di superarci ma anche di concorrere e primeggiare. Daniele proprio dal Nanga Parbat, in una seconda invernale, non tornerà; dopo avere affidato ad un’amica giornalista il compito di concludere e raccontare la sua storia con quella montagna.
Decisamente più solare e armonica la figura di Tamara Lunger, che pure racconta – attraverso la narrazione di Ilio e la voce di Francesca – la sua, di passione per le montagne e l’alpinismo estremo: ma con la grande apertura che le fa sentire in questa un veicolo di collegamento con l’infinito che è in noi e oltre noi, con la voce dell’Assoluto, di un Dio Signore della natura, della vita e della morte, per una vita oltre la morte. Il che non significa lo “sconto” rispetto alla tenace e coraggiosa sfida al limite delle resistenze umane, vissuta con consapevole e generoso slancio, oltre che con impegno e tenace preparazione fisica mentale e spirituale. A 70 metri da un Ottomila sognato e desiderato, mentre i suoi compagni di spedizione la hanno raggiunta, quella vetta, lei sa di dovere fermarsi: salire quei 70 metri vorrebbe dire “non tornare viva”. E’ sola, in quel momento e in quella decisione: ma sa invece che vuole e deve tornare viva, una voce dentro, chiara e precisa, glielo impone. Ecco perché – anche raccontandola a posteriori – la difende, la sua scelta, come una scelta giusta e generosa.
Una serata per ascoltare, emozionarci, riflettere, essere invitati a leggere di persona. Grazie a tutti i protagonisti; a Francesca che ha dato l’input, che per prima si è emozionata leggendo questi due libri nel periodo della pandemia; a Federico, che presta la voce a Daniele Nardi, facendoci entrare nella sua personalità effervescente, appassionata e conflittuale; a Anthony, che segue con attenzione che scorrano sullo schermo le immagini a corredo del racconto di suo nonno. E al grande Ilio, che da sempre è capace di tenerci avvinti raccontando storie di montagna.

IL TRIO DEL NANGA   Serena Peri

Il “trio del Nanga” si esprime di maggio
e ce ne vuole, sì, di coraggio:
ché Europa League, Roma in semifinale,
noi la sfidiam…con la prima invernale.
Pubblico scelto, fedele ed amico,
Ilio “regista”, del trio l’ombelico:
e la cordata si accorda in tre tiri,
parti divise, studiati i “papiri”.
Ecco che Ilio dà inizio alle storie,
ma le tre parti son “circolatorie”:
così il racconto a più voci si snoda,
Ilio a Francesca e Fede si accoda.
Chicca del tecnico team digitale
new entry con compito… inaugurale,
Anthony segue attento e costante:
il trio quaterna diventa all’istante!
Eccovi il Nanga, Ottomila rischioso:
2 storie narro, non sarò noioso,
una meschina tra maschi ingaggiata,
una da nobile donna segnata.
Daniele Nardi la prima racconta,
e la Carati al finale è già pronta;
allenamenti lui molti ne conta,
il Semprevisa di corsa rimonta.
Presto attrazione fatal gli Ottomila,
quando non c’era ancor lunga la fila;
2007 il K2 è raggiunto,
con due 8000…si mette un bel punto.
Non soddisfatto di fama mancante,
si sente misconosciuto rampante:
ecco l’impresa, con sé stretto il patto:
Nanga Parbat invernale, mai fatto!
Sente la sfida al di sopra di tutto,
la via Kinshofer, il seracco più brutto:
salire dove non si è arrampicato,
Mummery e il suo sperone è affrontato.
Soldi, equilibri sottili e gelosi
prendon gli atleti, di fama ambiziosi:
Alex Daniele Simone ed Ali
non si capiscono, è male così.
Nella tensione, chi è il capofila?
L’aria si inquina persino a Ottomila.
Daniele vola e discute nel vuoto,
si fa la guerra persin con le foto!
Nardi si arrabbia perché emarginato,
ma il meteorologo amico ha parlato:
le condizioni son buone, coraggio!
Ora l’impresa non è più un miraggio.
Alex che invita da solo Simone
(parola “insieme” è cassata, attenzione!)
scatena moti meschini in Daniele:
vince il sospetto, e ha sapore di fiele.
Quella scalata è finita, un po’ amara,
ma la montagna a Daniel resta cara:
tra i ghiacci torna, ma è per …rimanere,
scelta e destino fan le cose vere!
E poi Tamara, dal largo respiro,
affascinata dal Nepal, in un giro:
lei l’assoluto lo cala nei piedi,
sa che lo hai dentro tutto ciò che credi!
Quando lei incontra Simone, è cordata:
la vicinanza a morir, calcolata,
l’allenamento a fatica e dolore,
con vita e morte ben forti nel cuore.
Se sai fermarti, sai essere forte:
si resta insieme anche contro la morte.
Si, solitaria, ma torni e non resti
parli col cielo, in nuova vita investi.
Donna alpinista ed appassionata
credi e spalanchi, per far nuova “andata”:
70 metri alla vetta agognata…
Ma la tua via per noi resta segnata!
Grazie Francesca-Tamara suadente,
con la tua voce calda e convincente:
grazie al team tecnico, pronto e efficiente
col grande Anthony, oggi esordiente!
Grazie al regista e primo relatore,
e grazie al gran Federico-Daniele:
siete un “quadrivio” legato da amore
che di ogni storia sa tesser le tele.
E’ vero che di altri raccogli gli spunti,
ma tu, Ilio, hai sempre il più alto dei punti:
per noi GM, le belle memorie
son quando Ilio …racconta le storie!

 

 
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