5 gg in Gran Sasso

Venerdì 7 aprile 2023
Martedì 11 aprile 2023  (evento passato)

Tipo attività: Scialpinismo
Sezione di Torino
Responsabile: Pierluigi Salza e Gianni Siletto



Programma



In vista della 5 gg di Scialpinismo in Gran Sasso, situata nel ponte di Pasqua 7-11 aprile ‘23, con Gianni Siletto abbiamo stilato il seguente programma di massima, effettuabile con condizioni di neve sufficiente e sicura, che vi sottoponiamo:

  7 Aprile
Viaggio Torino - Castel del Monte (lato orient. di Campo Imperatore), 7-8 ore, sistemazione e cena presso B&B.
  8 Aprile
Monte Camicia 2564 m da Fonte Vetica 1600 m (25 ' da Castel del Monte), BS, 964 m di dislivello, esposizione S e SO, salita dal Vallone di Vradda discesa dal 'Paginone'. Trasferimento a Prati di Tivo, circa 2 ore, sistemazione e cena in albergo.
  9 Aprile
Corno Grande (Gran Sasso) 2912 m da Prati di Tivo 1465 m, BSA, 1450 m di dislivello riducibili a 950 se si utilizza l'impianto della Madonnina, esposizione N-NE-NO, eventuale discesa dal Vallone dei Ginepri, BSA, con 100 m di dislivello aggiuntivi, cena e pernottamento in albergo a Prati di Tivo.
  10 Aprile
Pizzo d’Intermesoli 2635 m da Prati di Tivo, OS/OSA, 1400 m di dislivello, esposizione N, E e S, oppure Pizzo Cefalone 2533 m da Prati di Tivo, BSA, 1300 m di dislivello, esposizione N e E, oppure Monte Corvo 2623 da Prato di Selva (circa 45' da Prati di Tivo), OS/BS, 1300 m di dislivello, esposizione N, cena e pernottamento in albergo a Prati di Tivo o a Prato Selva.
  11 Aprile
Viaggio Prati di Tivo o Prato Selva - Torino, 7-8 ore.

Nel caso le condizioni di sicurezza della neve non fossero ottimali, si cercherà di sostituire una o più delle gite in programma con alternative più sicure, tipo:
Monte San Franco 2132 m dalla strada che collega Valico Capannelle ad Assergi (restando sistemati per esempio a Castel del Monte) q. 2300-2400,  MS, 700-800 m di dislivello, esposizione S.
Monte Gorzano 2458 m da Cesacastina, Crognaleto, TE, 1115 m (cercando opportuna sistemazione nei dintorni), MS, 1200-1300 m di dislivello, esposizione SE.
In modo da farci un'idea per le sistemazioni, che vorremmo cominciare a verificare fin da ora, vi chiederemmo per favore di indicare a tempi brevi la vostra intenzione di partecipare.
 



Relazione



Partecipanti, 12:
Federica, Feli, Gianni, Giorgio, Guido, Igi, Marco B., Marco O., Mariateresa, Renzo, Silvana, Teddy.

Un resoconto nel quale si parlerà più di cucina che di scialpinismo.

Partiamo il venerdì di Pasqua per l’Abruzzo confidando che le previsioni, ancora incerte, si rivelino benevole. La nostra “sporca dozzina” torinese è accolta con calorosa ospitalità nella singolare residenza di Castel del Monte, sul versante sud del Gran Sasso, dove ci attende una ricca cena con pasta alla mugnaia e naturalmente arrosticini e bistecche di agnello.

Sabato, diretti al Monte Camicia, arriviamo sull’altopiano di Fonte Vetica mentre dalle nuvole che coprono le cime inizia a scendere qualcosa tra il nevischio e la pioggerella. Due locals stanno partendo per il Monte Tremoggia, itinerario più diretto e più breve del Camicia. Dopo breve consultazione decidiamo di seguirli. Ci incamminiamo per uno stretto canalino innevato che incide un paesaggio desolante, erba gelata coperta di brina. Ma l’innevamento quest’anno è così. Mentre le nuvole si abbassano minacciose, ci riuniamo per decidere di proseguire in fila indiana. Con l’aiuto del GPS tocchiamo nel più completo white-out la cima del Monte Tremoggia, segnata da un mucchio di sassi già coperto di neve nuova, al culmine di un largo dosso spelacchiato dal vento. Rapido dietrofront, un primo tratto a piedi e poi, usciti gradualmente dalle nubi, una divertente sciata nel canale con curve molto strette.
Spuntino al classico ‘bar della stazione’ in quel di Bazzano mentre fuori pioviggina. Rapida visita a l’Aquila, città praticamente deserta e ancora in ricostruzione. Poi trasferimento a Montorio al Vomàno, non lontano da Prati di Tivo, sul versante settentrionale del Gran Sasso, per sistemarci in un agriturismo in posizione super panoramica, se si riuscisse a vedere qualcosa.

Oggi, giorno di Pasqua, sarebbe destinato al Corno Grande ma, viste le previsioni, lo rimandiamo a domani, ultimo giorno. Saliamo a Prati di Tivo su una strada imbiancata che attraversa un bosco invernale, mentre da un tetto di nubi cade la solita pioggerella mista a neve. Renzo, Feli e Fede partono a piedi lungo una stradella boschiva, gli altri in sci vanno in esplorazione verso la Madonnina, primo tratto della via normale al Corno Grande, seguendo gli impianti quest’anno fermi. Entrati dopo un’oretta nella nebbia fittissima, ormai a poca distanza dalla Madonnina, su pendii sempre più ripidi e carichi di neve fresca, ci ripariamo presso i provvidenziali paravalanghe e cambiamo assetto. Discendiamo con cautela uno alla volta i primi 100 m. La neve appena po’ pesante ma ben sciabile, più in basso, dove torna la visibilità, diviene gessosa.
Tornati al parcheggio, decidiamo di muoverci ancora un po’. Ripelliamo e ci avviamo lungo la stradina che scollina nella Val Maone. Intanto smette di nevischiare e le nubi si alzano un po’. Attraversiamo un bellissimo bosco di faggi con tanta neve appiccicata ai rami. Dal punto culminante sul dosso divisorio tra le due valli percorriamo in discesa un tratto suggestivo sotto ripidi pendii, per fortuna non troppo carichi. Entrati nella Val Maone le nebbie si diradano e possiamo ammirare le scoscese pareti di splendida roccia calcarea che sostengono a sinistra il Corno Piccolo e a destra il Pizzo d’Intermesoli. Risaliamo per un po’ la valle fino allo sbocco del Vallone dei Ginepri, poi torniamo. Mentre riprende a nevischiare siamo di ritorno al parcheggio dove ritroviamo gli altri amici. Meritato spuntino al bar degli impianti. Pomeriggio di riposo e cena all’agriturismo con gli ‘avanzi’ del pranzo di Pasqua, che raggiunge il culmine con un meraviglioso timballo.

Pasquetta. Previsioni come al solito. Vorremmo almeno esplorare il versante Assergi e Campo Imperatore. Ma ci avvisano che la sezione superiore degli impianti è chiusa per il vento. Nulla da fare. Cerchiamo un’alternativa per una semplice camminata e proviamo a cambiare zona. Ci dirigiamo a Campotosto sul grande lago omonimo, uno degli invasi artificiali più vasti del paese, a nord ovest di Montorio al Vomàno. Pioviggina e tira vento, senza speranza. I quattro più a corto di ferie pensano giustamente di rientrare a Torino oggi stesso. Noi rimasti ci avviamo verso il vicino monte Cardito, percorso che dovrebbe essere molto panoramico sul lago. Attraversiamo il paese di case vuote, ancora disastrate dal terremoto del 2009, crepate, ingabbiate, puntellate, deserte. Dei container ospitano la farmacia, le poste, il negozio di alimentari, la chiesa e il bar trattoria “da Peppina” e formano una piccola piazza. Dal paese seguiamo una stradina che risale ampi dossi spogli e lunari al cospetto delle severe montagne spruzzate di neve del massiccio della Laga che a tratti sbucano dalle nebbie. Il lago lo avvistiamo per pochi minuti. Al rientro, mentre riprende a piovigginare, onoriamo la Pasquetta in trattoria. Ambiente verace e atmosfera da paese. Amatriciana e gricia, entrambe eccellenti come la bistecca di pecora. La sera all’agriturismo ultima cena di gran classe con rintroceri e arrosto di maialino.

E arriva il momento di rientrare anche per gli ultimi irriducibili, allietato dalla cerimonia del taglio della colomba, portata da Torino e rimasta finora intonsa, che finisce affettata e gustata sul coperchio di una spazzatura all’esterno di un autogrill troppo affollato.

In conclusione, se le previsioni erano poco promettenti, ogni volta la realtà le ha superate in peggio, lasciando davvero poche possibilità, che peraltro abbiamo cercato di sfruttare al meglio. Il gruppo, pur costretto a improvvisare man mano obiettivi di ripiego, è stato sempre coeso, l’ottimismo non ci ha mai abbandonati e non abbiamo mai perso il buon umore, soprattutto nei momenti conviviali allietati dalla eccellente ospitalità e dal buon vino locale.

Legenda:
Pasta alla mugnaia: rotolini di pasta fatta a mano, conditi con ragù rosso di agnello
Timballo: lasagne di crespelle, condite con formaggio, piccole polpette, besciamella e sugo rosso
Gricia: amatriciana in bianco
Rintroceri: passatelli di farina e acqua conditi con ragù bianco
 

 
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