Trekking Costiera Amalfitana

Sabato 31 maggio 2025
Sabato 7 giugno 2025  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Cuneo
Responsabile: Greborio/Serra



Programma



La Costiera Amalfitana è dal 1997 riconosciuta come patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. E’ rinomata in tutto il mondo per la sua bellezza naturalistica. Essa va da Positano a Vietri sul Mare, per una lunghezza di circa 55 km. Prende il nome dalla città di Amalfi, la città storicamente più importante della costa.
Posti esauriti – possibile in LISTA d’attesa: per informazioni telefonare ai coordinatori:
Stella Serra 333 1748366 - Andrea Greborio 346 6412737



Relazione



1° giorno: 25 sonnambuli salgono sul pulmino affollato alle 4 del mattino. Il mezzo sbuffa e traballa, infilandosi in strade secondarie, tanto che alcuni si agitano temendo di non arrivare in tempo all'appuntamento con il treno a Torino, sul quale invece ci accomodiamo tranquillamente per essere cullati in un profondo assopimento. Finché veniamo ridestati da una perentoria affermazione: “questo treno ad alta velocità non fa tante fermate… ma è sempre fermo!”Ha così inizio la nostra avventura.A Salerno incontriamo Mara, la nostra guida Naturaliter. In direzione Sant’Agata sui due Golfi, transitiamo nella penisola sorrentina- comune di Massa Lubrense- con vista sul Vesuvio e su Meta di Sorrento, da cui si gode un meraviglioso affaccio sul golfo sino a Ischia, Procida e Capri. Il meritato rilassamento presso l'hotel Sant’Agata ci consente di ritemprarci per affrontare la prima tappa prevista: Monastero di San Paolo, dettoDeserto, eruditi dalla guida Costantino. A chiusura di giornata segue la visita alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, di cui si segnala il tabernacolo e l'altare, in raffinata madreperla ed il crocifisso in restauro, scolpito in legno di pero.
2° giorno: alla partenza rischiamo di “perdere” una nostra socia… che, a sua volta, avrebbe perso il molare!!: ovviamente si tratta dell'escursione al monte Molare (1443). Transitiamo attraverso borghi appartenenti al comune di Vico Equense, tra alberi di noce, agrumeti e splendida veduta sui due versanti del golfo: Positano, già in provincia di Salerno e Vico (NA). Il percorso a piedi si dipana dal piazzale della funivia del Faito: percorriamo un giro ad anello di 13 km complessivi, transitando attraverso boschi ombrosi di faggi, castagni, piante di elicriso, ginestre dell'Etna: di fronte a noi contempliamo la valle del Sele e le sue serre, il Cilento in lontananza e, dai punti panoramici, scorgiamo Napoli, Posillipo, gli scavi di Pompei, Castellammare di Stabia, ecc. Arrivati presso una sorgente ricavata in una grotta -dove la guida ci indica una pianta carnivora- proseguiamo immersi nella bellezza del paesaggio, piacevolmente accarezzati dalla brezza e a tratti baciati dal sole, fino alla base del Molare. Alcuni di noi scelgono di inoltrarsi sul ripido sentiero che conduce alla cima. Da qui godiamo la soddisfazione di uno sguardo a 360’ sulle tre isole schierate in prospettiva - Capri e faraglioni, Procida e Ischia- nonché sull’immensa distesa blu, costellata da bianche barchette e dalla disposizione orizzontale di nuvole bianche che proiettano la propria ombra bianca sull’azzurro marino. La battuta dialettale di Costantino ci coglie... abbastanza preparati nella sua interpretazione: "tieni aniverint' a sacc", che si riferisce ai comportamenti fin troppo frettolosi da parte di alcune persone.Sul fare della discesa, la nostra presidente si procura una micro ferita: verrà accerchiata da un movimento circolare di solidarietà…chi si inginocchia a tamponare il sangue, chi applica cerotti di varie misure, chi auspica un'adeguata disinfezione… tanto che sul terreno resteranno tracce di convulse manovre infermieristiche di pronto soccorso!
3° giorno: in 8 stiamo attendendo il pulmino che ci condurrà a Marina del Cantone per l’imbarco verso l'isola di Capri. Per un attimo temiamo di aver “perso” i restanti amici della G.M., generalmente molto in anticipo, finché apprendiamo che sono già partiti con un precedente mezzo. A Capri un gruppetto resta per la visita alla città, altri 15 optano per la salita al monte Solaro. Transitando per il belvedere con vista su Capri centro e porto, affrontiamo la salita su un iniziale interminabile serie di scalini e, successivamente, sull’irto sentiero denominato “Passetiello” che si inerpica tra rocce scoscese, via via con passaggi esposti che richiedono il supporto “manuale” (detto “cul e man”). Nell’ultimo tratto, mentre Costantino ci suggerisce le posizioni da assumere e ci offre la sua salda mano, una componente del gruppo...prima del “salto in alto” gli chiederà: “ma sei poi proprio sicuro di tenermi?”, esternando con la domanda la nostra stessa preoccupazione. Sempre proseguendo sul passetiello in direzione Monte Solaro -usato dal 1808 dagli abitanti per raggiungere Anacapri – costeggiamo l'Eremo di Santa Maria a Cetrella e, dopo altri passaggi, immersi in una coltre di nuvole basse, finalmente raggiungiamo la cima del monte Solaro. Da qui non riusciamo a scorgere il panorama sul versante dei faraglioni a causa delle nubi, mentre è completamente sereno dalla parte di Anacapri. Inoltrandoci su una scalinata in discesa raggiungiamo il centro del paese, dove alcuni consumano un meritato caffè; visitiamo poi la chiesa di San Michele con la sua pavimentazione a maioliche del 1761. E chiudiamo l’anello che collega Anacapri e Capri ripercorrendo in discesa la scala fenicia con i suoi 1004 scalini!! E le nostre povere membra, ginocchia in particolare, ne danno ingrata testimonianza.Il pomeriggio si conclude con un piacevole ed interessante giro in barca intorno all'isola di Capri, con veduta sulla grotta azzurra e sui meravigliosi faraglioni.
4° giorno: ...e, nell'attesa, scattarono una foto, esclamando: “pancia in dentro, petto in fuori!”. Transitiamo in pullman su un lembo di terra che si affaccia su una spiaggia libera, con vista sui tre isolotti “Li Galli”, così denominati per la pesca del pesce San Pietro (u all). Transitiamo nella pittoresca e caotica Positano-tra case bianche abbarbicate sulle rocce e opulente, variopinte fioriture - Praiano -la luminaria, gli spettacoli di fuoco e il suo monastero -fiordo di Furore -dal cui ponte si gettavano i tuffatori. Arrivo a Pogerola (borgo di Amalfi), vista su Ravello - rinomata per i concerti sinfonici presso villa Ruffolo. Da qui iniziamo la salita su gradini, costeggiando muretti a secco, costruiti con pietre “vive” di natura calcarea. Ci troviamo a 40 km dal Vesuvio e sono presenti pietre vulcaniche, i lapilli che costituiscono ottimo nutrimento per i castagni. Iniziamo la discesa nella valle delle Ferriere o delle Cartiere, attraverso un bosco ombroso, a tratti un po' scivoloso…per cui benediciamo la corteccia degli alberelli che ci presta un solido appiglio. Si presentano davanti a noi vari ruderi antichi, con cartiere/stenditoi ed un acquedotto. Facciamo tappa all'interno di una cartiera, con fenditure dove si inserivano i pali di castagno con funzione di stenditoi: ogni famiglia incideva all'interno il proprio stemma. In prossimità del mare contempliamo lo “sfumato amalfitano”, una tipologia di limone, protetto da reti a copertura; i pergolati amalfitani sono grezzi. E finalmente arriviamo nella pittoresca repubblica marinara di Amalfi, dove consumiamo il pasto, assaporiamo la “delizia al limone” o una spremuta o ancora il caratteristico sorbetto. La nostra giornata si conclude con la salita al Duomo e al suo caratteristico porticato.
5° giorno: partenza in direzione della baia di Ieranto, passando a Cercito e transitando per la chiesa e la pineta di San Costanzo fino a Nerano. Nel primo tratto notiamo gli appezzamenti dove si coltivava la cicerchia; procediamo tra una fitta boscaglia con piante di valeriana rossa, finocchietto, mirto, ginestre, ferula ecc. e Capri ci appare nella sua originalità da ogni versante della pineta; ci affacciamo sull'area marina protetta e, presso la chiesa di San Costanzo, osserviamo alcuni reperti fossili. Dal piazzale della cappella contempliamo Sant’Agata, i due Golfi, le ville a suo tempo appartenenti a De Filippo ed a imprenditori tessili di Positano. Intraprendiamo poi la nostra discesa su un sentiero che conduce a Termini prima e, successivamente, a Nerano. Da qui, ci inoltriamo nell'assolato e interminabile sentiero in discesa, transitando anche tra radure di uliveti, fichi, carrube. Ad un certo punto si levò una supplica ”non c'è pace nemmeno tra gli ulivi!” e, come d’incanto, finalmente ci appare la baia di Ierantodove ci gratifica un meritato tuffo nelle sue acque cristalline e piuttosto fresche. Dopo due ore però ci tocca ripartire e risalire, questa volta sul medesimo sentiero da cui siamo arrivati. A fine percorso… ecco l'apparizione della sanità… non il rione napoletano.. ma 2/3 dei nostri rappresentanti medici! Il nostro autista, Carmine...nel riportarci in hotel, parlava con concitazione circa il possedere un'auto e ad un certo punto si dichiarò “acciso dall'assicurazione” (simpaticissima definizione del peso delle accise sui singoli cittadini).
6° giorno: transfer a Bomerano. La nostra passeggiata inizia sul sentiero degli dei, con affaccio su Marina di Praia e, strada facendo, incontro con vari muli, nei pressi della grotta del Biscotto (che ha la conformazione simile al caratteristico pane duro locale, detto “viscuotto”). L'occhio spazia sui filari di vite in alto, su Praiano a mare e infine sulla bianca -e abbarbicata sulla collina- Positano. Si udì una battuta di qualcuno di noi che riusciva evidentemente a guardarsi ancora intorno...gettando l'occhio sulle turiste che incrociava: “più che il sentiero degli dei ...sembra il sentiero delle dee!”. Dopo la discesa su numerosi scalini giungiamo a Nocelle, frazione di Positano, dove consumiamo il pasto sulla piazzetta e assaporiamo il caffè con scorza di limone e varie spremute. Proseguendo su strada asfaltata, scorgiamo il monte Pertuso con la sua ampia fenditura che rappresenta, secondo la leggenda, la battaglia tra bene e male. Discendiamo tanti altri scalini, unitamente a scorci meravigliosi, e finalmente siamo a Positano, caotica e affollata, ma affascinante cittadina. E si riparte in salita, ancora una volta con 465 scalini, fino alla piazzola superiore dove attendiamo il bus per il rientro in hotel, cui seguirà l’aperitivo da Orlando…con spritz al limoncello…le cui conseguenze non verranno qui menzionate!!
7° ed ultimo giorno: percorriamo un primo tratto su strada asfaltata, successivamente su sterrato, costeggiando il percorso di collegamento Sorrento - Massa; tra case, ristoranti, appezzamenti di terreno, affiancati da iris, gigli di San Giovanni, caprifoglio, more di gelso, piante di fichi ecc., transitiamo a Priora. Apprendiamo che i famosi limoni della Costiera sono stati importati nel 1600 dall'Arabia per mano dei monaci gesuiti. Mentre restiamo inebriati dai profumi della natura e contempliamo la ricchezza dei frutti, la guida ci fa notare come la superficie del terreno sia interamente sfruttata: limoneti in basso e viti, ulivi in alto sul medesimo appezzamento di terra; parimenti succede con l'innesto sul tronco dello stesso albero di una varietà di frutti. Arriviamo nel comune di Massa dove ci documentiamo circa l'anello intrapreso e troviamo refrigerio nei pressi di una graziosa piazzetta, di fronte a due ombrosi alberi del pepe. Proseguiamo su un lastricato pietroso in lieve salita verso Santa Maria di Massa prima e poi Schiassano. In quest'ultima frazione ci accoglie la chiesa, riccamente ornata a cura degli armatori locali, mentre nel ristorante di Francesco consumiamo la caratteristica pizza margherita napoletana… che, udite udite, a ognuno di noi tocca - con non poco timore inizialmente - auto confezionarsi! Ovviamente sotto l’attenta supervisione del proprietario, come pure documentato dalle foto di Mara, che coglie… i cuneesi con le mani in pasta. Un particolare grazie alla Naturaliter per la gentile e inaspettata offerta del pasto. Si risale, chiudendo l'anello a Sant’Agata, transitando accanto alla dimora del Pontecorvo, prospiciente il lavatoio.Termina così la nostra arricchente e bellissima settimana di vacanza trekking. Un particolare ringraziamento a Mara, la nostra preziosa conduttrice Naturaliter, raccoglitrice di anime ultime; al nostro Costantino, instancabile camminatore e comunicatore appassionato, nonché dispensatore di dettagliate informazioni intorno alla sua amata terra.Ma dovrei muovere un appunto:i famosi limoni della Costiera...n’dò stanno?gli scalini della Costiera…appeché non li abbiamo mai percorsi, né a salire né a scendere? E, da ultimo,i tanto decantati gelsomini, rinomati per il loro profumo...come mai non li abbiamo né visti né odorati?
Grazie a tutti per la condivisione di una gioiosa ricca settimana….
Giulia Mellano

 
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