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Ada Brunazzi
COSIMO ZAPPELLI, MONTAGNE DI EMOZIONI
Il nome di Cosimo Zappelli è quasi inevitabilmente legato a quello di Walter Bonatti, di cui fu praticamente l’ultimo compagno di cordata, dopo Carlo Mauri e Andrea Oggioni, nei formidabili anni 1961, 1962 e 1963.
Cosimo (1934-1990) di sé diceva: «Io non vengo da una famiglia di montanari. […] ho trascorso la mia prima giovinezza fra barche e naviganti» (p. 20). Ma in montagna sale fin da piccolo, con familiari e amici. Vivendo a Viareggio, le cime sono quelle delle Apuane, monti tutt’altro che “domestici”. Le raggiunge ogni fine settimana, con ogni mezzo, e mostra una certa predilezione per le prime invernali.
La conoscenza di Bonatti risale al 1959, quando Walter viene invitato dal CAI di Viareggio per una serata. L’anno dopo passa un mese a Courmayeur e, oltre a lui, frequenta le guide alpine e il dottor Pietro Bassi. Di mestiere è infermiere professionale e così si mette a servizio di Bassi, convincendolo, l’anno dopo, ad assumerlo nel suo studio medico. Subito si rende disponibile a far parte delle squadre di soccorso e dopo pochi mesi gli tocca accorrere in soccorso del suo amico, durante la tragedia sul Pilone Centrale. Qualche anno dopo ha l’intuizione «di portare il medico dall’infortunato in montagna, piuttosto che l’infortunato dal medico come si faceva all’epoca […]. Questo è stato un cambio epocale nel soccorso alpino» (p. 123).
Walter, che già lo aveva adocchiato sulle Apuane, lo lega alla sua corda e si apre una stagione eccezionale: prima della diretta sulla Sud del Monte Bianco di Courmayeur (1961), prima della Nord del Grand Pilier d’Angle (1962); prima invernale della via Cassin sullo Sperone Walker delle Grandes Jorasses, Ovest del Trident du Tacul, Est del Pilier d’Angle (1963), …
A Courmayeur, intanto, Cosimo conosce una ragazza che lavora all’albergo “Vallée”, «la mia dolcissima Wanda» (p. 159). Nel 1964 diviene sua moglie. L’anno dopo Cosimo si licenzia e intraprende la professione di guida alpina (1967) e di maestro di sci (1971). È a quel punto che Walter Bonatti “si slega” da quella epica cordata, perché con le Guide di Courmayeur aveva rotto duramente («Fra me e quel gruppo di guide non c’erano mai stati dialogo né comprensione»). Anni dopo Zappelli, pur venendo “da fuori”, sarà eletto Presidente di quella Società delle Guide.
Vennero gli anni in cordata con Giorgio Bertone, con Luigino Henry, con Renzo Cosson, delle esplorazioni per l’ENI sui Monti Zagros in Iran e sulle Orobie, dell’Annapurna (1973), di nuove prime salite sul Monte Bianco. Come professionista, guida spedizioni in Asia, in Africa, in America Latina, in Unione Sovietica (scortati dai militari). Nel 1980 effettuerà una delle prime spedizioni che potranno accedere alla Valle dello Sichuan, in Cina. Di queste esperienze Cosimo ricorderà soprattutto il senso di impotenza davanti all’estrema miseria delle popolazioni locali. Sua moglie ricorda: «Le spedizioni gli avevano un po’ cambiato il carattere, vedere tanta povertà, bambini che morivano…» (p. 119).
Nel 1982 è sul McKinley.Verranno poi l’ammissione al prestigioso GHM francese (Groupe Haute Montagne), le conferenze, i libri, la collaborazione per case editrici e riviste italiane e straniere,con le sue fotografie…
La figura di Zappelli è stata involontariamente oscurata dalla fama di Bonatti, che per altro in gioventù gli fu maestro preziosissimo. È stato invece un alpinista grande e una persona di ricca umanità. Ora, per la prima volta, ne appare un profilo completo, che rende ragione della sua poliedricità, anche grazie alle testimonianze familiari raccolte da Ada Brunazzi, alpinista e fotografa, la quale conosceva Marco, figlio primogenito di Cosimo. Aveva divorato tutti i suoi libri… Il Comune di La Salle nel 2021 le chiede di curare una mostra su Zappelli. Frequentatissima. Si è poi ripetuta a Courmayeur, a Borgo San Dalmazzo, a Valenza e la scorsa estate a Cantoira, in Val Grande di Lanzo, durante la prima edizione del Festival “PapéeLibeur”, promosso dal GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna). Anche in questo caso un bel successo di pubblico. Il direttore artistico del Festival è stato Marco Blatto, che del GISM è il Presidente. Di questa Accademia di cultura alpina, del resto, fu socio dal 1978 anche Zappelli e di essa fa parte anche la Brunazzi (E’ possibile richiedere l’esposizione della mostra scrivendo alla curatrice, all’indirizzo ada.brunazzi@brunazzi.com).
Accanto alle mostre sono fiorite le conferenze, spesso in collaborazione con Roberto Mantovani.
È risultato quasi naturale che da tutto questo patrimonio documentale, dai taccuini di Cosimo, dai ricordi dei suoi familiari nascesse, infine, il bel libro che ho tra le mani. Che può fungere anche da catalogo della mostra, ma è capace nondimeno di vita autonoma: è la prima biografia di Zappelli, autorizzata e approvata della sua famiglia.
A soli 56 anni, nel settembre del 1990, Cosimo muore sul Pic Gamba, la prima torre della cresta Sud dell’Aiguille Noire de Peutérey, per una scarica di sassi e ghiaccio. Oggi riposa nel piccolo cimitero di Courmayeur, all’ombra di un grande monolite di granito bianco che veglia sulle guide alpine.
Bonatti, quando seppe del tragico incidente, scrisse: «Cosimo e io eravamo molto affiatati sulla montagna, in perfetta sintonia di spirito; al punto che, per intenderci durante la scalata, sovente potevamo fare a meno di parlare. Davvero eravamo una cordata perfetta”. È nitida in me la figura dell’amico, tanto che, immaginandolo in azione sulle tante pareti affrontate insieme, ancora ne colgo sfumature e impressioni. Tranquillo e attento mentre mi sfila la corda, è subito deciso e sicuro quando sale a raggiungermi; e sulla cima appena vinta, per quanto sforzo e trepidazione gli sia costata, lui, come sempre, offre il suo ampio e rasserenante sorriso. Una sola volta non gli riuscì di gioire, o forse gioì invece a tal punto da inondare di lacrime i suoi occhi. Era il 30 gennaio 1963 e avevamo appena vinto la parete Nord delle Grandes Jorasses. Il mio pensiero oggi resterà su quella cima, accanto all’amico».
Marco Dalla Torre
Ada Brunazzi, Cosimo Zappelli, montagne di emozioni, Univers Edizioni, Pavia 2022, pp. 192