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Ferdinando Urli
Il conquistatore del Dente Austriaco
Un’opera che intreccia la storia di un’epoca, la storia militare della prima guerra mondiale, una narrazione avvincente e tanta passione per la montagna.
Pubblicato qualche anno fa, il libro si concentra su un episodio significativo della prima guerra mondiale: la conquista del Dente Austriaco sul Pasubio da parte del tenente Ferdinando Urli del Battaglione Aosta.
Il libro si divide in più sezioni. Una prima parte, ricca di informazioni intorno alla situazione storica precedente la prima guerra mondiale, alla guerra sul Pasubio, al Battaglione Aosta e con testimonianze epistolari di Ferdinando Urli, ci consente di conoscere il protagonista di questa storia. Una seconda parte “romanzesca” dove, fondendo tra loro le diverse testimonianze, si è cercato di raccontare quelle 36 ore sul Dente nella maniera il più possibile ancorata agli eventi storici. Infine, una parte escursionistica, con descrizione dei percorsi più adatti per visitare i luoghi sul Pasubio dove si svolsero le drammatiche vicende raccontate.
La figura di Ferdinando Urli emerge come simbolo di coraggio e sacrificio, offrendo una prospettiva umana su un conflitto spesso raccontato attraverso numeri e strategie.
Le suggestioni del libro sono molteplici, anche se non immediate; la lettura procede un po’ a salti, ma certamente emergono alcuni filoni che possono risvegliare un interesse anche in chi, come il sottoscritto, non conosce bene la geografia del luogo ed è abbastanza lontano da un’epoca in cui le modalità di vita e i valori di riferimento erano decisamente differenti da quelli odierni.
La prima riflessione è sulla descrizione del contesto storico, il periodo della Bella Epoque, delle prime automobili, del primo grande salto tecnologico con l’energia elettrica che si diffonde, i primi aerei e le prime grandi navi: un periodo entusiasmante ma che poi è scivolato nelle tensioni tra Stati che hanno portato allo scoppio della prima guerra mondiale e che riporta alla mente lo stesso periodo che stiamo vivendo oggi, con un enorme sviluppo tecnologico ma una serie di tensioni e una guerra alle porte dell’Europa.
La seconda suggestione è un richiamo immediato alla figura di Pier Giorgio Frassati, quasi coetaneo di Federico Urli, che era studente di teologia e attento ai valori morali: nella guerra non vedeva una forma di vendetta ma, come diceva ai suoi uomini: “noi non siamo qui per uccidere, sarà un pesante fardello morale che sopporteremo per un ideale più grande di noi”. In Pier Giorgio, che pure non ha sperimentato di persona gli orrori della guerra, si ritrovano i medesimi valori di riferimento sociali e di operosa carità.
Più lontana dalla nostra sensibilità attuale è una certa retorica di valori patriottici, anche se gli autori riconoscono soprattutto che le sofferenze, reali e dolorosissime, potevano forse essere evitate cercando con ogni mezzo di evitare di ricorrere alla guerra come soluzione.
La terza parte, dedicata alla descrizione di alcuni percorsi escursionistici tra le magiche gallerie del Pasubio e i due Denti, italiano e austriaco, serve proprio a far si che non si perda mai la memoria, dolorosa ma significativa, di tutti gli eroi, più o meno consapevoli, che hanno difeso la patria con la vita, sacrificando la loro gioventù per dei valori che a noi oggi appaiono scontati se non desueti. Ripercorrere quei luoghi, rivedere le trincee, immaginare dei ragazzi poco più che ventenni combattere fino alla morte, tra le intemperie e la sporcizia, ci dovrebbe rendere sempre più consapevoli dell’inutile crudeltà della guerra e dell’assoluta e imprescindibile necessità di “lottare” ma per la pace!
Fabrizio Farroni
Eugenio Cipriani e Bepi Magri, FERDINANDO URLI – IL CONQUISTATORE DEL DENTE AUSTRIACO, Edizioni Cip