Via Francigena: Viterbo-Vetralla-Capranica

Sabato 6 maggio 2023
Domenica 7 maggio 2023  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Roma
Responsabile: Volpe - Borgianelli



Programma



Stupendo tratto da percorrere insieme che prevede la partenza in treno. Il percorso è un saliscendi tra campi e boschi. Direttori di Gita: Giuliano Borgianelli e Sandro Volpe.

Percorso da pellegrini erranti - a cura di Giuliano Borgianelli e Sandro Volpe

Stupendo tratto da percorrere insieme che prevede il primo giorno la partenza in treno (treno 12784) alle ore 07.45 da Roma Ostiense in direzione di Viterbo Porta Romana Trenitalia. Il treno farà diverse fermate, quindi a seconda delle vostre necessità, potrete salire da Trastevere (07.49), da Quattro Venti (07.52), da San Pietro (07.56), da Valle Aurelia (08.00) e così via. Il biglietto lo potrete comprare in una qualsiasi tabaccheria o altrimenti anche on-line sul sito di Trenitalia. Al fine di facilitare la congiunzione del gruppo potremmo concentrarci, salendo sul treno, inizialmente sull’ultima carrozza del treno e successivamente ridistribuirci lungo il convoglio, che tuttavia non sarà affollato.

Arriveremo a Viterbo Porta Romana alle ore 09.43, e da qui zaini in spalla inizieremo il nostro percorso. Ovviamente non potremo esimerci dal visitare la cittadina  di antiche origini etrusche, che presenta un vasto centro storico medievale, con il quartiere di San Pellegrino ben conservato, e cinto da mura quasi perfettamente integre. Viterbo è conosciuta come la città dei Papi: alla fine del XIII secolo fu infatti sede pontificia e per 24 anni il Palazzo Papale ospitò e vide eleggere diversi pontefici.
Usciremo quindi da Porta Faul ed inizieremo finalmente la nostra Francigena. Il percorso è un saliscendi tra campi e boschi, reso impegnativo solo dalla totale mancanza di acqua e punti di ristoro lungo il percorso.

Alle porte di Vetralla, con una piccola deviazione possiamo visitare i ruderi della Pieve di S. Maria di Forcassi.
La lunghezza del percorso sarà di circa 17 km per un dislivello di 170 metri in salita e 190 in discesa per un tempo di percorrenza stimato di 6 ore comprensive di sosta per il pranzo in un posto molto suggestivo che avrete modo di apprezzare.
Arrivati dunque alle porte di Vetralla potremo riposare presso due strutture: una più economica in stile francigeno (si dorme in camerata con letti spartani a castello) ed un’altra meno francigena, ma con camere sia singole che doppie, ovviamente con un costo differente dalla prima. Ceneremo tutti insieme in quest’ultima struttura.


Domenica 7 maggio - La mattina di buona ora dopo avere fatto una lauta colazione, presi i nostri zaini possiamo rimetterci in cammino in direzione Capranica.

Usciti da Vetralla, percorriamo un bellissimo tratto in una fitta foresta, prima di arrivare alla chiesetta della Madonna di Loreto. Da qui attraversiamo un immenso noccioleto e costeggiamo alcune querce monumentali, prima di arrivare alle Torri d’Orlando, ruderi di un antico monastero.  Il profilo del percorso sarà leggermente discendente e vagamente ondulato. Attraverserà boschi antichi e venerabili. La tenuta di Vetralla: il bosco del Monte Fogliano, fu l’unica in Italia in grado di fornire travi di quercia adeguate al rifacimento del tetto del teatro La Fenice di Venezia, distrutto da un incendio.

Il percorso sarà di circa 18 km e contiamo di arrivare a Capranica intorno alle 17.00 per poi dirigerci alla stazione ferroviaria omonima e prendere il treno di Trenitalia 12833 delle ore 18.59 che farà tutte le fermate urbane con arrivo a Roma Ostiense alle ore 20.29.
In alternativa da Capranica ci sarebbe l’opportunità delle autolinee Cotral che ad oggi non hanno fornito gli orari per quella data e che orientativamente sono partenza 18.12 da Capranica e arrivo a Roma Saxa Rubra alle 19.00.

Abbigliamento consigliato adatto alla suddetta escursione, sarà altrettanto modesto e funzionale al percorso campestre e comprenderà una protezione impermeabile per le eventuali pioggerelle primaverili e scarponi o scarponcini bassi da montagna. Nello zaino borracce per l’acqua (non c’è acqua nel percorso!) e indumenti personali. Coperte e lenzuola sono fornite nei punti di ristoro. Inoltre, sarà utile portare delle torce tascabili specialmente per chi dormirà nell’ostello.

Costi. A seconda della scelta personale per quanto riguarda dove dormire (camerata, camera singola, camera doppia) i prezzi potranno variare da 25 a 45 euro a persona.
La cena avrà un costo di circa 30 euro a persona. Il costo del biglietto sarà di circa 10 euro comprensivo di andata e ritorno da acquistare individualmente.

Per avere a disposizione il maggior numero di stanze e abbassare eventualmente i costi ci occorrono le vostre ed eventuali altre adesioni di amici e conoscenti interessanti, entro e non oltre una settimana dalla pubblicazione di questa bellissima escursione ai seguenti numeri:
Giuliano Borgianelli 3491315722 o Sandro Volpe 3476318819



Relazione



La Francigena del Nord - di Marisa Scarnecchia e Giuliano Borgianelli

È stato un gioioso ed intimo Amarcord di 2 tappe francigene: Viterbo-Vetralla e Vetralla-Capranica. Oggi più che mai, con il crescente interesse che si va diffondendo sui cammini, ci auguriamo che la Giovane Montagna che ha ampiamente anticipato i tempi, si faccia promotrice dei valori spirituali e culturali che all’origine ispirarono i nostri 4 eroi: Alberto, Enea, Giuliano e Rino.  L'iniziativa attuale è partita da Giuliano, come memoria storica romana, percorsa e trascritta dall’Arcivescovo Sigerico durante il viaggio di ritorno da Canterbury a Roma per venire a ricevere dalle mani dell’allora pontefice, il Pallio della nomina ad Arcivescovo d’Inghilterra. All’avvicinarsi dell’anno giubilare 2000, il Presidente della Sezione di Modena coinvolse le sezioni della G.M. per riattivare l’antica Via Francigena. Questa fu una delle più belle imprese della Giovane Montagna. Enea Fiorentini ne fu il promotore principale.
Naturalmente il percorso era noto, ma poiché era costituito da tratti di antiche strade romane famose, oramai diventate di grande traffico automobilistico, si dovette cercare e proporre un percorso costituito da tratti alternativi di strade secondarie e sentieri paralleli ed indipendenti da quelli precedenti. Ci fu un vero e proprio gioco di squadra che coinvolse un gran numero di soci nella ricognizione dei tratti dell’antica via storica e per la loro riconversione in sentieri pedonali; tutto si concluse nel raduno di centinaia di pellegrini, discesi dal nord per arrivare infine in Piazza S.Pietro.
 L’iniziativa odierna è nata con l’idea di commemorare quell’impresa e tentare di far rivivere, ai soci interessati, le indescrivibili emozioni che si provano nel percorrere i sentieri dei Pellegrini. Infine riproponendo il secolare problema degli aspiranti pellegrini romani, i quali risiedendo nel Termine della Via, non possono goderne i vantaggi spirituali degli altri Pellegrini
 Tale situazione, già vissuta all’inizio del secolo, fu in parte superata come descritto nel “famoso” testo redatto all’epoca, con il titolo “La Ballata della Scrofa Falisca”, il cui testo è tuttora disponibile e di cui ora ne citerò solo alcuni passi:
 
“Li romani d'oggigiorno
ce restarono 'n po' male
ma a noantri chi ce pensa?
Non potessimo aspirare
anche noi a st'indurgenza?
Presto, a forza de ponzare
sortì fora sta trovata:
“Se n'annamo da quintorno
pe' na bella scampagnata
po' faremo 'n gran ritorno
come fosse na parata…”
 
Tuttavia questa volta eravamo un piccolo gruppo, più che mai emuli dell’Arcivescovo Sigerico, protetto dalle cure sollecite della famiglia Borgianelli e guidato dal ritmo incalzante di Sandro che, come una Volpe sagace, controllava tempi e modi di procedere, barando (però) sui chilometri ancora da percorrere…
Al seguito l’auto di Tiziana, figlia di Gianna, con l’autista a disposizione (Pino, il paziente consorte) per eventuali emergenze, (data l’età media…!) Ci siamo sentiti più che mai emuli dell’Arcivescovo Sigerico… lui fece il viaggio a dorso di un mulo, noi ci siamo avvalsi di mezzi più moderni… e tante erano le sbirciatine agli incroci quando vedevamo arrivare la macchina, subito distolti dagli sguardi compassionevoli dei più giovani, e dalle lusinghe di Volpe che barava sui chilometri rimasti... Ma con fierezza e orgoglio possiamo dire che tutti (o quasi) abbiamo fatto l’intero percorso, di circa 20 chilometri a tappa, con le nostre gambe dolenti e le braccia penzoloni.
 Confortato dal supporto di Domenico Carloni, un amico storico di Vetralla che a suo tempo affiancò i nostri nell’esplorazione del territorio, e nella mattinata come guida impagabile di Viterbo e del percorso fino a Vetralla, a sera, dopo una lauta cena, Giuliano ha ricreato l’atmosfera che si riprometteva di far rivivere con la narrazione delle esperienze fatte insieme agli altri pionieri della Via Francigena oltre 20 anni fa, e nel ricordo commosso degli amici che non ci sono più: Alberto, Maurizio e Rino. Stretti attorno al nostro Omero come i convitati nel banchetto di Nausica, abbiamo condiviso sentimenti ed emozioni, intrecciando i tempi, rivivendo o immaginando gli episodi più salienti di quella avventura, vogliamo rendervi partecipi di un episodio tragicomico narrato dal nostro poeta epico Giuliano.
Che vi offrirà un breve flash del testo già citato in precedenza relativo ad un mitico evento che apparve sulla terra, in particolare sulla costa laziale, più di tremila anni fa e che inaspettatamente riapparve in una forra dei monti Cimini, lungo la dorsale centrale della Via Francigena, non distante dal nostro attuale percorso. Si trattò di un secondo incontro tra l’eroe troiano Enea ed una scrofa…precipitata in un burrone, ma salvata da un fico sottostante che miracolosamente la sostenne trattenendola tra i suoi rami. Tra l’altro era incinta ed aveva iniziato a liberare i suoi pargoli che, l’un dopo l’altro giungevano al suolo, fortunatamente illesi, ma desiderosi di succhiare il latte materno. Il suo proprietario, un contadino della zona, vedendoci sfilare lungo il mitico cammino ci fermò e ci chiese aiuto per salvarla.. Almeno tre pellegrini risposero all’appello e seguirono l’uomo fin sotto il fico che aveva accolto tra i suoi rami la mitica scrofa.
Naturalmente tra questi il primo ad accorrere fu il mitico Enea.
A descrivere tale evento mi avvarrò dello stesso testo già citato in precedenza:
 
Detto fatto li romei
colla maja rimboccata
se gettorno drent'ar fosso
pe salvà la disgraziata.
Sortì fora dalla fila
col tridente e colla rezia,(2)
qual novello gladiatore,
fra Giovanni da Venezia.
Lui se trova avanti a tutti,
lesto salta sulla bestia
p'abbrancalla in quelle parti
che se chiameno prosciutti.
Ma la scrofa inviperita,
a su’ modo na signora,
nun voleva esse toccata
da ‘na mano troppo ardita.
Dopo 'n breve tafferujo
sortì fora er prode ENEA
dar più fitto der cespujo,
salda 'n braccio la tenea.
 
Dopo tale evento non possiamo che terminare la cronaca del nostro revival: di quello accaduto all’inizio del secolo nonché dell’ultimo appena concluso.
N.B. Se qualche bizzarro lettore fosse rimasto incuriosito dalla precedente storia della mitica scrofa non dovrà far altro che inviare un breve messaggio, che resterà incognito, al seguente indirizzo: jubosp@gmail.com manifestando il desiderio di ricevere: La Ballata della Scrofa Falisca ed allegando il proprio indirizzo e-mail. Naturalmente l’operazione sarà gratuita ed ovviamente coperta da una adeguata discrezione.

 
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