Trekking nella Liguria di Levante - Escursionismo
Giovedì 20 aprile 2023
Domenica 23 aprile 2023 (evento passato)
Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Vicenza
Responsabile: Federico Cusinato
Programma
TREKKING NELLA LIGURIA DI LEVANTE - SENTIERO VERDAZZURRO
Il sentiero Verdazzurro congiunge Genova a Portovenere attraversando a mezzacosta tutti i borghi della Liguria di Levante. Ne percorreremo la parte più orientale, meno antropizzata, attraversando splendidi paesini e camminando quasi sempre con vista sul mare.
Partiremo da Portovenere, che raggiungeremo da La Spezia con l’autobus di linea, per poi arrivare a Riomaggiore. Da qui seguiremo il percorso classico delle Cinque Terre fino a Monterosso. Scavalcheremo il promontorio del Mesco fino a Levanto dove avremo la nostra base lo- gistica. Da lì attraverso Framura, Bonassola, Deiva, Moneglia e Riva Tri- goso per giungere infine a Sestri Levante.
Lasceremo i nostri bagagli in albergo e cammineremo sempre con uno zaino leggero. Per chi non se la sentisse di percorrere il sentiero inte- gralmente ci sono sempre, ad eccezione del primo giorno, punti inter- medi dove si può abbandonare l’itinerario e ritornare all’albergo in treno.
DISLIVELLO: Giovedì 600 m; Venerdì 900 m; Sabato 1100 m; Dome- nica 600 m
TEMPO TOTALE: Giovedì ore 5.30; Venerdì ore 7; Sabato ore 7; Do- menica ore 5
ORARIO DI PARTENZA: 6.00 di Giovedì
CAPOGITA: Federico Cusinato, cell. 345 8837326
Relazione
TREKKING “SENTIERO VERDEAZZURRO” IN LIGURIA 20 21 22 23 APRILE 2023
PRIMA TAPPA GIOVEDÌ 20 APRILE DA SESTRI LEVANTE A MONEGLIA
Finalmente si parte! I 19 iscritti a questo trekking si danno appuntamento al Piazzale del Pam in Viale Trento alle sei del mattino. La meta è Sestri Levante che si raggiunge senza troppi ingorghi o traffico in tre ore e mezza di autostrada. La pioggia del primo mattino alla partenza da Vicenza lascia spazio ad una bella giornata di sole al nostro arrivo a destinazione. Parcheggiata l’auto presso la casa di Accoglienza Madonnina del Grappa, dove alloggeremo per tre notti, con grande entusiasmo ci incamminiamo verso il sentiero che da Sestri Levante ci porterà a Moneglia, prima tappa del trekking “Sentiero Verdeazzurro”. Dal centro storico del paese imbocchiamo il sentiero che poco dopo incomincia a salire fra orti, giardini e frutteti. La parte iniziale è quella più impegnativa, non dura molto e alterna tratti in piano. Lungo il percorso si trovano angoli e panchine panoramiche da cui ammirare dall’alto Sestri Levante. In circa 10 minuti arriviamo al primo belvedere che si affaccia alla Baia del Silenzio. Il sentiero attraversa ulivi, lecci, pini marittimi, querce, corbezzoli. Proseguiamo fino ad arrivare al bivacco Manara o spianata del telegrafo, con tavoli da pic-nic all’ombra degli alberi. Da qui attraverso una ripida scalinata in mattoni si arriva alla Punta vera e propria e lo sguardo spazia tra Portofino e Riva Trigoso fino a Punta Mesco. La torre di Punta Manara si trova a 180 m. ed era una delle torri di avvistamento a pianta circolare che si trovano anche su altri promontori affacciati al Mar Ligure. Nel tempo è stata trasformata in un mulino a vento e nel secolo scorso ha trovato nuova vita come base per il telegrafo. Tant’è che il promontorio viene anche chiamato “Il Telegrafo”. Scendiamo verso Riva Trigoso e proseguiamo per uno sterrato carrabile, poi in sentiero piuttosto comodo. Di tanto in tanto si possono osservare i panorami sulla valle e sulla costa la cui visuale è purtroppo palesemente deturpata dalla presenza di un noto cantiere navale. Dopo un breve tratto pianeggiante il sentiero si fa più ripido fino a raggiungere la torre di Punta Baffe. Si tratta di un edificio eretto all’epoca della Repubblica di Genova con lo scopo di controllare il mare. In quel periodo, infatti, non mancavano le incursioni da parte dei pirati e per difendersi era molto importante poter sorvegliare. Avanziamo lungo una ripida discesa finché il sentiero si fa più pianeggiante, in parte attraversa il bosco, in parte offre scorci suggestivi sul mare. Seguiamo le indicazioni per Moneglia che raggiungiamo seguendo il sentiero in discesa che a poco a poco cede il posto alla strada asfaltata. Alcuni cartelli indicano il centro del borgo e la stazione. Noi ci dirigiamo verso la ferrovia per fare rientro a Sestri Levante. La casa di accoglienza Madonnina del Grappa è una struttura religiosa ma in origine era una villa antica con sale affrescate e ampi spazi comuni, incluso un bel giardino. Le camere sono molto sobrie ma pulite e funzionali. La cucina è casalinga e semplice e a noi è piaciuta molto. Tutto quello che arriva in tavola è ottimo e abbondante. E il personale è super! Le due simpatiche signore che ci servono, Jean Marie e Franzine, entrambe dal Ruanda, hanno immediatamente simpatizzato con noi! La cena ci vede tutti riuniti in allegria e l’entusiasmo non manca nel ricordare la giornata trascorsa. Ci attendono altri giorni di cammino, buona notte a tutti! (Lucia Savio)
SECONDA TAPPA VENERDÌ 21 APRILE DA LEVANTO A MANAROLA
Il nostro gruppo costituito da 19 partecipanti, parte dalla nostra Casa di Accoglienza alle otto ed in pochi minuti arriva alla stazione di Sestri Levante con destinazione Levanto. Qui la sosta è obbligatoria, davanti alle belle vetrine profumate da schiacciate e focacce riccamente guarnite.
Iniziamo una bella salita che ci fa guadagnare quota diretti a Punta Mesco, passeggiata di circa un'ora e trenta. Quasi arrivati alla punta del promontorio, nei pressi della chiesa di Sant’Antonio, con un panorama mozzafiato, fotografiamo una torre genovese, poi proseguiamo ed in lieve discesa, raggiungiamo Monterosso. Ci perdiamo in questo borgo medievale che dista poco dal borgo moderno, entrambi dominati dal colle dei Cappuccini con la chiesa di San Francesco. Questa custodisce una Crocifissione attribuita addirittura al pittore Van Dick. Poco tempo a disposizione ed ecco che proseguiamo per Vernazza, un paesino incredibile, tutto abbarbicato su una rupe di pietra nera. Abbiamo appena dieci minuti di tempo, così c’è chi si concede una birra rinfrescante, chi si precipita in un'antichissima chiesa romanica del 1232, chi si gusta un cono gelato con la panna e qualcuno immerge i piedi in acqua per trovare un attimo di sollievo. Scattiamo decine e decine di foto favolose sulla strada che ci porta a Corniglia, distesa su un promontorio verdissimo e silenzioso. Eccoci pronti a mettere dentro la testa nella parrocchiale di san Pietro costruita nel 1334. Scendiamo la scalinata a zig-zag e ci dirigiamo velocemente a Manarola. Siamo riusciti ad immergerci in una natura eccezionale, con fioriture di cisto, euforbia, tarassaco e mirto. Spesso costeggiavamo muretti a secco eretti tra il 900 ed il 1000 dopo Cristo. Inoltre, vi è la testimonianza tangibile del lavoro dei Liguri nel costruire terrazzamenti, coltivare gli ulivi e le viti. L' itinerario ci ha permesso di percorrere tutto il Parco Nazionale delle 5 Terre, un aspro tratto di costa di circa 5 miglia, tutelato dall' Unesco fin dal 1997.
Un sentito e dovuto ringraziamento al nostro capogita Federico che ha proposto di percorrere l’itinerario mozzafiato nella giornata di venerdì, invece che di sabato, come era nel programma evitando la confusione del prefestivo. Proprio per il giorno dopo, infatti, era stato istituito un senso unico dato l’enorme afflusso di turisti, quasi tutti stranieri. Un unico rammarico: non aver avuto il tempo per fare un bagno in quell' acqua cristallina, ma questo è un ottimo motivo per tornarci al più presto. (Dolly Tretti)
TERZA TAPPA SABATO 22 APRILE. DA MONEGLIA A LEVANTO
Per evitare di passare per le Cinque Terre durante il fine settimana abbiamo invertito le tappe previste per venerdì e sabato. Oggi, sabato e terzo giorno, faremo quindi la seconda tappa prevista dal programma, da Moneglia a Levanto, cosa rivelatasi saggia visto le notizie che ci giungono sui sovraffollamenti a Riomaggiore, Vernazza e Manarola.
Questa tappa è fisicamente la più impegnativa. Per quattro volte partiremo da un paese sul mare, risaliremo e scenderemo al paese successivo più a oriente, con complessivamente quasi 1200 metri di dislivello.
Arriviamo a Moneglia da Sestri dopo un breve tragitto in treno. C’è il sole ma non fa troppo caldo. Attraversiamo velocemente il paese, che avevamo già visitato il primo giorno, e cominciamo a salire per una via pedonale incrociando in vari punti la strada che porta a Lemeglio dove arriviamo dopo 45 minuti di cammino. E’ una piccola frazione posta in splendida posizione su un terrazzo naturale a 200 m di quota con la sua bella chiesa e l’altrettanto bella vista sul mare. Da Lemeglio il percorso attraversa un vigneto ed entra nel bosco, di lecci e pini, fino a raggiungere un punto panoramico a quota 318, il punto più alto di tutta la giornata. Durante questo tratto incrociamo due ragazzi milanesi che stanno percorrendo tutto il Sentiero Verdazzurro. Li incontreremo ancora più volte. Una scivolata durante la discesa di una socia permette a Dolly di esercitare la sua professione anche in vacanza. Niente di grave per fortuna, pulita e medicata l’abrasione, riprendiamo tutti il cammino. Scendiamo ancora nel bosco lungo il sentiero che si allarga fino a mulattiera e che ci conduce a Deiva, passando così dalla provincia di Genova a quella della Spezia.
Il centro del paese è un po’ all’interno rispetto alla costa, che dobbiamo quindi raggiungere prima di riprendere a salire, ancora in mezzo a un fitto bosco, fra fioriture di lavanda e di erica, con ogni tanto una bella vista sul mare. Al culmine della ripida salita, nei pressi di una abitazione il sentiero diventa una comoda stradina. Una parte del gruppo, un po’ affaticata, decide di fermarsi, per riprendere poi autonomamente il percorso e concludere la giornata a Framura. Li salutiamo e li rivedremo freschi e riposati in albergo a Sestri. Noi proseguiamo con qualche incertezza nel percorso, che presenta in quel tratto numerose varianti.
Il paese di Framura in realtà non esiste: è un insieme di 5 piccoli borghi dispersi a diversa altitudine sul versante della montagna, dal mare fino a 300 m di quota, fra vigneti e uliveti. Qui perdiamo un’altra piccola parte del gruppo: altre due socie, infatti, si fermano e attendono il gruppetto rimasto indietro. Siamo rimasti in 11. Arriviamo a Framura o, meglio, alla sua stazione sul mare, da dove immediatamente ricominciamo a salire. Dopo un po’ è ormai tardi e ci fermiamo per il pranzo su uno sperone roccioso a picco sul mare dove ritroviamo e socializziamo con i due ragazzi milanesi incontrati precedentemente. Ancora una salita in una lecceta e al termine, su indicazione di un passante deviamo brevemente verso il Salto della Lepre, un punto panoramico sopra il mare da cui si vede gran parte del percorso dei due giorni precedenti. La breve deviazione merita, peccato che qualcuno del gruppo, preso dalla fretta sia già andato avanti. Li ritroveremo a Bonassola seduti a un bar in compagnia di birre e gelati. Dopo qualche esitazione decidiamo tutti di completare il percorso fino a Levanto. C’è qualche problema di percorso, c’è ancora chi va avanti, e non conoscendo la via seguiranno la ciclo pedonale della vecchia ferrovia, mentre noi riprendiamo a salire, una salita più breve fra ville e giardini fioriti, finché improvvisamente al culmine ci appare Levanto, la nostra meta finale. Scendiamo per un sentiero fra la macchia mediterranea, che prima diventa mulattiera, poi stradina e infine strada affollata: siamo arrivati proprio al centro del paese. Ci troviamo tutti e 11 alla stazione alle 6 di sera dopo un percorso di 9 ore per salire su un treno sovraffollato che ci riporta a Sestri. La soddisfazione per la bella giornata prevale sulla stanchezza. E non è ancora finita. (Federico Cusinato)
QUARTA TAPPA DOMENICA 23 APRILE DA RIOMAGGIORE A PORTO VENERE.
Per gentile concessione del capogita vi beccate i miei sproloqui a proposito della mitica quarta tappa e non solo. Questa tappa ci porta all’uscita dal parco delle cinque terre e nel parco di Porto Venere.
Riomaggiore per quanto ci riguarda è l’inizio della mitica quarta e ultima tappa. L’arrivo è Porto Venere, ma per me è l’isola Palmaria. Da poco partiti, infatti, si comincia a vedere Palmaria e rimane sempre là lontana per quasi tutto il giorno. La mèta agognata, anche se non la raggiungeremo fisicamente. Quest’isola probabilmente faceva parte del promontorio dove si trova Porto Venere, promontorio che come noto è uno dei lati del golfo di Spezia. Inizialmente non si vede la separazione tra Porto Venere e Palmaria, separazione visibile quando si è praticamente sopra Porto Venere.
La strada è il solito saliscendi nel mezzo della macchia mediterranea con scorci o visioni a tutto campo di mare, coste, faraglioni. Descriverli non è facile, ma la folla che continuiamo a incontrare fa capire, se mai ce ne fosse bisogno, che siamo in uno dei più bei posti del mondo. La direzione è sud-est e seguiamo la linea di costa con il minimo di saliscendi indispensabili. Pur essendo al quarto giorno di visioni meravigliose quando si arriva sopra Porto Venere si capisce che il bello deve ancora venire. La discesa consente di ammirare per bene il complesso a mare di Porto Venere e di Palmaria. Bisogna andare. Arriviamo alla piazzetta dove ci disperdiamo fra una visita alla chiesetta di S. Pietro e i vari gelatai. Quindi caccia all’autobus per Spezia e a recuperare le auto per completare il nostro viaggio.
Note di cronaca.
Alloggio: abbiamo alloggiato in una stupenda villa patrizia genovese, peccato che noi fossimo nelle stanze della servitù, in compenso girare per la villa era abbastanza complicato: solo i più abili riuscivano a trovare la loro stanza, per non parlare delle sale da pranzo. Sale che giustamente stavano al piano nobile.
Capre: esistono anche le capre feroci o attaccabrighe. Eravamo stati anche allarmati, abbiamo chiesto a un autoctono (indigeno) chiarimenti sul percorso idoneo e questi ci ha fornito delucidazioni, aggiungeva quindi “Fate attenzione alle capre che incontrerete: danno testate” Abbiamo pensato (io in primis) “e che sarà mai…” Così fu che un nugolo di capre ha assalito il gruppetto di trekkisti in particolare accanendosi con una di questi. Mentre una del gruppo scattava foto col cellulare solo il coraggio di un trekker mette in fuga a bastonate e calci le orride creature. (Franco Filippi 09/05 anno della capra)