Racchette da neve - Val di Non - Monte Roen
Sabato 12 marzo 2022
Domenica 13 marzo 2022 (evento passato)
Tipo attività: Racchette da neve
Sezione di Vicenza
Responsabile: Federico Cusinato
Programma
VAL DI NON - MONTE ROEN (2.116 m)
La Val di Non ha dato il via alla riscoperta dell’uso delle ciaspole negli anni ’90. La Ciaspolada, prima gara con le racchette da neve in Italia, si svolge addirittura dal 1974. In questo contesto faremo la tradizionale due giorni invernale.
Il primo giorno dal Passo della Mendola (1.365 m) saliremo sul Monte Roen (2.116 m) che divide l’alta Val di Non dalla Val d’Adige. Il percorso non presenta nessuna difficoltà tecnica, attraversando dapprima il bo- sco e salendo poi in vetta per pendii poco ripidi. Il secondo giorno, in base alle condizioni meteo e della neve, sarà prevista una ciaspolata simile in durata e dislivello. In Val di Non potrebbe essere il M. Luchet o nella vicina Val di Rabbi il M. Sole.
N.B. Iscrizioni entro il 15 febbraio
DISLIVELLO: sabato 750 m; domenica 600 m / 800 m TEMPI: sabato ore 4.30 / 5; domenica ore 5 circa ORARIO PARTENZA: 7.00 di sabato
CAPOGITA: Federico Cusinato, cell. 345 8837326
Relazione
12-13 MARZO - DUE GIORNI IN VAL DI NON SENZA CIASPOLE
La gita di due giorni in Val di Non con le ciaspole, già in programma due anni fa, era stata la prima rinviata a causa del COVID. Finalmente ora ci sono le condizioni per poterla recuperare e con questo obiettivo ci ritroviamo in otto soci, compreso Gianmario, un amico della sezione di Venezia, che avevamo già conosciuto in altre occasioni. Le condizioni di innevamento non sono cambiate rispetto alle ultime uscite e, su consiglio di una guida del luogo, le ciaspole le lasciamo addirittura a casa. Dopo due ore e mezza di auto arriviamo al Passo della Mendola dove il cielo è grigio, fa freddo, c’è qualche favilla di neve: prima di partire meglio rifugiarsi in un bar per una colazione a base di ottime fette di torta. Una volta rifocillati, lo spirito è diverso, siamo pronti per la camminata. La meta del primo giorno è il Monte Roen, una cima a 2100 metri di quota che se a est precipita con ripide pareti verso la val d’Adige, dagli altri versanti si lascia facilmente salire su facili pendii. La prendiamo da nord, con un percorso complessivamente poco ripido, tranne un breve tratto verso la fine. La prima parte si svolge su una stradina che attraversa un bosco affiancata da numerose costruzioni, seconde case spesso di legno, quasi tutte chiuse. Dopo un’ora di cammino indossiamo i ramponi, attraversiamo una pista di sci e raggiungiamo il rifugio Mezzavia, che curiosamente non indica la metà strada per la cima, ma la metà del percorso verso la malga successiva, la Malga di Romeno. Qui la stradina diventa sentiero innevato, con un cammino più faticoso, ma in un ambiente più piacevole. Dopo un’altra mezz’ora nel bosco usciamo in terreno aperto e con ultimo sforzo raggiungiamo la cima. Non ci dà molta soddisfazione, circondati come siamo da nuvole che non ci permettono di apprezzare la bellezza delle montagne attorno. Pranzo, foto di gruppo e ritorniamo sui nostri passi. Durante il ritorno, Franco suggerisce di fare una breve deviazione verso un punto panoramico e finalmente possiamo guardarci attorno, ammirando la Valle dell’Adige fino a Bolzano, e Caldaro con il suo Lago. Ritornati al Passo, raggiungiamo con le auto Romeno, un paese a poco più di 900 m di quota, dove ho prenotato l’albergo. In attesa della cena possiamo visitare una piccola chiesa affrescata, nel tipico stile del Trentino Occidentale. La cena, con specialità locali, è ottima e abbondante. Inutile negarlo, siamo stati proprio trattati bene!
La mattina dopo ci svegliamo accolti dal sole: la giornata promette bene. Dopo la colazione, abbondante tanto per cambiare, salutiamo i gentili gestori dell’albergo e ci dirigiamo con le auto fino al Passo Castrin, o meglio fino all’imbocco della galleria che lo attraversa. Siamo nel gruppo delle Maddalene, una catena montuosa che separa la Val di Non dalla Val d’Ultimo, formata da porfidi e che, come paesaggio, ricorda molto il Lagorai. Qui lasciamo le auto. Siamo già a 1600 m di quota, cominciamo a camminare e dopo un quarto d’ora il paesaggio è completamente innevato, ma si procede bene anche senza ciaspole. Raggiungiamo Malga Castrin, chiusa. A questo punto il sentiero diventa più ripido e ci costringe a usare ramponi o ramponcini. In realtà la nostra meta, il M. Luchet, non è una cima ben definita, è un altopiano poco sopra al limite della vegetazione dove faticheremo a trovare il punto più alto, Dopo alcuni tentativi ci arriviamo, seguendo alcune tracce su un pendio completamente sgombro di neve. In cima, possiamo goderci la visione delle vette circostanti, Monte Luco, Cornicolo, Cornicoletto, Orecchia di Lepre, monti dai nomi poco noti ma ugualmente belli. Più lontano in una luce già primaverile si intravedono il Brenta, il Catinaccio e il Lagorai con Cima d’Asta. Ci spostiamo su una cima secondaria, dove pranziamo e poi scendiamo per lo stesso percorso dell’andata. Il momento conviviale, in uno spiazzo attrezzato per il picnic e i saluti, concludono le due belle giornate trascorse assieme. Un grazie a tutti i partecipanti, Franco, Gianmario, Valeria. Luisa, Riccardo, Mariarosa e Dolly e per le ciaspole arrivederci all’anno prossimo. (Federico Cusinato)