Monte Catillo

Domenica 28 aprile 2024  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Roma
Responsabile: Sanchez



Programma



Un’escursione ad anello attorno una vetta tra boschi e panorami che abbracciano la cittadina di Tivoli.
Ritrovo: partenza alle ore 7:30. Il luogo della partenza sarà deciso in funzione della modalità del viaggio che potrebbe essere con il pullman o con macchine private in funzione del numero dei partecipanti.
Viaggio: All’uscita dal casello di Tivoli lungo la A24, prendere la strada per Tivoli e una volta arrivati in città cercare un parcheggio nella zona del famoso e conosciuto Arco di Quintilio Varo. Sviluppo dell’escursione: Si parte dalla Tivoli alta e per questa circostanza il nostro ritrovo sarà presso l’Arco di Quintilio Varo. Il livello di difficoltà tecnica è medio/facile poiché il percorso quasi sempre agevole. Incontriamo delle salite nel primo e nel medio tratto con un guadagno altimetrico massimo di circa 400 metri. Si alternano camminamenti con rocce affioranti sul sentiero a tratti boschivi, spianati, esposti o su letti di foglie, quindi molto vario e piacevole. Appena si comincia a salire si potrà godere dei panorami sottostanti come l'Aniene che attraversa Tivoli, Roma dall'alto, Castel Madama, Vicovaro, etc.
Dopo il primo tratto in salita ci ritroveremo tra le meravigliose querce da sughero, le ginestre, l'Erica arborea (detta Scopa Da Bosco), etc. L'ultimo tratto (poche centinaia di metri) che chiude l'anello sarà su strada e ci consentirà una bella vista della famosa Cascata dell'Aniene e del Tempio di Vesta a ridosso della Villa Gregoriana.
Dislivello: circa 500 metri in salita e altrettanti in discesa.
Tempo di percorrenza: 2 ore in salita, 1,45 ore in discesa. Rientro a Roma: previsto per le ore 17-18
Spese del viaggio: da concordare in funzione della modalità del viaggio Equipaggiamento: normali scarpe da trekking, bastoncini per chi ha bisogno, protezione contro la pioggia ed il freddo, pranzo al sacco



Relazione



di Francesca Di Martino

Caro diario,
quella di domenica è stata una delle giornate più belle, mi sono divertita moltissimo e mi è piaciuto anche tanto stare con gli amici del gruppo “Giovane Montagna”. Abbiamo fatto un trekking nella Riserva naturale di Monte Catillo, sopra Tivoli.
Siamo partiti in venti circa, un gruppo eterogeneo, dai più esperti ai novelli, nella zona di Tivoli per un trekking domenicale che ci avrebbe portato verso i 620 metri nella riserva naturale di Monte Catillo, che si estende per circa 1320 ettari di boschi, alberi e siepi. Le condizioni meteo hanno giocato a nostro favore.
Siamo partiti da Roma verso le 08:00, ognuno con le rispettive auto. Siamo arrivati a Tivoli verso le 09:00 e il sole era già alto. Abbiamo fatto colazione nel Bar Cesare dove ci siamo ritrovati tutti. Il trekking è iniziato all’altezza del famoso Arco di “Quintilio Varo”, arco dedicato alla Madonna di Quintiliolo che sembra una costruzione antichissima ma la sua storia è recente, del 1800, fatto edificare da Papa Gregorio XVI che fece anche costruire l’imponente Villa gregoriana a Tivoli con la sua imponente cascata di 120 metri. 
Salendo sempre più in alto abbiamo potuto ammirare il panorama da dove si vede la città di Tivoli. Il monte Catillo è la montagna di Tivoli, vista dalla città ci appare brulla ma alle sue spalle si sviluppano maestosi boschi di querce, sugherete, ginestre.  Un vero e proprio cerchio che si stringe attorno ad una zona ricca di biodiversità naturali e con panorami di rilievo. Un ambiente vario che raggiunge i 600 metri di altitudine massima. Un interessante trekking a tappe che collega Tivoli al borgo abruzzese di Civitella Alfedena, attraversando cinque aree protette e un’infinità di paesini immersi nel verde – e quello per il Rifugio Fonte Bologna, unico punto d’appoggio dell’intero percorso. Ancora una volta, a circondarci è una vegetazione talmente fitta e variegata da lasciare letteralmente senza parole, un vero e proprio labirinto di alberi in cui districarsi tra cespugli di biancospino, castagni secolari e maestosi esemplari di pseudo-sughera (un raro tipo di quercia che, pur appartenendo alla famiglia delle sempreverdi, presenta caratteristiche morfologiche tipiche delle specie caducifoglie). Vi sorprenderà!
“Tanti i pensieri ad ogni passo sui miei monti ma il più intenso è stato che qui, e solo qui, mi riapproprio dell’istante, lentamente, prendendomi tutto il tempo per godermelo”.
Giunti in prossimità di un campo sportivo, una stradina sterrata sulla sinistra ci offre l'opportunità di abbandonare per qualche istante il tracciato principale ed effettuare una deviazione alla croce di vetta del Monte Catillo, che coi suoi 612 metri di quota rappresenta un punto d'osservazione sia sulla riserva, sia sulla vicina cresta del Monte Sterparo. Arrivati alla croce abbiamo fatto una piccola pausa ammirando il panorama bellissimo dove si vedeva tutta la città di Tivoli.
Attraverso questo percorso di bassa quota siamo riusciti ad avere una visuale su tutta la vallata dell’Aniene, i Monti Simbruini e la pianura su cui si estende l’area urbana di Roma. Salendo sempre più in alto abbiamo potuto ammirare da lontano Castel Madama.
Tornati rapidamente sui nostri passi, ci siamo incamminati quindi, verso una verdeggiante dorsale, composta qua e là da cespugli di ginestre e formazioni di natura calcarea affioranti dal terreno. Il tempo di raggiungere una piccola sella erbosa e riposare un po' le gambe all'ombra di una meravigliosa quercia monumentale.
Camminando sempre più avanti ci siamo fermati in una zona più ampia all’ombra. La nostra prima tappa. A questo punto ci siamo riuniti tutti in cerchio.
 “Un’esperienza bellissima. Per la prima volta mi sono ritrovata a dover essere io a spiegare il luogo in cui si svolgeva il nostro trekking. Io che amo portare in giro le persone a conoscere Roma e non solo, sono solita spiegare quello che visitiamo ma questa volta era diverso, mi sono ritrovata a dover illustrare e spiegare cosa andavamo a visitare e quello che ci circondava ad un gruppo di circa 20 persone. Essendoci già stata nella città di Tivoli  più di una volta mi è stata più facile la spiegazione: quante cose belle da sapere e imparare ci sono a Tivoli, dalla Villa Gregoriana da dove è partito il trekking alle altre due ville quella di Villa Adriana e Villa D’Este, alla storia antichissima di Tivoli nata nel 1215 a.c. molto prima di Roma”.
Il percorso non era molto difficile, una camminata tranquilla lungo i sentieri.  Si riparte, stavolta con destinazione Sughereta, in assoluto l'ambiente più bello - e più vulnerabile- dell'intera area protetta. Ecco la nostra seconda tappa. Ci siamo fermati per ammirare questi imponenti e maestosi alberi di pseudo-sughero. Il paesaggio si prestava per delle foto mozzafiato e dettagli indimenticabili. Ci siamo anche scattati foto ricordo di gruppo. Osservando da vicino il tronco delle tante querce che circondano il bosco, salta subito all'occhio il gioco di linee, pori e fessure creato dal sughero, un tessuto secondario di protezione fondamentale per la pianta grazie alla presenza tra le sue maglie di una sostanza organica detta "suberina", che inibendo il passaggio di gas e di liquidi nella corteccia la rende di fatto resistente all'usura e a diversi tipi di batteri.
Abbiamo proseguito il cammino lungo il sentiero con il sole che ci ha accompagnato per tutto il percorso . Oltrepassato il cancelletto, quello che fino a questo momento si era presentato come un agevole sentiero immerso nel verde, si trasformava in un vero e proprio percorso tra conche chiuse, campi solcati e altri  fenomeni di erosione carsica, inizia così il passaggio attraverso dorsale di pietre del Monte Giorgio, il cui substrato geologico è costituito da rocce di origine sedimentaria formatesi milioni di anni fa.
Ancora una volta, è l'eccezionale varietà di specie vegetali di cui sono ricoperti i rilievi circostanti a stupire, si passa infatti dal costeggiare intricate garighe - formazioni cespugliose tipiche dei terreni rupestri, costituite da arbusti sempreverdi e piante aromatiche di vario genere - e prati ricoperti di eriche, all'addentrarsi in rigogliose foreste di cerro, ecosistema principe della riserva.
Eravamo giunti in località Colle dei Travi, un pannello segnaletico con sopra stampata una cartina ci pose improvvisamente di fronte ad un bivio: girare a destra e proseguire lungo il sentiero 330 in direzione Colle Lucco - San Polo dei Cavalieri, portando in tal modo a termine la prima tappa Via dei Lupi, oppure svoltare a sinistra e rientrare a Tivoli percorrendo i sentieri 334 e 333. Il nostro percorso prevedeva il giro breve dell’anello che ci avrebbe riportato verso l’Arco di Quintiliolo da dove eravamo partiti.
Spinti dalla curiosità di ammirare una vera cisterna romana, segnalata sulla mappa, optiamo senza esitazione per il sentiero 334, ignorando le indicazioni per l'area pic-nic e ritrovandoci in breve davanti ad una grossa vasca di raccolta dell'acqua, appartenente con ogni probabilità ad una villa romana ubicata nei paraggi di cui non rimangono purtroppo che alcuni blocchi calcarei.
Superato il sito archeologico, uno dei tanti all'interno della riserva, il sentiero confluisce quindi in una comoda carreggiata, dove termina  in prossimità di un bivio da cui si diramano ben tre tracciati differenti: quello per il Colle Lecinone, in leggera ma costante pendenza; quello per Tivoli, coincidente col tratto iniziale del rinomato Sentiero Coleman, e quello per il Rifugio Fonte Bologna, distante pochi minuti di cammino.
Abbiamo proseguito lungo il sentiero fino ad arrivare in un ampia zona ombreggiata. La nostra terza tappa dove ci siamo fermati per pranzare, intorno alle 13:00. Ci siamo messi a mangiare il nostro pranzo al sacco e rifocillati. Abbiamo fatto una lunga pausa di convivio dove abbiamo chiacchierato un po’. C’era chi si era messo anche a riposare.
Riprese le forze abbiamo proseguito il nostro cammino immersi nella meravigliosa natura. Abbiamo camminato ancora per svariati metri per imboccare la discesa e il ritorno. Percorso all'indietro il viottolo che ci aveva condotti sui prati di Fonte Bologna, ci siamo avviati a questo punto lungo uno stradone bianco pietroso, perdendo piano piano quota e giungendo all'ingresso di un enorme recinto per animali, aggirabile, per chi non volesse passarci in mezzo, grazie ad un sentiero sopraelevato. Lì si poteva ammirare un allevamento di bufale. Ci siamo fermati per fare qualche foto.
Proseguendo la discesa verso Tivoli, a favorire lo sguardo con la sua facciata in stile neoclassico è l'imponente Santuario della Madonna di Quintiliolo, che assieme al vicino Convento dei Padri Cappuccini domina il colle originariamente occupato dalla villa del console romano Quintilio Varo.
Dopo più di quattro ore di cammino e soste, siamo giunti quasi all’arrivo verso le 14:00.  Alla fine del percorso c’è un albergo, accanto ad esso, dove ci siamo fatti la foto finale di gruppo, sorge una statua di un drago, nessuno sapeva cosa fosse, ma particolare da poter fotografare. Proseguendo lungo il percorso fuori dal parco, sorge il fontanile “via Quintilio Varo”.  Giungendo verso l’Arco, da dove siamo partiti, si poteva ammirare la cascata di Villa gregoriana e parte della villa stessa.
Giunti in città verso le 14:30 decidiamo di fare la nostra quarta tappa fermandoci sulla piazza in un bar a prendere qualcosa da mangiare e bere all’ombra. 
Alla fine della sosta ci siamo diretti tutti verso le macchine per far ritorno a Roma.
Quando è arrivato il momento di tornare a casa io ero stanchissima ma felice di aver potuto trascorrere una meravigliosa giornata come questa in compagnia di splendide persone.
Siamo arrivati a Roma intorno alle 17:00 e da lì ognuno si è diretto verso la propria abitazione.
A presto cari monti insieme agli amici!

 
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