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Genova visita Lanterna e Museo del Mare
Domenica 21 novembre 2021 (evento passato)
Tipo attività: Incontro culturale
Sezione di Cuneo
Responsabile: Pepino/Zerega
Programma
Per motivi organizzativi e nel rispetto delle normative anti-Covid i partecipanti non potranno superare il numero di 30, i quali dovranno presentarsi con Green Pass e mascherina. La gita a Genova prevede la visita al museo del mare Galata (il più grande nell'area del Mediterraneo dedicato a questo genere. E' suddiviso in 5 piani compreso il piano terra e ad ogni piano corrispondono determinati argomenti: storia della navigazione e delle esplorazioni, i cantieri navali, le scienze nautiche, la vita a bordo delle navi ecc.). A seguire faremo visita al sommergibile Nazario Sauro, ormeggiato nei pressi del museo. Nel primo pomeriggio ci sposteremo nella zona della Lanterna per la visita del faro con l'attiguo museo. Il biglietto onnicomprensivo di accesso al museo, sommergibile e Lanterna più pulman si aggirerà intorno ai 45 € totali.
Per adesioni telefonare ai responsabili
Elsa Pepino 3389543248 - Alfonso Zerega 3425126553
Relazione
Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica Signora del Mare: Genova. (Petrarca).
Ebbene sì, siamo tornati a Genova. Tornati perchè per nessuno o quasi era la prima volta, eppure Genova è sempre una scoperta, una scoperta di luoghi, di atmosfere, di sensazioni. Ma non immaginatevi un tuffo nei carruggi e nemmeno un’immersione nelle profondità dell’Acquario. Non fantasticate su Palazzo Ducale e sul Duomo di San Lorenzo o sugli altri, mille e meravigliosi, luoghi d’arte da visitare. L’impresa sarebbe stata del tutto impossibile in una sola e un po' grigia domenica di novembre. E’ così che abbiamo fatto una scelta diversa: 7845 passi, 4 km e 600 metri di percorso, 24 piani di salita per percorrere uno spazio incommensurabile, talmente vasto da perderne i confini e le coordinate: un oceano pericoloso e affascinante in cui muoversi come naviganti ben saldi e guidati da sicure stelle polari. Abbiamo volato a ritroso nel tempo. Abbiamo planato per raggiungere le Galee ed essere incatenati ai remi, abbiamo combattuto orde di infedeli e affondato imbarcazioni saracene e barbaresche, ci siamo chinati su bussole, sestanti e astrolabi per condurre, con Andrea Doria, attacchi ai pirati e agli infedeli. I Galeoni e i Vascelli ci hanno portato alle soglie di mille naufragi. Siamo tornati in porto con carichi di merci preziose, di argenti e ricchezze. Abbiamo visto il fuoco bruciare le fascine sulla sommità del Faro. Siamo tornati quando, trecento anni dopo, ad illuminare la via si era accesa la prima lanterna. Abbiamo festeggiato il profilo elegante di quella che era ormai per tutti, la Lanterna, ricostruita dopo l’azione delle bombarde nella lotta contro i Francesi. Abbiamo condiviso lo struggimento dei migranti che, accalcati sui ponti del bastimento, hanno salutato il Faro con l’intima convinzione di non poter tornare. Abbiamo immaginato uomini, donne, bambini che si apprestavano, all’inizio del ‘900, a solcare un mare ostile con l’unica consolazione di un baule pieno zeppo di povere cose. Siamo tornati, sulle ali del vento e spinti da mille correnti, ai giorni nostri, abbiamo vagato sulla zattera con Ambrogio Fogar e il suo sfortunato compagno, siamo tornati con le nostre tecnologie, le nostre super navi, i nostri sottomarini, le nostre guerre e nostri migranti ammassati su piccole barche di legno che rispetto alle galee spesso non hanno nemmeno i remi. Tutto questo per dire che siamo stati al GALATA, MUSEO DEL MARE e che siamo saliti sulla LANTERNA. Genova ci ha accolti con un’aria imbronciata, sembrava minacciare pioggia, pioggia che non è arrivata. Poi si è mostrata dall’alto del suo Faro, 77 metri e 172 gradini, a noi, Giovane Montagna di Cuneo, quasi tranquilla, lucida per quelle due gocce d’acqua, un po’ staccata, indifferente. SUPERBA?
Ma se ci penso, allora io vedo il mare, vedo i miei monti e la Piazza della Nunziata rivedo Righi e mi si stringe il cuore, vedo la Lanterna, la Cava e laggiù il Molo. (Mario Cappello).
A ELSA, a ALFONSO (eccellenti organizzatori) e a MARCO il compito di cantarla senza la storpiatura della traduzione.
Ebbene sì, siamo tornati a Genova. Tornati perchè per nessuno o quasi era la prima volta, eppure Genova è sempre una scoperta, una scoperta di luoghi, di atmosfere, di sensazioni. Ma non immaginatevi un tuffo nei carruggi e nemmeno un’immersione nelle profondità dell’Acquario. Non fantasticate su Palazzo Ducale e sul Duomo di San Lorenzo o sugli altri, mille e meravigliosi, luoghi d’arte da visitare. L’impresa sarebbe stata del tutto impossibile in una sola e un po' grigia domenica di novembre. E’ così che abbiamo fatto una scelta diversa: 7845 passi, 4 km e 600 metri di percorso, 24 piani di salita per percorrere uno spazio incommensurabile, talmente vasto da perderne i confini e le coordinate: un oceano pericoloso e affascinante in cui muoversi come naviganti ben saldi e guidati da sicure stelle polari. Abbiamo volato a ritroso nel tempo. Abbiamo planato per raggiungere le Galee ed essere incatenati ai remi, abbiamo combattuto orde di infedeli e affondato imbarcazioni saracene e barbaresche, ci siamo chinati su bussole, sestanti e astrolabi per condurre, con Andrea Doria, attacchi ai pirati e agli infedeli. I Galeoni e i Vascelli ci hanno portato alle soglie di mille naufragi. Siamo tornati in porto con carichi di merci preziose, di argenti e ricchezze. Abbiamo visto il fuoco bruciare le fascine sulla sommità del Faro. Siamo tornati quando, trecento anni dopo, ad illuminare la via si era accesa la prima lanterna. Abbiamo festeggiato il profilo elegante di quella che era ormai per tutti, la Lanterna, ricostruita dopo l’azione delle bombarde nella lotta contro i Francesi. Abbiamo condiviso lo struggimento dei migranti che, accalcati sui ponti del bastimento, hanno salutato il Faro con l’intima convinzione di non poter tornare. Abbiamo immaginato uomini, donne, bambini che si apprestavano, all’inizio del ‘900, a solcare un mare ostile con l’unica consolazione di un baule pieno zeppo di povere cose. Siamo tornati, sulle ali del vento e spinti da mille correnti, ai giorni nostri, abbiamo vagato sulla zattera con Ambrogio Fogar e il suo sfortunato compagno, siamo tornati con le nostre tecnologie, le nostre super navi, i nostri sottomarini, le nostre guerre e nostri migranti ammassati su piccole barche di legno che rispetto alle galee spesso non hanno nemmeno i remi. Tutto questo per dire che siamo stati al GALATA, MUSEO DEL MARE e che siamo saliti sulla LANTERNA. Genova ci ha accolti con un’aria imbronciata, sembrava minacciare pioggia, pioggia che non è arrivata. Poi si è mostrata dall’alto del suo Faro, 77 metri e 172 gradini, a noi, Giovane Montagna di Cuneo, quasi tranquilla, lucida per quelle due gocce d’acqua, un po’ staccata, indifferente. SUPERBA?
Ma se ci penso, allora io vedo il mare, vedo i miei monti e la Piazza della Nunziata rivedo Righi e mi si stringe il cuore, vedo la Lanterna, la Cava e laggiù il Molo. (Mario Cappello).
A ELSA, a ALFONSO (eccellenti organizzatori) e a MARCO il compito di cantarla senza la storpiatura della traduzione.