Escursione - Colline di Caldaro e Gola di Rastenbachlamm BZ

Domenica 3 ottobre 2021  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Vicenza
Responsabile: Patrizia Toniolo



Programma



COLLINE DI CALDARO E LA GOLA RASTENBACHLAMM
L'Alto Adige mostra il suo aspetto più ridente nell'Oltradige, nel pittore- sco paesaggio che si apre tra il Monte di Mezzo e la Mendola. Al centro di questa zona privilegiata da tante bellezze naturali, circondata da ampi boschi di conifere e di latifoglia, adagiata nello splendore e nella ric- chezza di vigneti e frutteti, si trova la conca di Caldaro con l'omonimo lago. Un territorio dove sono infinite le varietà di colori: l'azzurro del lago e le grandi distese di frutteti e vigneti, alternate a boschi misti, diventa- no, particolarmente in autunno e in primavera, incredibili scenari.
Partendo dalla frazione S. Antonio, sul percorso "Kardatscherweg", tra vigneti e meleti, arriviamo alla romantica gola "Rastenbachklamm", un luogo che evoca un canyon in miniatura; un piccolo monumento natura- le che affascina. Scalette e passerelle, saldamente ancorate alle sco- scese pareti di porfido, permettono di avanzare nella gola facendo vive- re un'esperienza unica avvolta nel mistero dell'evoluzione geologica. Ol- trepassato il Rastenbachklamm, il sentiero porta alle rovine della chiesa di San Pietro a Castelvecchio la cui cappella protocristiana vanta le più antiche vestigia del Tirolo. A ridosso della chiesa, scavate nella roccia, ci sono dieci "bacinelle" vecchie di circa 5000 anni che servivano, vero- similmente, per l'illuminazione ad olio. Più a monte, seguendo verso nord il percorso dell'Alta Via di Caldaro, saranno gli scorci panoramici sulla cittadina, sul lago, sulla Val d'Adige e sulla Val di Fiemme, ad ac- compagnarci a S. Antonio, chiudendo così una gratificante escursione.

DISLIVELLO: 600 m TEMPI: ore 5.30/6 ORARIO PARTENZA: 7.00

CAPOGITA: Patrizia Toniolo, cell. 339 4278806



Relazione



DOMENICA 3 OTTOBRE – COLLINE DI CALDARO E DINTORNI (PER NON PARLAR DEL LAGO)
Per gentile concessione della caopogita, in barba all’uso, questa volta scrivo io e… peggio per voi.
Gola RASTENBACHLAMM sembra una parolaccia, e forse lo è, ma indica una molto interessante gola o spaccatura o canyon naturale resa percorribile da pesanti interventi dell’uomo.
In ogni modo questa era la meta principale della nostra gita. Il torrente che ha formato nel tempo la gola è, stando alla carta, l’unico immissario del lago di Caldaro, alimentato principalmente da sorgenti direttamente immagino sotto al lago visto che non sono visibili. La gita prevedeva di percorrere la gola dall’alto verso il basso e quindi siamo partiti dalla frazione san Antonio seguendo le onnipresenti indicazioni. Piacevole camminata in mezzo al verde per arrivare alla gola. Stupefacente e comunque molto interessante (sembra un po’ di essere a Disneyland o Gardaland per non esagerare) una serie di passerelle, scalette, ponticelli molto curati e in ottimo ordine, consentono a tutti di ammirare e godere di questa meraviglia della natura. Un trionfo di cascate, salti d’acqua nel profondo di una spaccatura con lussureggiante vegetazione. La gola non sarebbe neanche volendo percorribile con tecniche di canyoning.
Naturalmente gli interventi sono stati invasivi e ci sarà certamente chi avrà discusso sulla opportunità di fare un’opera del genere ma noi l’abbiamo trovata fatta e abbiamo goduto della possibilità di visitarla.
A circa metà della gola parte un altro sentiero che porta fra l’altro alle rovine della basilica di san Pietro. Un raro gioiello in un posto improbabile, da solo varrebbe la gita. Non rimangono che resti delle mura e dell’abside con affreschi. Dopo avere visto i resti si capisce il perché delle monumentali rovine di un ponte, oggi sostituito da una aerea e dondolante passerella, che consentiva di raggiungere la basilica e quindi Castelvecchio provenendo da San Antonio, ovviamente prima di rendere accessibile la gola.
Già percorrendo la gola si notano diversi piccoli omini (o ometti usati di solito come segnavia in montagna) molto slanciati, come chi ha fatto il cammino di santiago ha sicuramente avuto modo di vedere, ma nei pressi e, soprattutto, sui resti della basilica la presenza di omini diventa invasiva. Non ne capisco la ragione; sono delle cose senza senso che deturpano i resti, non aggiungono nulla se non la boria di chi l’ha fatto, li metto alla pari delle iniziali degli sciocchi che si trovano in ogni luogo e in particolare sui resti storici. Ne ho abbattuto alcuni degli omini, non gli schiocchi; uno di questi troneggiava sull’altare, guadagnandomi occhiate infuriate.
Ritorniamo nella gola e proseguiamo il percorso fino al bivio finale: rientro verso san Antonio o lago di Caldaro.
La capogita con ferrea determinazione: lago e lago fu. Si raggiunge il lago nelle vicinanze del Lido e qui incrociamo il sentiero SEERUNDWEG, che seguiamo in direzione sud fino a S. Giuseppe al lago.
Qui sosta per colazione. Sono le 14 passate e i mugugni per il ritardo ci hanno tenuto compagnia negli ultimi tempi.
Dopo un giusto intervallo cerchiamo (Patrizia e io) di organizzare il giro del lago seguendo in senso antiorario il mitico SEERUNDWEG fino a tornare al noto lido.
INAUDITO, mai successo a memoria di donna e uomo, ammutinamento durante una gita di GM! Al grido di “Torniamo al lido subito”, praticamente nessuno vuole seguire i capigita nel giro del lago.
Contro ammutinamento: i capi gita al grido di “E noi andiamo da soli” partono per il seerundweg, (in realtà due neofiti, non soci, ci seguiranno) abbandonando al loro destino gli incauti gitanti ammutinati. Non c’è stato spargimento di sangue, il Bounty è niente al confronto. Mi sentivo un po’ come Brando impavido comandante sulla tolda del Bounty appunto. Bene, non so come abbiano fatto senza il valido apporto dei capi gita, ma sono riusciti gli ammutinati primi ad arrivare al lido e poi a recuperare il pullman; girano strane storie: abituali in tutti gli ammutinamenti. Mentre gli ammutinati secondi affrontavano il giro del lago, che si rivela interessante e più breve del previsto perché gran parte del percorso è su passerelle che attraversano la zona paludosa (adesso si chiama biotopo) anziché aggirarla. Il sentiero è sempre in vista del lago ma lontano dalla riva e con dolci saliscendi. Insomma, una gradevole passeggiata funestata dalle trattative telefoniche con gli altri ammutinati fino alla resa incondizionata: non si saprà mai di chi. La comitiva si ricongiunge al pullman nei pressi del lido. E va bene tutto quello che finisce bene.  (Franco Filippi)
 

 
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