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Colle Arpione da Desertetto
Domenica 3 dicembre 2023 (evento passato)
Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Cuneo
Responsabile: Bellone/Costamagna
Programma
Da Desertetto si percorre la bella mulattiera per poi proseguire su comodo sentiero. Dai vecchi terrazzamenti, in parte invasi dal bosco, si passa a vaste distese di pascoli su terreno carsico nel quale si aprono numerose doline. Raggiunto il Colle si può ammirare l'ampio panorama sulla Valle Gesso e sulla Valle Stura.
Località di partenza DesertettoDislivello 800 m
Tempo complessivo 5 ore
Mezzo di trasporto auto proprie: all’atto dell’iscrizione comunicare la disponibilità dell’auto
Partenza ore 8,30 Cuneo piazza della Costituzione.
Per informazioni ed iscrizione, entro venerdì 1° dicembre, telefonare ai responsabili:
Carla Bellone 333 668 2017 - Maria Teresa Costamagna 338 344 6811
Relazione
Era molto che non partecipavo ad un’escursione, l’estate per me è stata avara di tempo e di gite. Ma oggi è una bella giornata fredda e azzurra, appena imbiancata da una spruzzata di neve e da molti cristalli di brina. Arriviamo in tredici alla Val Gesso e al paese di Desertetto. Non c’è ancora il sole ma, a salire presto illuminerà la valle e il sentiero. Non scalderà l’aria perché fa freddo. I primi passi sulla neve, poca, quasi un assaggio, un preludio all’inverno vero, quello per cui abbiamo tutti nostalgia, fatto di neve in cui sprofondare le ciaspole o su cui far correre gli sci. Desertetto ci accoglie con la sua chiesetta addobbata con un affresco in cui riproduce se stessa e la casa affianco. Si cammina su un percorso ampio e dolce. Lasciata la strada sterrata ci inoltriamo lungo un sentiero non troppo aspro e boschivo, un cartello ci avvisa che, nella stagione estiva, greggi e mandrie pascolano sui declivi prativi della montagna con l’assistenza di maremmani ligi al proprio lavoro di guardiani solerti in difesa dai lupi. Un cartello successivo ci ricorda ciò che ha segnato la valle in un tempo appena poco lontano. Tra il mattino del 9 settembre e il mezzogiorno del 13 settembre 1943 circa mille ebrei cercarono la salvezza attraversando il colle delle Finestre per sfuggire allo sterminio nazifascista. Profughi provenienti da mezza Europa, bambini di pochi mesi, donne, anziani si avventurarono privi di scarpe e vestiario adatto sui sentieri della montagna per scendere poi verso la valle Gesso dove speravano di trovare rifugio e scampo. La fuga per la quasi totalità si trasformò nel preludio alla deportazione e allo sterminio a Auschwitz. Il cartello ci ricorda l’eroismo dei nostri montanari che cercarono di dare rifugio ed ospitalità ad alcuni profughi e per questo sopportarono le rappresaglie e il rastrellamento nazifascista che culminò nell’incendio della borgata Fré. Saliamo. Queste nostre montagne su cui si attorcigliano e si dipanano sentieri come fili, come matasse o come canovacci muti, sono trama per peripezie e per storie epiche. O per dolori inenarrabili.Camminiamo, il sole non riesce a sciogliere la brina.Verso il Colle dell’Arpione la salita si fa più faticosa e impegnativa, costeggiamo una pineta verde di abeti rossi che hanno lasciato cadere pigne resinose e grassocce. Qualcuno attrezzato con borse capienti ne raccoglie per decorare il tavolo della festa degli auguri.La pineta è scivolosa di aghi. Qualcuno mi aveva raccontato che sotto i rami dei pini ama nascondersi il lupo. Immagino occhi gialli intenti a scrutare noi, ignari camminatori.Il sentiero, nell’ultimo tratto, taglia il versante e corre quasi in piano, il sole ha sciolto la neve e il fango si appiccica alla suola degli scarponi. La meta è raggiunta e, come sempre, apre tracce, sentieri verso altri luoghi, verso altre destinazioni a ricordarci che siamo in cammino. Sempre. Torniamo e al limitare della pineta consumiamo il pranzo. Seduti al sole assaporiamo il tepore sapendo che non dura, che le giornate sono brevi e che presto farà freddo. Mangiamo sotto un cielo di cobalto e avvolti dal calore breve del sole. Prezioso.Torniamo. E come sempre siamo un po' cambiati.
(Franca Acquarone)