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Anello di Narbona / Monte Crocette
Domenica 12 giugno 2022 (evento passato)
Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Cuneo
Responsabile: Costamagna/Ghiglia
Programma
Da Campomolino un suggestivo sentiero ci porterà alla scoperta dell'abitato di Narbona, abbandonato alla fine degli anni ‘50. Il percorso è ad anello.
Località di partenza CampomolinoDislivello 590 m
Tempo complessivo 4,30 ore
Mezzo di trasporto auto private.
Per informazioni ed iscrizione telefonare entro venerdì 10 giugno ai responsabili
Maria Teresa Costamagna 3383446811 - Grazia Ghiglia 3283816184
Relazione
La presente escursione sostituisce l'Anello di Narbona.
La partenza della gita avviene dal Santuario di San Magno o Castelmagno m 1767 situato ai piedi di amene praterie molto sfruttate per il pascolo estivo delle mandrie. Il Santuario risalirebbe al XIV secolo ed è situato nel luogo dove, secondo la tradizione, San Magno, appartenente alla “famosa” legione tebea, avrebbe subito il martirio. San Magno è noto per essere il protettore del bestiame e viene sempre raffigurato vestito da condottiero romano (ovviamente) con ai suoi piedi una mucca coricata: sarà un caso che il Santuario si trova proprio in questa zona in cui in estate vi sono molte mandrie all’alpeggio. Vista la bella giornata alla partenza vi sono già molti escursionisti che si dirigono verso i numerosi itinerari che la bella zona offre: noi siamo pochini anche perché un buon gruppo è andato nel Gargano ad effettuare il Trekking. Seguiamo per un pezzo la strada ancora asfaltata e, poco dopo la partenza, ammiriamo due bei gigli di San Giovanni. Successivamente imbocchiamo la strada sterrata per dirigerci verso la nostra meta. I prati attorno sono costellati di asfodeli ormai quasi sfioriti considerato il caldo e poco più avanti, altra sorpresa, il pendio è costellato dai gigli di San Bruno con la loro bella campanella bianca. Che spettacolo! Lasciata la strada si imbocca un sentiero abbastanza ripido tra una bella fioritura di botton d’oro e in poco tempo siamo già al Passo delle Crocette m 2184 con vista sul Monviso di fronte a noi. Pare che il nome “Crocette” derivi dal fatto che un tempo i pellegrini che qui transitavano piantavano delle piccole croci di legno. Solo più in tre decidiamo di scendere il versante opposto costellato da un mare di rododendri ben fioriti per andare a vedere il famoso “Pertus d’la Patàrasa”: una cavità naturale in cui fino a stagione inoltrata persisteva il ghiaccio, quest’anno ormai sciolto. Si risale poi l’erto sentiero per ritornare al colle, raggiungere i compagni di gita e andare a pranzare sul Monte Crocette m 2192 con splendida vista sui 3000 delle Alpi Marittime. Al momento di partire per il ritorno ci sentiamo chiamare: ma che sorpresa! sono la nostra Presidente e Maria Teresa Costamagna che nonostante siano arrivate a tarda notte dal Gargano hanno ben pensato di venirci a trovare! Per il ritorno seguiamo un costone erboso, un traversone su un pendio ed arriviamo all’Alpe Chastlar ove pascola una mandria e, percorrendo un'altra stradina, tra i fiori, ritorniamo al Santuario. E così la bella gita termina tra i molti pellegrini-turisti che affollano il sagrato ed i dintorni. (Renato Fantino)
La partenza della gita avviene dal Santuario di San Magno o Castelmagno m 1767 situato ai piedi di amene praterie molto sfruttate per il pascolo estivo delle mandrie. Il Santuario risalirebbe al XIV secolo ed è situato nel luogo dove, secondo la tradizione, San Magno, appartenente alla “famosa” legione tebea, avrebbe subito il martirio. San Magno è noto per essere il protettore del bestiame e viene sempre raffigurato vestito da condottiero romano (ovviamente) con ai suoi piedi una mucca coricata: sarà un caso che il Santuario si trova proprio in questa zona in cui in estate vi sono molte mandrie all’alpeggio. Vista la bella giornata alla partenza vi sono già molti escursionisti che si dirigono verso i numerosi itinerari che la bella zona offre: noi siamo pochini anche perché un buon gruppo è andato nel Gargano ad effettuare il Trekking. Seguiamo per un pezzo la strada ancora asfaltata e, poco dopo la partenza, ammiriamo due bei gigli di San Giovanni. Successivamente imbocchiamo la strada sterrata per dirigerci verso la nostra meta. I prati attorno sono costellati di asfodeli ormai quasi sfioriti considerato il caldo e poco più avanti, altra sorpresa, il pendio è costellato dai gigli di San Bruno con la loro bella campanella bianca. Che spettacolo! Lasciata la strada si imbocca un sentiero abbastanza ripido tra una bella fioritura di botton d’oro e in poco tempo siamo già al Passo delle Crocette m 2184 con vista sul Monviso di fronte a noi. Pare che il nome “Crocette” derivi dal fatto che un tempo i pellegrini che qui transitavano piantavano delle piccole croci di legno. Solo più in tre decidiamo di scendere il versante opposto costellato da un mare di rododendri ben fioriti per andare a vedere il famoso “Pertus d’la Patàrasa”: una cavità naturale in cui fino a stagione inoltrata persisteva il ghiaccio, quest’anno ormai sciolto. Si risale poi l’erto sentiero per ritornare al colle, raggiungere i compagni di gita e andare a pranzare sul Monte Crocette m 2192 con splendida vista sui 3000 delle Alpi Marittime. Al momento di partire per il ritorno ci sentiamo chiamare: ma che sorpresa! sono la nostra Presidente e Maria Teresa Costamagna che nonostante siano arrivate a tarda notte dal Gargano hanno ben pensato di venirci a trovare! Per il ritorno seguiamo un costone erboso, un traversone su un pendio ed arriviamo all’Alpe Chastlar ove pascola una mandria e, percorrendo un'altra stradina, tra i fiori, ritorniamo al Santuario. E così la bella gita termina tra i molti pellegrini-turisti che affollano il sagrato ed i dintorni. (Renato Fantino)