Anello Valle Perlata - Lago di Bolsena

Domenica 24 settembre 2023  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Roma
Responsabile: F. Grassilli - Attoni



Programma



Un anello alla scoperta della Valle Perlata, del Lago di Bolsena e tratti della Via Francigena.
Il bellissimo lungo lago di Bolsena, gli uliveti, la via Francigena, le capre e il loro pastore, le pecore, una degustazione di formaggi caprini, Ardelio e Jolanda, antichi lavatoi con freschissime sorgenti, la Valle Perlata e le sue stradine tra antiche chiesette e vitigni e infine di nuovo al lago per un bagno ristoratore. Insomma, una bella occasione per ricominciare, senza affanni, in posti incantati e piacevole compagnia, a sgranchire le gambe dopo la pausa estiva.

 
Tipologia: Anello     Difficoltà: E facile     
Lunghezza: 13km    Durata: circa 5/6 ore soste comprese

Attrezzatura: classica da trekking + costume da bagno e telo sperando che il meteo consenta un bel bagno a fine giro.

Pranzo: al sacco

Appuntamento: 9,15 al Bar Giusti Pasticceria a Montefiascone.

I DDG SI TROVERANNO GIA’ SUL POSTO: chi lo volesse potrebbe raggiungerli di sabato pomeriggio. Potremmo fare visita alla cantina sociale EST EST EST di Montefiascone che offre per 15 euro una degustazione di 4 vini locali accompagnati da formaggi e salumi  e/o trovare una pozza di acqua calda dove rilassarci. Per dormire ognuno dovrebbe pensare a sé. Eventualmente i ddg hanno trovato una sistemazione spartana nata per i pellegrini in cui per 18 euro offrono dormire e colazione.

Considerato il passaggio all’interno di una fattoria con pecore e cani pastore NON È POSSIBILE AVERE CANI AL SEGUITO

Costi: 5€ non soci e 2€ non soci under 18 . 50€ ad automobile

Info e prenotazioni: Federico Grassilli 3471807358 grassilli.fisio@gmail.com – Francesca Attoni  3494706569  francesca.attoni@gmail.com
 



Relazione



(Nello Brunelli) Il punto è questo: viviamo in un mondo di sorprese. Lo dico perché sono partito per una gita dopo aver letto il programma: numero di ore, dislivello, ore dei pasti e lago di Bolsena. E Davide mi aveva detto: “Portati il pranzo al sacco che ci facciamo una bella camminata!”. Per fortuna, avrei potuto spegnere il cervello e abbandonarmi alla dolce monotonia di una gita tra sconosciuti.
Arriviamo che c’è una carovana di macchine. Ma cos'è? Sembra una comunità di amici, di conoscenti e di non conoscenti. Il lago di Bolsena splende sotto l'effetto di un primo sole dopo lunghe piogge. Sono mille scintille sotto al filo nitido dei bordi delle cose. Quando vedo le reti dei pescatori riposare accasciate su balaustre mi viene in mente la mia Liguria. Allora inizia a parlarci Federico. Ma chi è Federico? L'organizzatore o uno degli organizzatori? Non si sa. No, perché qui c’è una struttura complessa, una istituzione che rende la gita una scienza della gita. C’è una metodologia. C’è un'organizzazione di stampo nord europeo. C’è chi controlla che non ti perdi. C’è chi controlla quanti siamo. Ci sono sguardi pieni di cura davanti, dietro e a lato. C’è chi parla inglese a chi non parla l’italiano. E comunque, dicevo, Federico: ogni tanto tira fuori una serie di fogli e inizia a parlare. Ogni tanto, lungo il cammino, ci ferma e ci raccoglie come il buon pastore e inizia un discorso che mi pare il messia sul lago di Tiberiade. Ci legge di geologia, di storia, della genesi delle cose e delle persone, di antropologia, di anfratti di roccia da dove escono fumi dove la leggenda narra di un passaggio per gli inferi. Ci racconta delle streghe di Bolsena ed Erica ha un brivido e si gira a guardarmi: “Sarà vero?” Non si sa.
Le streghe sono ancora nei miei occhi quando andiamo tutti a fare la pipì. In quel momento un tizio che non conosco inizia a dirmi che per la prostata bisogna mangiare di meno. Ma perché lo dice proprio a me? E inizia a raccontarmi del suo viaggio in oriente, che era nel deserto con un cammello, che con il cammello perdeva peso e si dimenticava (forse) di una donna. Il lago non c’è più, lasciando spazio alla secca campagna romana. Ma dove siamo? E l’uomo continua a raccontarmi che i cammelli sono dei ruffiani, che ti mettono il muso sulla spalla e che ti sbavano addosso e che fanno finta di volerti bene.
Rieccolo il lago di Bolsena! Lo ritroviamo dopo esser saliti su per duecento metri deviando fuori. Mi si avvicinano altre persone, studenti di scienze politiche, di storia e di teologia. Si presentano. Durante il cammino parliamo e risolviamo moltissimi problemi del mondo senza che il mondo se ne accorga. E mi chiedo: se il lago è di origine vulcanica e non ci sono affluenti, chi li ha messi i pesci lì dentro? Non si sa.
Scendendo sempre più, il gruppo si distende come un elastico e le parole diminuiscono. Finalmente si declina nel silenzio verso quella distesa d’acqua, solo con il rumore dei nostri passi. Sulla riva tocchiamo alberi pieni di frutta tra casupole di contadini e pescatori. E siamo arrivati da dove eravamo partiti. Abbiamo fatto un anello come la ciurma di Magellano. L’elastico di colpo torna indietro e il gruppo si ricompatta veloce su una spiaggetta vicino al posteggio, nella massa critica di una bomba che scoppia in una serie di bottiglie di vino, piedi scalzi e gente in costume che fa il bagno. Ma sarà vera la storia delle streghe? Non si sa.

 
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