Alpinismo - Spiz di Mezzodì . Viaz del l'Oliana A
Domenica 3 ottobre 2021 (evento passato)
Tipo attività: Alpinistico
Sezione di Vicenza
Responsabile: Giorgio Bolcato
Programma
SPIZ DI MEZZODI - VIAZ DE L’OLIANA
Impegnativo percorso su cenge con passaggi di II grado che dal pian de la Fopa in val Pramper sale attraverso la parete NO degli spiz di Mezzo- dì arrivando al rifugio Angelini Sora l'Sass.
DIFFICOLTA’: qualche passaggio di 2° grado difficilmente assicura- bile
DISLIVELLO: 550 m
TEMPI: ore 6
ORARIO PARTENZA: 6.00
CAPOGITA: Giorgio Bolcato Cell. 335 7179350
Relazione
DOMENICA 3 OTTOBRE - SPIZ DI MEZZODI’- VIAZ DE L’OLIANA (El viaz el xe na paroła bełunexe (o bełumàt) par indicar un troso doparà dai camosi e drio dai casadori e ke’l core de traverso sui muri de rocia, sora na cengia streta e esposta asè. Ghe xe diversi viaz in giro par łe Dołomiti)
Se in una gita si poteva sbagliare qualcosa, noi sicuramente abbiamo sbagliato …quasi tutto. Tanto per incominciare, dopo un buon caffè a Forno di Zoldo, mettiamo sul navigatore “parcheggio di Pian della Foppa in val Pramper”, è così comodo e nessuno conosce il posto. E vai… su per una stradina bianca, stretta, ripida. Si arriva in una bella malga con parcheggio. Bene, ci prepariamo, ma dalla descrizione del percorso non sembra il posto giusto; nel frattempo esce un tipo, presunto malgaro, a cui chiediamo lumi e subito un sorriso beffardo ci fa capire che abbiamo sbagliato valle e che dobbiamo tornare giù a Forno fino ad imboccare la vera val Pramper, non quella presunta dal navigatore. Iniziamo a salire l’enorme ghiaione, Grava de la Fopa, che nel ‘66 invase il paese di Forno di Zoldo, alla ricerca di un bivio in cui il sentiero avrebbe dovuto cambiare numero. A un certo punto troviamo una ferrata, la passiamo, e in un boschetto di faggi, in cui si intravede il rifugio, dobbiamo ammettere il secondo sbaglio della giornata perché il rifugio e la ferrata avremmo dovuto farli in discesa. Bene, rifacciamo la ferrata in discesa, 300 m di dislivello fatti per niente, per arrivare a un cartello in cui effettivamente troviamo una piccola traccia che girava a destra e notiamo delle viti sul palo di legno in cui una volta c’era appeso un cartello. Bisognava girare lì, verso il bivacco Carnielli; mancava il cartello e non c’era nessun numero, d’altronde non tutti hanno un Ottavio che tiene in ordine i sentieri! E vai… con altri 300 metri di ripido dislivello fin verso la fine del canale che costeggia la base dello spiz di Mezzodì, dove si vede la cengia in cui passa il viaz dell’Oliana, nostra meta odierna. Dovremmo trovare un vistoso ometto che indica l’inizio del viaz, così cerchiamo; sali, scendi, ravanamento su mughi ottusi e disfattisti e passa un'altra mezz’ora e incomincia a farsi tardi per iniziare il viaz senza essere sicuri dell’attacco. Così decidiamo di lasciar perdere e di accontentarci di andare a vedere il bivacco che avrebbe indicato il cartello. Altri 400 metri di faticoso sentiero per niente banale e arriviamo su questo prato sospeso sotto la cima dello Spiz. e a questo bel bivacco rosso del Cai di Castelfranco. E’ tardi per salire la cima, ma il panorama sulla val Zoldana, Pelmo, Civetta, Tamer, S. Sebastiano ecc. merita la fatica. Tornati al punto in cui avremmo dovuto prendere il viaz, per toglierci almeno la soddisfazione di capire cosa abbiamo sbagliato, notiamo che effettivamente c’è una cengetta che passa sotto un tetto strapiombante (passo del gatto) e proprio lì c’è un ometto che però si vede solo dall’alto. Pazienza, adesso che lo sappiamo sarà per un'altra volta. Da questa gita si può trarre una lezione: quando si passa dai sentieri a un percorso alpinistico in cui non ci sono cartelli, segni rossi o sentieri numerati (e non ce ne devono essere) bisogna cambiare registro e avere uno sguardo diverso che scopra le linee logiche da seguire. Il viaz nel nostro caso, altro non è che una cengia, a volte appena accennata, che attraversa trasversalmente le pareti e i canali. A vederli da sotto sembrano inaccessibili ma spesso quando sei li sono meno temibili di quanto sembra; è certamente terreno di avventura dove ci si deve muovere con cautela e attenzione. Giornata comunque positiva per aver visto monti poco conosciuti e la val Pramper che dovrebbe essere altrettanto bella con la neve sia per gli sci che per le ciaspe. Grazie a Tiziano e Riccardo per la bella gita. (Giorgio Bolcato)