Trekking Adamello

Giovedì 31 agosto 2023
Lunedì 4 settembre 2023  (evento passato)

Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Torino
Responsabile: Renzo Maina



Programma



Il trekking estivo che la sezione di Torino da tempo organizza si terrà quest'anno nel parco Adamello Brenta.

Si partirà risalendo la valle di Saviore per raggiungere il rifugio Baita Adamé, dal quale attraverseremo, trasversalmente una dopo l'altra, le valli che dal ghiacciaio scendono verso Ovest in territorio Lombardo, fino a raggiungere il rifugio Garibaldi ed infine il paese di Temù, dove ritroveremo le auto che il primo giorno gli autisti avranno piazzato con il loro consueto andirivieni, questa volta in Val Camonica.

Se il tempo ce lo permetterà, daremo al grande ghiacciaio soltanto un'occhiata dalla vetta del Monte Plem: abbiamo rinunciato in anticipo a percorrerlo, aspettandoci che ai primi di settembre non sarà in condizioni così attraenti.

Un giro in Lombardia, quest'anno, dopo il Piemonte, la Francia, la Slovenia, il Trentino, l'Alto Adige degli anni scorsi.

2015: l nevai della Bessanese
2016: L'aspro Piccolo Moncenisio
2017: Queyras, coi grifoni de "Les Alpes du sud"
2018: Triglav, Krn e crauti
2019: Lagorai e Cima d'Asta
2020: Da Braies a San Candido, circumnavigando le Tre Cime.
2021: Elva, le sorgenti del Maira ed il grande altopiano della Gardetta, sorvegliato dalla Rocca La Meja
2022: Fassa - Sasslong - Gardena (anche col bus)



Relazione



“Non c’è presente né futuro per chi non si cura della memoria”. Stiamo scendendo lungo il sentiero che dal rifugio Garibaldi conduce a Malga Caldea; da questa citazione di Primo Levi richiamata da Igi nasce una chiacchierata tra alcuni di noi che lo seguono nella fila. Sì, è anche questa la bellezza dei trekking, regalarsi momenti di confronto, dialoghi improvvisati, così come partite a carte, la birra in compagnia una volta guadagnato il rifugio. Ma anche camminare in silenzio, con il ritmo del respiro a scandire il passo.
L’alta via numero 1 dell’Adamello, meta del trekking estivo 2023 della GM di Torino, si rivela da subito impegnativa, in un ambiente selvaggio e severo, dove il granito – pardon, la tonalite dell’Adamello – regna sovrana e ci accompagna lungo tutto il percorso.

Giorno 1
Meteo super, dopo i timori della vigilia. Mentre un piccolo drappello ci precede di una giornata di vantaggio, ci avviamo verso il “tappone” dolomitico che prevede un doppio scavallamento, dal rifugio Baita Adamé al rifugio Gnutti. Il percorso è tosto, forcelle intagliate su costoni severi, da salire faticosamente e ridiscendere attentamente, per poi guadagnare il fondovalle dall’altra parte. Aria tesa, cielo limpido, avvistamenti di stambecchi, piccoli laghetti incastonati tra le pietre.
A metà itinerario, raggiunto il rifugio Prudenzini, un team di trekkers al femminile decide per una variante che aggira dal basso la seconda forcella della giornata, ovvero il passo Miller, mentre Renzo, Laura e Claudio fanno rotta anticipata verso le auto, complice qualche acciacco fisico. Il grosso del plotone si avvia verso il passo Miller, dal quale raggiungerà poi il rifugio Gnutti nel tardo pomeriggio, iniziando a familiarizzare con la diversa tarature dei tempi indicata sui cartelli segnaletici…

Giorno 2
L’ambiente severo e la fatica del giorno precedente hanno fatto selezione, sicché mentre un manipolo di intrepidi arditi fa rotta verso il passo Cristallo e conquista per cresta la bella cima Plem, un altro gruppetto  preferisce seguire il più comodo itinerario dell’Alta Via, che attraverso il passo del Gatto raggiunge dal basso il rifugio Tonolini; il terzo team, tutto al femminile, porta a termine con successo la circumnavigazione dal basso del crinale che separa la valle del Miller dalla conca del Baitone, in cui sorge il rifugio Tonolini, dove a cena ci ricompattiamo in 19.

Giorno 3
E’ il giorno del passo Premassone, il punto più elevato dell’Alta Via, che immette nella val d’Avio, dove il paesaggio cambia aspetto (ma le pietre restano!) aprendoci lo sguardo su un vasto circo glaciale ai piedi della parete nord dell’Adamello, ancora spolverata della neve caduta nei giorni precedenti il nostro arrivo. Giunti al passo, dopo la recita della preghiera della GM, la discesa in val d’ Avio richiede qualche cautela, ma il versante non è così ripido e un lungo traverso obliquo in parte attrezzato consente di scendere abbastanza agevolmente dalla balza di rocce e quindi nel vallone. Poi ancora laghi, imbrigliati a quote diverse da dighe possenti e un’ultima “forcellina” da risalire e ridiscendere; infine il rifugio Garibaldi ci accoglie per l’ultima tappa, che inizia con birre, piatti di pasta, patatine e strudel in quantità.

Giorno 4
Il gestore del rifugio Garibaldi, molto disponibile e cordiale, smaltita la folla del weekend (è domenica sera e ci siamo praticamente solo noi) ci svela l’arcano dei tempi di percorrenza stretti, in realtà ancora tarati sul periodo in cui i ghiaioni erano coperti da nevai anche in estate, cosa che rendeva più lineare e spedita la marcia (a parte i ramponi e la piccozza sempre al seguito..).
Ormai è tutta discesa. Prima di pranzo raggiungiamo il parcheggio dove avevamo lasciato le auto, mentre altri due equipaggi trovano un taxi ad attenderli per riportarli al punto di partenza.
“Non c’è presente né futuro per chi non si cura della memoria”; la citazione scaturita casualmente da una conversazione captata lungo la discesa mi richiama alla mente la documentazione fotografica e testuale in libera consultazione che la sera precedente ho sfogliato al rifugio Garibaldi. Una testimonianza drammatica dei tragici eventi bellici del 1915-18, della quale rendere grazie anche al gestore, anzi al “custode” di quel luogo, perché oltre al rifugio custodisce un pezzo di memoria di quella pagina tragica della storia italiana. Ringrazio in cuor mio per il dono della pace che oggi viviamo in modo forse un po’ scontato… l’Adamello mi ha fatto pensare che forse proprio scontato non lo è, siamo anche molto fortunati.
Grazie a Renzo per aver proposto questa meta, grazie a tutti per aver condiviso in tutto o in parte questo cammino.

Marco VALLE
 

 
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