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Borgate di Frassino
Domenica 10 novembre 2024 (evento passato)
Tipo attività: Escursione Semplice
Sezione di Cuneo
Responsabile: Cicotero/Paseri
Programma
Tra Melle e Frassino, prima del ponte sul torrente Varaita, si svolta a sinistra in direzione di San Maurizio. Dopo alcuni tornanti si arriva alla borgata Grande dove si parcheggia. Proseguiamo per la splendida borgata di San Maurizio, vecchio centro ormai quasi abbandonato: restano visibili la chiesa, già parrocchiale sin verso il 1970, le scuole elementari ed il negozio di generi alimentari. Raggiungiamo le ultime borgate sino a Veniere per la sosta pranzo. A seguire ritorno a San Maurizio per visitare il museo dove il tomino, detto di Melle, ha visto i natali. Necessari scarponi e consigliati bastoncini.
Località di partenza borgata Grande
Dislivello 400 m – lunghezza percorso 3,5 km
Tempo complessivo 4,30 ore circa
Mezzo di trasporto auto proprie: all’atto dell’adesione comunicare la disponibilità dell’auto.
Per informazioni ed iscrizione telefonare entro venerdì 8 novembre ai responsabili:
Cicotero Vilma 339 112 1077 - Paseri Lucia 339 380 1232
Località di partenza borgata Grande
Dislivello 400 m – lunghezza percorso 3,5 km
Tempo complessivo 4,30 ore circa
Mezzo di trasporto auto proprie: all’atto dell’adesione comunicare la disponibilità dell’auto.
Per informazioni ed iscrizione telefonare entro venerdì 8 novembre ai responsabili:
Cicotero Vilma 339 112 1077 - Paseri Lucia 339 380 1232
Relazione
Che fosse una grande borgata si vede subito, il nome, Borgata Grande, ne è solo la conferma lessicale. Parcheggiamo lì dove la strada entra in paese e poi finisce. Da ora in poi saranno le mulattiere, le strade del carro e i sentieri a portarci da una borgata all’altra. Le foglie cadute accompagneranno scricchiolando il passo e saranno tappeto. E musica per orecchie allenate ai brusii della terra. Borgata Grande stupisce per il dedalo di stradine e di anfratti: angoli che si insinuano fra le case, taluni coperti e nascosti forse a creare soglie di contatto che sgombre, in inverno, dalla neve, permettevano incontri asciutti . Qui la neve doveva cadere abbondante. Altri tempi. Tempi che si vorrebbero ripetuti e mai cambiati, almeno per gli aspetti climatici. La figura dell’avvocato Boschero si materializza ad un tratto al confine di un passaggio fra case che aspettano ristrutturazioni improbabili e case che la ristrutturazione l’hanno avuta e mostrano la gentilezza dei gerani alle finestre. Qualcuno, pochi, se ricordo bene non più di una decina di persone, abitano ancora, anche di inverno a Borgata Grande. L’avvocato ci da appuntamento per le prime ore del pomeriggio per illustrarci il Museo di San Maurizio. Adesso andiamo. La mulattiera vecchia di secoli mette in contatto questa con altre borgate sparse. La mulattiera è quella su cui qualcuno ha trovato una moneta di epoca romana che arriva da lontano. Immagino un soldato o forse un mercante, qui siamo in zona di confini e quindi di punti di incontro, che superate le Alpi si sposta per commerciare con coloro che stanno ai Piedi del Monte, Piemontesi antichi: progenitori a cui dobbiamo l’esistenza. La vista della chiesa di San Maurizio è anticipata dal suo campanile che a me sembra più recente, più nuovo. Asimmetrico il tetto con uno spiovente più lungo e uno più corto, l’orologio sul lato. E poi affreschi di santi a cavallo: San Defendente, San Secondo, San Costanzo, San Chiaffredo. Una teoria di cavalieri medioevali con elmo e lancia. Lasciamo San Maurizio con la promessa di una visita pomeridiana al “Museo degli arrotini e dei tumin del Mel”. Attraversiamo borgate che conservano il respiro di un mondo che sembra ostinato a non volere morire del tutto: borgata Vittone, Vittonetto e poi Meyra Carlevara. Tratti di salita si alternano a percorsi più dolci: immagino ragazze al pascolo di mucche piemontesi, bianche. Immagino le voci di decine di donne, uomini e bambini che si muovono fra le case di pietra. E poi ragazze e ragazzi: incontri furtivi, sguardi innamorati e ansiosi, nell’attesa della festa più importante, il Baio de San Morisi, per intrecciare promesse di nozze. Mangiamo a Veniere. Il malgaro ha lasciato tavoli e panche allestite per noi che sentiamo il piacere del sole che ci scalda. Il monte Birrone ci guarda dall’alto, brullo per via del freddo dell’autunno che in montagna è già inverno. Torniamo, dopo il pasto, a San Morisi, San Maurizio, per vedere il museo. L’avvocato Boschero ci illustra le sale dedicate, una agli arrotini e l’altra alla produzione del formaggio. Le macchine verdi degli arrotini che hanno battuto le vie del Piemonte e dei paesi della Francia, si fanno guardare e restano mute, memori degli spostamenti tesi a rendere taglienti i coltelli e gli attrezzi contadini. Mi resta il dispiacere di non aver fatto una fotografia alla carta che ne indicava i percorsi. Sarà magari, un motivo per tornare. Accanto agli strumenti di un lavoro quasi esclusivamente maschile si allineano gli attrezzi che danno vita ad un formaggio che è nato dalle mani di donne che della trasformazione del latte vaccino hanno fatto un’arte. Boschero racconta e pare di tornare all’epoca in cui le voci e i passi erano quelli di più di duemila persone distribuite nelle borgate e nelle meyre sdraiate al sole dell’adrech. Finisco il racconto della giornata ringraziando Lucia Paseri e Vilma Cicotero che ci hanno accompagnato e riprendo quanto ha scritto Carlo Cofano, primo a proporre ormai molti anni fa la camminata fra le borgate di Frassino: “Grazie, grazie. Ricordo quella bella gita alle borgate di Frassino: cimitero dei cani, San Maurizio e, ultima Vener. Bei tempi, senza covid, senza guerre, senza lutti e...con qualche anno in meno.”
Auguri Carlo, ti ricordiamo con affetto nel giorno del tuo novantacinquesimo compleanno.
Auguri Carlo, ti ricordiamo con affetto nel giorno del tuo novantacinquesimo compleanno.
Franca Acquarone